lunedì 14 maggio 2018

Come funziona la Classificazione delle Tinture per Capelli?

Ciao a tutti!
Torno anche oggi con un approfondimento legato ai capelli, con cui riprendo l'ultimo, quello sul fenotipo del colore.
Oggi arrivo a parlare più specificatamente di tinture, ovvero, una volta capito da cosa viene determinato il colore naturale, come facciamo a identificare il nostro colore naturale o quello che invece vogliamo?
Per convenzione, è stato elaborato un sistema di classificazione numerico dei colori di capelli basato sui diversi parametri del colore.
Questo sistema di classificazione dei colori dei capelli, benché molto utile concettualmente,  purtroppo complica abbastanza la comunicazione fra cliente e parrucchiere, o complica la vita a chi deve scegliersi una tinta da fare in casa...
Perché? Perché semplicemente i parrucchieri e le aziende che producono tinture hanno delle definizioni di colore che effettivamente non rispondono al comune linguaggio nell'ambito.
Ci sono dei “marroni” che sono sotto alla dicitura Biondo, e ci sono una moltitudine di sottotoni per ogni gradazione che va dal platino al nero puro.
Il colore dei capelli infatti viene definito da parametri:

1. Tonalità: che è definita dalla proporzione qualitativa fra i diversi tipi e sottocategorie di melanine, e quindi quanto è caldo o freddo il colore del capello
2. Intensità: che è definita dalla concentrazione delle melanine all'interno del capello, ovvero quanto è chiaro o quanto è scuro

Per convenzione, è stato elaborato un sistema di classificazione numerico dei colori di capelli basato su questi due parametri.
Il sistema di definizione del colore dei capelli considera in particolare l'Intensità, ma anche ciò che viene determinato in natura dalla proporzione di melanine, ovvero il riflesso:

  • Altezza di Tono (Intensità)
  • Tendenza di Riflesso Dominante
  • Eventuale Tendenza di Riflesso Secondaria

Il sistema si basa primariamente sull'Intensità, che rapporta le diverse gradazioni, dal più scuro (il Nero puro), al più chiaro (il Platino).
Viene escluso in questo senso il bianco, che è dato dalla totale assenza di melanine, caratteristica naturalmente presente solo in chi è affetto da albinismo.
Questa è la scala principale usata per definire quanto il capello è chiaro o scuro:
















Una volta capito il primo parametro, resta da definire la tonalità, ovvero quello che in armocromia viene definito “sottotono”, insomma la temperatura.
In linguaggio “da parrucchiere” si parla di riflesso, che è determinato in parte dalla gradazione (ovvero, più il capello è scuro, meno i riflessi sono visibili), ma principalmente dalla proporzione fra melanine, così si possono distinguere diversi “sottotoni”.
In realtà, mescolando diversi tipi di pigmento si possono ottenere tantissime gradazioni di sottotoni, definiti quindi dal riflesso primario e da quello (eventuale) secondario, ma i riflessi principali sono questi:

Cenere
Dorato
Rame 
Rosso

Il colore finale che si andrà ad ottenere con una tintura, quindi, è dato da una ben precisa combinazione di Intensità (che quindi va a mimare una determinata concentrazione di melanine), che conferisce il parametro di Profondità, e da una Tendenza di Riflesso (Primaria, ed eventualmente anche Secondaria), che definisce invece la “Temperatura” ed eventualmente il Croma del capello, questo per tradurre in parametri Armocromatici il sistema.

Nella maggior parte dei sistemi di classificazione, anche se la resa può essere leggermente diversa, si trovano le seguenti definizioni di sottotono:














Una volta capito qual'è il sottotono che si cerca è così possibile capire il sistema di classificazione numerico, il sistema vale per tutte le case produttrici, ma va ricordato comunque che ogni azienda può avere delle varianti, senza considerare che ogni tintura può funzionare in modo diverso non solo in base al colore di partenza (es. decolorando un capello a base molto gialla è normale che sia più difficile ottenere un biondo freddo, e di conseguenza qualsiasi tinta castana a base molto fredda, a meno di non andare su colori molto scuri come 1 e 2), e in base al tipo di miscelazione con il perossido che si va ad elaborare.
Ma questo, specificatamente, è un argomento di cui so ancora poco, e di cui non vi parlerò nell'immediato!

In natura, va comunque considerato che non esistono tutti questi riflessi, tendenzialmente si va dai Naturali/Cenere, al Dorato/Rame, i riflessi rossi cominciano già ad essere verso il freddo, e il rosso freddo, per non parlare del viola, non esistono in natura.
Si tratta di tinture che non vanno a ricreare i colori naturali delle melanine, ma vanno a snaturare il colore, nell'ottica dell'Armocromia non sono mai armonici, dato che non si abbineranno mai con l'incarnato.
I rossi tendenzialmente porteranno fuori tutto il verde possibile presente nella pelle, le olivastre risulteranno più verdi, gli incarnati a base giallina appariranno ancora più gialli, il viola striderà completamente con ogni incarnato dal neutrofreddo al caldo (lo possono reggere, anche se in maniera non armocromatica, solo le carnagioni gelide), e tirerà fuori la minima patina gialla, in modo simile il blu, se non presente come componente naturale (es. come nel nero asiatico, ma non comune come si pensa), tenderà a fare un effetto simile, accentuando le discromie.
Ovviamente non sono qui per impedire a nessuno di cambiare colore dei capelli, ma va sempre considerato questo aspetto se si vuole mantenere la propria naturale armonia cromatica.

Vediamo quindi qual'è il sistema, ogni tintura per capelli oltre ad un nome (che può essere o meno coerente con questo sistema di base), riporta un numero composto da un'unità e uno o due cifre decimali.
Il primo numero indica quanto il capello è chiaro o scuro, e secondo lo schema riportato prima, il secondo numero riporta il riflesso primario, il terzo, se presente, riporta il riflesso secondario.
I riflessi hanno numerosissime definizioni, ma i basilari sono quelli che vi avevo descritto prima:

Naturale .0
Cenere .1
Viola .2
Dorato .3
Rame .4
Mogano .5
Rosso .6

Può anche essere poi che altre aziende ne riportino altri ancora, ovviamente questo è quello che ho visto in comune a diversi produttori, ognuno poi aggiunge qualcosa di esclusivo, ma il concetto è sempre lo stesso.
Ogni Riflesso Primario viene poi “scomposto” in un'eventuale coppia di numeri, che va a rappresentare i sottotoni intermedi, e ad ogni colore di capelli viene quindi dato un nome, che può o meno  riportare un riferimento ad entrambi i riflessi.

Faccio qualche esempio:

Dorato Rame .34 (Riflesso Primario Dorato, Riflesso Secondario Rame)
Intenso Warm .03 (Riflesso Primario Naturale, Riflesso Secondario Dorato)
Tropicale .35 (Riflesso Primario Dorato, Riflesso Secondario Mogano)
Cacao .53 (Riflesso Primario Mogano, Riflesso Secondario Dorato)

Idem per alcune tinte con numero completo, in alcuni casi è possibile individuare subito di che colore si tratta, di altri il nome è piuttosto aleatorio, dato che bisogna capire dal numero che tipo di riflessi sono stati usati:


Spero che l'argomento sia stato interessante e chiaro!
Anche per oggi è tutto!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione, e in particolare A.V., parrucchiere e amico che mi ha aiutato a destreggiarmi nel sistema cromatico delle tinture per capelli!

2 commenti:

  1. interessantissimo articolo, non avevo mai capito come venissero catalogate le tinture, grazie!

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