giovedì 26 febbraio 2015

Storia della Cosmesi - dal Rinascimento ad oggi

Ciao a Tutti,
poco tempo fa avevo cominciato a parlarvi della storia della cosmesi, partendo dalle prime testimonianze archeologiche, per finire con il Rinascimento.
Andrò avanti parlandovi del periodo successivo:
Innanzitutto, va ricordato che questo periodo (tra XIV e XV secolo), la moda si accentra attorno all'Italia, con l'importanza di molte città, soprattutto Venezia, sede di scambi con l'oriente e di lussi.
Proprio tipica di questa città è l'usanza di imbiondire i capelli, sia tramite la semplice esposizione al sole, sia tramite svariate tinture e l'abbondante uso dello Zafferano, per renderlo più rosso.
Poi, una grande novità, importata in Europa da Marco Polo in precedenza, fu il Borace, che diventa prodotto tipico veneziano. Questa sostanza rappresenta un'innovazione cosmetica in particolare per la ricetta base della Cold Cream, che verrà modificata con questa piccola aggiunta, anche se solo nel 1914.
Il Borace non è altro che una base forte, e che quindi saponifica una parte dei grassi, trasformandoli in sapone.
Questo è il primo metodo con cui vengono prodotte le prime vere e proprie creme.
Si parte dalla Cold Cream parzialmente saponificata, per arrivare alle prime emulsioni O/A, dove finalmente viene inserita una grande quantità d'acqua.
Al giorno d'oggi è un prodotto assolutamente da evitare, e non solo perché le creme “saponificate” non sono proprio il prodotto più dermocompatibile di questo mondo.
L'uso cosmetico però non si limitava a questo, ma lo rendeva un ottimo (e dannossisimo) esfoliante cutaneo.

Un altro trattamento cosmetico diffuso in questo periodo storico è l'esposizione al Sublimato di Mercurio e Cloro, prodotto chimico usato anche per curare le ulcere corrosive e successivamente le ulcere da sifilide, ma in grado anche di realizzare un vero e proprio peeling chimico, altamente dannoso, nonostante i visibili effetti cosmetici positivi.
Questo è anche il periodo storico in cui si passa alla produzione del vero e proprio sapone duro, a livello “industriale”, prodotto in particolare a Venezia, Marsiglia e Castiglia.
In precedenza, si tendeva a saponificare olio vegetale o grasso animale con cenere di legno di faggio, quest'ultima realizzava un sapone liquido, in modo simile a quello che succede usando la Potassa.
Il sapone duro, ottenuto da Olio di Oliva e profumato, divenne un articolo di lusso per l'alta società.
Il Sapone di Castiglia era ottenuto grazie ad una cenere differente, ottenuta da Erba Kali, e veniva usato il primo metodo “Salting-Out, per separare il sapone dalla liscivia.
La produzione del sapone si sposta anche in Inghilterra, nell'epoca Elisabettiana (XVI secolo), differente da quello spagnolo, italiano o francese, per l'uso abbondante di grassi animali (più reperibili nel nord Europa). Solamente in periodi successivi si passa all'uso di oli vegetali d'importazione come Palma, Cocco, Lino e Cotone. Questi ultimi saponi potevano competere con quelli più pregiati a base di Olio di Oliva prodotti più a sud.

Dal seicento, il centro della moda si sposta dall'Italia, alla Francia, e la corte francese diventa il fulcro di tutte le mode: parrucche e visi incipriati, capelli cosparsi di polveri profumate, nei posticci,  trucco; in particolare, per quest'ultima operazione venivano usati innumerevoli prodotti, si partiva dalla Biacca, già usata secoli prima, per procedere con diversi pigmenti: diverse tonalità di rosso per il viso, e nero per occhi e sopracciglia e per i nei posticci e infine il primo “rossetto”, ottenuto a partire da Allume, Gomma Arabica e Cocciniglia.
La cura della pelle del viso implicava anche la detersione con Acqua di Rose o Ciliegie, e l'applicazione di pasta di Mandorle, Albume, grasso animale e creme di Vaniglia o Cacao, ma anche trattamenti più complessi per schiarire l'incarnato, che doveva apparire latteo, a questo scopo si usavano Succo di Limone, Borace Sulfurea e Sublimato di Mercurio, quest'ultimo, nel suo essere altamente nocivo, aveva però l'efficacia di esfoliante, fino alla drastica riduzione delle rughe.
Quest'ultimo non era l'unico cosmetico dannoso, l'Allume, usato per conferire il rosa alle guance è altamente corrosivo, la Biacca invece secca irrimediabilmente la pelle.
Alcuni stessi pigmenti erano quelli usati dai pittori, e proprio loro si trasformarono in truccatori, perché in grado di capire come fabbricare pigmenti che non fossero del tutto tossici.
Ma nel periodo barocco, non erano solo le dame a ricorrere al trucco e alla cosmesi, gli stessi uomini facevano largo uso degli stessi prodotti che usavano le donne.
Intanto, in Inghilterra si sviluppò ulteriormente l'industria di produzione del sapone, anche se la produzione francese rimase di spicco. È infatti in questo periodo che acquista sempre maggiore importanza il “marchio” del sapone francese, ovvero il primo “Sapone di Marsiglia”.
In questo periodo si trattava di un sapone verde, proprio per l'intera composizione di Olio di Oliva, infatti la legge francese abolì dal 1688 la produzione di sapone contenente ad altri grassi.
Fu questo il periodo di maggiore produzione del sapone, che veniva prodotto in special modo in tutta la costa da Genova a Marsiglia, e nel 1786, operavano, solo a Marsiglia, 48 saponifici.
In questo periodo il sapone veniva prodotto utilizzando Carbonato di Sodio come base forte, e veniva estratto dall'acqua di mare tramite il metodo Leblanc, solamente nel 1870 si diffuse il metodo Solvay usato tutt'ora.
La produzione non rallentò nemmeno con la crisi dovuta alla Rivoluzione francese, durante la quale, invece, l'attenzione alla moda, alla cosmesi e al lusso fu momentaneamente bandita. L'attenzione all'estetica riprese solamente durante il periodo successivo, da una parte con Madame Tallien, famosa per i bagni di Fragole, dall'altra con i nuovi canoni di bellezza dovuti al Romanticismo: cipria e creme bianche ad enfatizzare il pallore, e niente più pigmenti rossi.
Durante il Rococò furono scoperti gli effetti nocivi di molti dei rimedi cosmetici usati in precedenza, e si ebbe un primo ritorno “alla natura”: Cera d'Api e Acqua di Rose contro le rughe, Bacche di Cipresso, Radici di Melograno e Fragole, Foglie di Noce e Allume per trattare la pelle grassa, Burro Vaccino e Malva per idratare la pelle secca, Cold Cream Galenica per la pelle del viso, Impacchi di Miele, Mostarda e Mandorle Amare o impasto di Farina di Castagne per le mani, grasso animale, Olio di Nocciola, Balsamo del Perù (oleoresina di Myroxylon Peruiferum) e Vaniglia come impacco nutriente per i capelli deboli e sfibrati, lavaggi con Uova, Aceto e Rum per i capelli spenti, impacchi di Miele e oli per i capelli fini, Cenere di Rosmarino per lucidare i denti e profumare la bocca.
Intanto, i saponifici di Marsiglia, a partire dal 1820 cominciarono a differenziare la produzione, comparvero i primi oli “esotici”: Arachide, Cocco, Palma, e Sesamo, mentre nell'entroterra e in Inghilterra si usava ancora il sego animale, che permetteva la produzione di un sapone duro e meno costoso.
È proprio in questi anni che si diffonde la produzione di sapone su ampia scala a basso prezzo, questo comporta anche una maggiore igiene anche nelle fasce di popolazione meno abbienti. Fino ad ora, infatti, fare il bagno spesso non era una pratica usuale.
Per lo stesso motivo, già sul finire del 1800, si estese anche l'uso dei cosmetici, di conseguenza anche l'industria cominciò a produrne in larga scala.
Proprio per questo motivo, a Parigi, fu fondato nel 1890 il primo salone di bellezza.
In quest'epoca sono state elaborate anche Cold Cream con una formula diversa, ad esempio con Spermaceti (Cetil Palmitato) al posto di parte della Cera d'Api.
L'industria cosmetica, a partire da questo momento storico ha assunto sempre maggiore rilevanza, e con gli anni ha anche permesso lo sviluppo di prodotti cosmetici sempre più efficaci, con l'apporto delle conoscenze farmacologiche, biologiche, e chimiche.
Sono state quindi scoperte via via nuove sostanze e nuovi processi produttivi per realizzare nuovi prodotti cosmetici.
È questo il momento in cui viene modificata la ricetta base della Cold Cream Galenica, con l'aggiunta di Borace, così da realizzare un'emulsione A/O bianca, lucida, priva di granulosità e facilmente spalmabile.
Con l'aggiunta del Borace, vengono saponificate frazioni di grassi, che quindi fungono da emulsionante. La quantità di Borace è all'incirca il 6% della Cera d'Api.
Successivamente, all'inizio del 1900 non solo è stata modificata la tradizionale formula del Sapone di Marsiglia: 63% Olio di Copra o Palma, 9% Soda Caustica e 28% Acqua, ma cominciarono ad essere scoperti i primi tensioattivi sintetici, i primi emulsionanti, infine nacquero le industrie cosmetiche conosciute fino ad oggi, sia quelle di livello più lussuoso come Chanel, come quelle più popolari, come l'Oreal.
A seguito della seconda guerra mondiale, furono sviluppati molti dei numerosi composti sintetici di origine petrolifera. Queste sostanze permisero la diffusione di detergenti a basso prezzo fin dagli anni '50, che a differenza dei detergenti a base di sapone non precipitano nelle acque dure, inoltre vennero incontro alla penuria di grassi e oli dovuti alla guerra mondiale. Poco dopo, con la conclusione della seconda guerra mondiale, i saponifici di Marsiglia, fino ad allora floridi, cominciarono a subire la concorrenza dei detergenti sintetici, fino a quando cominciarono a chiudere.
Questo è anche il momento in cui viene finalmente sviluppata la prima formula di crema O/A, un composto a base acquosa, e con l'emulsione sempre dovuta alla saponificazione di parte dei grassi contenuti, ma senza Cera d'Api.
In questo caso la base forte non è sempre stata il Borace, ma sono state usate anche altre basi forti, particolarmente usata anche attualmente, in rari casi, è la Trietanolammina.
Il problema delle nuove sostanze in commercio in questi anni, è però l'inquinamento, oltre alla scarsa affinità con la pelle.
È solo nel 1966 che sarà possibile ottenere prodotti contenenti ingredienti biodegradabili.
In questi anni vengono anche sviluppati i primi ingredienti cosmetici veri e propri, non solo quelli funzionali, ma anche quelli in grado di modificare completamente la formula dei cosmetici in commercio fino ad ora, infatti nascono proprio in questi anni le prime creme O/A emulsionate con veri e propri emulsionanti, con l'uso di gelificanti, stabilizzanti, e quindi nascono, poco alla volta, tutti i cosmetici a cui siamo abituati tutt'oggi: Creme, Lozioni, Gel, Detergenti, Burrocacao, Esfolianti, Deodoranti, ecc...
Arriva così l'epoca delle grandi e famose case cosmetiche, per arrivare fino ai giorni nostri, con un nuovo ritorno all'uso dei vegetali e della svolta ecobio che stiamo sperimentando soprattutto nell'ultima decade.
E con questo, vi rimando alla prossima!
Vi auguro una buona giornata!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, Nononsensecosmethic.org e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

lunedì 23 febbraio 2015

L'armadio dello spignatto: Nuove Materie Prime

Ciao a Tutti,
torno a parlarvi dei nuovi acquisti di materie prime cosmetiche dell'ultimo periodo.
È da un po' che non vi aggiorno sui nuovi acquisti.

In particolare, dopo aver provato alcuni oli di uso anche alimentare, come Soia e Vinaccioli, ho voluto comprare qualcosa di nuovo dai soliti siti.
Comincio a parlarvi degli ultimi oli che ho provato:

Olio di Macadamia: ne ho preso un pochino, solo per provarlo, l'ho smezzato con una spignattatrice che conosco. È un olio ad alto contenuto di Oleico, con piccole quantità di Palmitoleico e Palmitico, e ben poco di altri acidi grassi. È un olio medio, piuttosto simile per composizione a certi tipi di Olio di Oliva (quest'ultimo tipo di olio è estremamente variabile in base a qualità e provenienza), proprio per una simile quantità di Oleico e Palmitico.
L'ho usato poco tempo fa, per arricchire una crema corpo vuotina, ma che aveva un buon profumo, così da riciclarla come crema mani, ed effettivamente ha avuto un bell'effetto, ha arricchito la crema, senza però renderla poco assorbibile.
Si tratta di un esempio di riciclo su cui vi scriverò un post, appena avrò finito il prodotto.
Ma vi avevo già detto di averlo provato anche nel mio impacco per cute e capelli

Olio di Nocciola: anche questo un nuovo acquisto da Gisella, l'ho voluto provare per la sua quantità di Linoleico, è un olio molto simile all'Olio di Mandorla, ma la mia impressione è che sia un pochino più scorrevole ed evanescente sulla pelle.

Olio di Noce: è un olio leggermente diverso dagli altri oli di “noci” che ho provato.
A differenza di altri oli da “noci” (Nocciola, Noce Pecan, Noce Brasiliana, Macadamia ecc...), ha una quantità molto più alta di polinsaturi, in particolare Linoleico.
Insomma andrà a costituire uno degli oli pregiati da inserire in fase C d'ora in poi, ora che ho esaurito l'Olio di Rosa Mosqueta.
Inoltre, a differenza di quest'ultimo, è leggermente meno denso, viscoso e delicato (rispetto all'irrancidimento).

Olio di Babassu: quest'olio è molto simile all'Olio di Cocco, è un acquisto di “prova” che ho fatto per i saponi, soprattutto i Whipped, che vanno fatti solamente con oli molto saturi.
Però non ho ancora avuto la possibilità di provarlo, dato che l'ultimo Whipped Soap che ho fatto con il gruppo di saponificatrici è precedente all'acquisto.

Recentemente mi sono stati regalati 3 esteri inutilizzati da una mia amica che non spignatta da un po' (e che ringrazio qui).
Octyldodecanol (Eutanol G): Regalo azzeccatissimo, infatti l'ho utilizzato per la realizzazione dell'eyeliner “in crema”, primo spignatto decorativo di cui vi parlerò dopo un po' di test d'uso (non mi trucco molto spesso).
La particolarità di questo ingrediente (che ho studiato proprio a seguito del dono), è che si tratta di un alcolo lipofilo, è quindi un emolliente con buone probabilità solventi.
Nelle emulsioni, serve per alleggerire ulteriormente la cascata di grassi, facendo apparire il prodotto   ancora più evanescente. In questo caso è sempre meglio della scelta formulativa di metterci proprio l'Alcol Etilico!

Ethylhexyl Stearate (Tegosoft OS): Altro regalo azzeccatissimo, si tratta di un estere, e in particolare di un estere praticamente eterno, dato che è totalmente saturo. È un ottimo ingrediente per realizzare cascate di grassi particolarmente azzeccate: in particolare un consiglio di Lola sul suo forum è di inserirlo insieme a Propylheptyl Caprylate, Dicaprylyl Ether, Oli medi naturali e Tocoferolo.
Purtroppo mi manca il Dicaprylyl Ether, mi hanno regalato il Dicapryl Ether, leggermente diverso, ma nel caso proverò comunque così.

Dicapryl Ether (Acemoll OE): anche in questo caso un regalo, purtroppo in questo caso non si tratta di un prodotto eterno, infatti questo etere ha indice di Iodio di 95, grossomodo come un Olio di Oliva Extra Vergine.
Insomma sicuramente non delicatissimo, ma da non lasciare troppo tempo lì.
Vi farò sapere della prova sulla cascata di grassi, e nel caso funzioni, sicuramente pubblicherò la ricetta.

In questo periodo mi sono anche adoperata per imparare a fare i primi detergenti.
Dato che è un mondo completamente nuovo rispetto a quello delle creme e dei prodotti Leave-In, gli ingredienti cambiano totalmente.
Dopo essermi ben documentata, ho deciso di optare per alcuni tensioattivi facili da usare, due anionici: Sodium Laureth Sulfate (SLES) e Sodium Lauroyl Sarcosinate, due anfoteri: Cocamidopropyl Betaine e Disodium Cocoamphoacetate e un non ionico: Lauryl Glucoside, da aggiungere a quello che possiedo già come solubilizzante, il Caprylyl/Capryl Glucoside.
Ho scelto questi tensioattivi in particolare per due motivi:
Sodium Laureth Sulfate e  Cocamidopropyl Betaine sono l'accoppiata di tensioattivi più semplici da usare e anche i più economici (e data l'inesperienza non vorrei far andare a male troppi esperimenti).
Ho poi aggiunto altri tensioattivi più delicati e anche più ecobio: Sarcosinato (il top dei tensioattivi ecobio), Amfoacetato e i glucosidi (ho scelto i più semplici da usare).
Sull'argomento tensioattivi ho già scritto questo post riassuntivo, quindi non sto a ripetermi.

Al momento non ho ancora acquistato gli ingredienti “migliorativi” per i detergenti, sto cominciando con ricette molto semplici, utilizzando gli ingredienti “multiuso” che già possiedo, come proteine, glicerina e fruttosio.
A breve, poi vi farò vedere quali detergenti ho provato a fare che mi hanno soddisfatto.

Vediamo un po' cos'altro mi è arrivato di nuovo:
Insieme agli esteri, mi è stato anche regalato un emulsionante che mai e poi mai avrei comprato, data la presenza di silicone in inci: Bis-PEG/PPG-16/16 PEG/PPG 16/16 Dimethicone,  Caprylic/Capric Triglyceride, l'Abil Care 85.
Si tratta di un emulsionante a freddo, e in grado di “recuperare” qualsiasi crema che non stia in piedi (per errori nella quantità o nel procedimento che riguarda l'emulsione a caldo).
Insomma, piuttosto che buttare tutto...si prova a salvare con un po' di emulsionante sintetico.
Un altro emulsionante che ho voluto testare, e che per questo mi è stato dato in piccole quantità, è il Montanov 68 (Cetearyl Glucoside, Cetearyl Alcohol).
In realtà lo acquisterei solamente per realizzare le creme mani, quindi prima di acquistarlo vorrei verificare che sia effettivamente indispensabile, proverò a fare la stessa crema per le mani con questo e con il Metil Glucosio Sesquistearato, e vedrò se per me vale la pena di acquistarlo.
In generale si tratta di un emulsionante adatto a creme ricche e grasse, di norma non si tratta del tipo di creme che uso io, sia nel caso del viso, che del corpo, ad esclusione appunto di creme per le mani o “balsami” riparatori (come ad esempio la Cold Cream Mani 2014 che ho fatto, va benissimo anche per riparare altre zone del corpo che sono state esposte a freddo o intemperie o comunque lesioni superficiali, o il mio Burro Montato all'Aloe, che ad esempio va bene anche per il post-ceretta in diverse aree del corpo).

Ho infine recuperato un gelificante molto particolare: l'Alginato di Sodio, gelificante naturale, ve ne ho parlato qui.
Questo gelificante ha la proprietà specifica di far “respirare” maggiormente la pelle rispetto alla Gomma Xantana, e secondariamente di essere anche un ingrediente lenitivo.
Al più presto ho intenzione di realizzare, con questo ingrediente, il Gel all'Ammonio Lattato (versione idratante). Appena l'avrò fatto vi scriverò un post con la ricetta e inserirò qui il link!

Infine vediamo i nuovi attivi:
Dato l'ordine collettivo che è stato fatto durante il periodo natalizio, Dermolife ha deciso di omaggiarci tutte di un campioncino di Umectol Vegetale, quale occasione migliore per ringraziarli?
Questo è un ingrediente che studiavo da tempo, infatti vi avevo già parlato del NMF cutaneo.
L'Arrivo di questo dono è stato provvidenziale, io l'avrei ordinato con calma, successivamente, penso per il periodo estivo, ma effettivamente ho avuto l'occasione di inserirlo, proprio in questi giorni, in una crema corpo, e dopo un adeguato periodo di test vi posterò la ricetta (se andrà tutto bene chiaramente!).

Bactipur: quest'altro attivo (Candida Bombicola, Glucose, Methyl Rapeseedate Ferment, Aqua, Potassium Sorbate), mi è sempre stato regalato, dalla stessa persona che mi ha regalato tutto il resto (e che ringrazio nuovamente). Data la mia pelle impura, ho deciso di inserirlo nel mio tonico seboriequilibrante, insieme a qualche altra piccola modifica dovuta al diverso rifornimento attuale di materie prime, vi farò sapere come va l'esperimento!

Vitamina C (Ascorbic Acid): ho comprato questo ingrediente per due motivi, il primo è “farmacologico”, mi è stato consigliato di assumere più vitamina C, date le continue ricadute di influenza e raffreddore che ho avuto quest'anno, e visto che il costo delle pastiglie è molto alto, e ho a disposizione una bilancina di precisione a casa, ho voluto risparmiare un po', e la razione di vitamina che prendo quando sono a casa, la prendo sotto forma di polvere sciolta in un bicchiere d'acqua.
Dato però che l'ingrediente l'ho comunque comprato, ho voluto utilizzarlo anche sottoforma di ingrediente cosmetico, ma ve ne parlerò in separata sede spiegandovi come e nel caso gli effetti che ho avuto.

OE di Menta Arvensis: l'ho trovato solamente da Aromazone, quasi tutti i siti dove ho cercato hanno solo quello di Menta Piperita, che non sopporto.
Questo è l'ingrediente che mancava al dopobarba che ho regalato a tutti gli uomini della famiglia 2 Natali fa.
Inoltre è un OE che non crea problemi nei saponi (visto che tutte le fragranze che mi piacciono o ammassano o colorano sigh)!

Anche per oggi è tutto, spero che il post vi sia piaciuto!
Alla prossima!

Rasmus

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giovedì 19 febbraio 2015

Crema Corpo Cacaosa

Ciao a Tutti,
dopo un po' di tempo, torno a proporvi una crema corpo, questa volta ho voluto realizzare una crema adatta all'inverno, piuttosto emolliente e idratante.
Dato che ho inserito del Burro di Cacao e l'ho profumata con “Dark Chocolate” di Gracefruit, l'ho denominata “Crema Corpo Cacaosa”.
La crema doveva essere piuttosto fluida, ma è venuta, nonostante tutto, piuttosto densa per essere da dispenser, quindi ho cercato di smollarla appena appena con il Sodio Lattato (visto che non aveva controindicazioni, anzi), e la ricetta finale mi è piaciuta.
In ogni caso non si intasa il dispenser, quindi anche se è densa, potete tranquillamente usarne uno che sia sufficientemente largo (ad esempio quelli da sapone liquido), mentre potrebbe essere troppo "dura" per gli airless.
Potete quindi decidere voi se la consistenza raggiunta vi piace, o la volete più fluida.

Ecco qui la ricetta:

Fase A1
Acqua Distillata 20
Glicerina 5
Gomma Xantana 0,1

Fase A2
Acqua Distillata 42
Allantoina 0,4
Carbomer  0,2

Fase B
Alcol Cetilico 0,6
Pge-3 Metilglucosio Distearato 3
Olio di Oliva 2
Olio di Soia 2
Olio di Cocco 2
Olio di Jojoba 2
Olio di Avocado 2
Burro di Cacao 0,5
Tocoferolo 1
Coco Caprylate 1
Propylheptyl Caprylate 1

Fase C
Olys 2,1
Olio di Rosa Mosqueta 2
Insaponificabile di Avocado 2
Fenilight 0,5
Dryflo 0,5
Estratto CO2 di Rosmarino 0,1
Pantenolo 75% 2
Gel di Sodio Ialuronato 1% 5
Proteine del Grano 1

Sodio Lattato 0,5


Procedimento:
Innanzitutto si comincia con le due fasi acquose, nel mio caso comincio con quella contenente il Carbomer, non solo perché il mio si scioglie con lentezza, ma anche perché devo prima scaldare per bene l'acqua per disciogliere l'Allantoina.


La seconda fase è molto più semplice, e vi rimando direttamente alla procedura standard per gelificare con la Gomma Xantana.
Una volta pronte le due fasi acquose, si può procedere con quella lipofila.
Si pesano gli oli e gli emulsionanti e si mette a bagnomaria.


Quando entrambe le fasi acquose saranno pronte, potete unirle, attenzione quando cominciate a far si che il contenitore più grande (dove quindi emulsionerete), sia quello dove inserirete la fase acquosa più scomoda da spostare, nel mio caso quella col Carbomer.
Una volta che le cere emulsionanti sono sciolte e avrete raggiunto i 70-75°C potete inserire anche il Burro di Cacao, e una volta sciolto questo potete cominciare ad emulsionare.
Con i Becher è tutto più semplice, potrete inserire a filo la fase lipofila nel Becher contenente quella acquosa, e riuscirete contemporaneamente a frullare col minipimer. 
Con i bicchieri è molto più difficile, perché senza il beccuccio il liquido cola e si sparge ovunque.

Una volta frullato per bene, vedrete che la crema sbiancherà per bene e acquisterà densità.
Andate avanti a frullare per qualche minuto (il tempo dipende molto anche dalla quantità di crema che andrete a preparare, se arrivate a farne 400-500g andate avanti anche più di un paio di minuti, mescolando bene col minipimer, cercando di raggiungere tutti i punti del becher), poi potete togliere il becher dal bagnomaria e attendere che la crema si raffreddi.
Mentre la crema piano piano si raffredda, intanto potete cominciare a preparare la fase C, oltre che dare una sistemata al piano di lavoro.
Innanzitutto potete unire gli oli termolabili della fase C a Dryflo e Insaponificabile di Avocado (il mio è quello fluido di Vernile, non serve inserirlo a caldo, se avete uno degli insaponificabili solidi dovete per forza inserirli in fase B) in un contenitore.
Poi potete intanto tamponare il Carbomer con la Soda Caustica, portando la crema a pH 6.
Successivamente potete inserire gli ingredienti della fase C meno sensibili alle alte temperature, come il conservante (se ad esempio usate Cosgard o Euxyl PE 9010 se li usate al posto del Fenilight che ho usato io) e il Pantenolo (sotto i 70°C).
Dovete invece aspettare che la crema scenda sotto i 45°C per inserire il resto: la fase C oleosa, l'Estratto CO2 di Rosmarino, il Sodio Ialuronato e le proteine.


Una volta raffreddato e inserito tutto, potete misurare il pH, aggiustarlo se serve, e dare una sbattuta alla crema, aggiungere un colorante, se volete, e la fragranza.
Io come vi avevo già anticipato ho scelto “Dark Chocolate” di Gracefruit, che sa più che altro di Cacao Amaro.
La crema infine ha la parvenza di una crema di cioccolato bianco, dato che è leggermente color avorio, e non completamente bianca.
Io come vi avevo già anticipato ho solo aggiunto un pochi di Sodio Lattato per smollarla leggermente.
Questa crema, vi avviso, fa un pochino di scia bianca. Per me non è un problema, dato che mi aiuta ad andare avanti a spalmarla più a lungo, ma se per voi è un problema cambiate ricetta, non vi so dire esattamente perché la fa, anche se immagino che sia la cascata non perfetta.



Gestione delle omissioni e delle sostituzioni:
La crema non è molto complessa, ha solamente una cascata di grassi piuttosto ampia, dato che è una crema piuttosto corposa.
Potete sostituire l'emulsionante principale con il Metil Glucosio Sesquistearato, io ho usato il PGE-3 perché l'avevo finito.
Dato che la crema è tendenzialmente corposa e nutriente, potete anche usare un altro autoemulsionante, come l'Olivem1000 o il Montanov 68, sono abbastanza adatti, anche se non vi so dire se vada ritoccata leggermente la cascata per la densità o per la scia bianca.
Gli oli potete modificarli, potete optare per altri oli medi al posto di Oliva, Avocado e Rosa Mosqueta (potete ad esempio usare Mandorla, Albicocca, Prugna), per altri oli medio-leggeri al posto di Soia, Olys e Cocco (come Vinaccioli, Riso, Girasole, Mais), ma difficilmente potrete sostituire la Jojoba.
Idem per gli esteri, valutate esteri che abbiano simile spreading value.
Potete omettere l'Insaponificabile e le proteine, ma almeno Pantenolo e Sodio Ialuronato li considero necessari come idratanti e rinnovapelle.
Potete sostituire il conservante Fenilight con quello che usate normalmente, essendo un'emulsione non avrete problemi, se non di incompatibilità specifiche che dovrete controllare in scheda tecnica.
Infine il Dryflo non è fondamentale, ma in una crema così nutriente lo considero un'aggiunta utile, rende la crema più setosa e meno untuosa.
Infine l'Estratto CO2 di Rosmarino è sostituibile da Aperoxid o Antiranz, dipende da quale avete voi.
E anche questa volta è tutto!

Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

lunedì 16 febbraio 2015

Prodotti Phytorelax - Linea Karité

Ciao a Tutti,
torno a parlarvi di una delle linee della Phytorelax, dopo avervi parlato della linea Argan, della linea Oliva, e della linea Cacao, vi parlo della linea Karité:

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Burro di Karitè 98%:

Butyrospermum Parkii Butter, Butyrospermum Parkii Extract, Prunus Amygdalus Dulcis Oil, Tocopherol, Parfum, Helianthus Annuus Seed Oil, Hexyl Cinnamal, Citronellol, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool, Cinnamyl Alcohol, Limonene, Geraniol, Isoeugenol

100 ml
9 € circa

Questo primo prodotto non è altro che un Burro non non montato, a base di Burro di Karité, con l'aggiunta di Olio di Mandorle e Girasole, Estratto di Karité, Tocoferolo e fragranza.
È un prodotto assolutamente valido, ma niente che non possa essere riprodotto in casa, con un costo assolutamente ridotto, non più di 4-5 euro per 100g (che sono poco più di 100ml)
Ve lo consiglio solamente se non avete proprio intenzione di spignattare nulla, nemmeno questi prodotti molto semplici da creare.

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Crema Multiuso Dermoprotettiva:

Aqua, Cetyl Alcohol, Glycerin, Cetearyl Alcohol, Glyceryl Stearate, Butyrospermum Parkii Extract, Sodium Cetearyl Sulfate, Argania Spinosa Kernel Oil, Hordeum Vulgare Wax, Helianthus Annuus Seed Oil, Parfum, Tocopherol, Citric Acid, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Ethylhexylglycerin, Hexyl Cinnamal, Citronellol, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool, Cinnamyl Alcohol, Limonene

250 ml
7,80-8,95 €

Questa crema mi da l'impressione di essere parecchio cerosa, non c'è del vero Burro di Karité, ma un estratto della stessa pianta, insieme ad oli e fattori di consistenza lipofili (che comunque fungono da emollienti).
Il tutto con un pochino di Tocoferolo, unico attivo presente e fragranza.
Prodotto buono, completamente verde ad esclusione degli allergeni del profumo, anche se sicuramente non proprio economico, visto che non è niente di più di una crema semplicemente idratante ed emolliente, non ha nemmeno una fase acquosa gelificata, che permette la presenza di un migliore effetto idratante.
Io vi consiglio di prenderla in offerta!

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Crema Ricca Nutriente Intensiva:

Aqua, Caprylic/Capric Triglyceride, Cetearyl Alcohol, Butyrospermum Parkii Butter, Glyceryl Stearate, Sodium Stearoyl Lactylate, Coco-Caprylate, Hexyldecanol, Hexyldecyl Laurate, Cetyl Palmitate, Cocoglycerides, Sodium Lauroyl Glutamate, Stearic Acid, Helianthus Annuus Seed Oil, Parfum, Xanthan Gum, Sodium Phytate, Tocopherol, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Ethylhexylglycerin, Hexyl Cinnamal, Citronellol, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool, Cinnamyl Alcohol, Limonene, Geraniol

300ml
8,91-9,95 €

Qui cambia completamente la cascata dei grassi e anche di emulsionanti. Abbiamo una cascata di grassi meno cerosa, e più orientata su oli, ma soprattutto esteri, un prodotto ben più simile ad una crema O/A “standard”.
Anche in questo caso non abbiamo nessun attivo oltre al Tocoferolo, ma sicuramente ci troviamo di fronte ad un prodotto più leggero e meno “pesante”. Abbiamo anche qui qualche fattore di consistenza lipofilo.
L'unica “mancanza” di questa formula è un pochino di Glicerina, che renderebbe il prodotto più idratante sul lungo termine.
Anche in questo caso vi consiglierei di comprare il prodotto solamente in offerta! A prezzo pieno costa davvero troppo per quello che contiene.

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Latte Corpo:

Aqua, Cetearyl Alcohol, Caprylic/Capric Triglyceride, Oryza Sativa Bran Oil, Coco-Caprylate, Sodium Stearoyl Lactylate, Propylheptyl Caprylate, Butyrospermum Parkii Butter, Helianthus Annuus Seed Oil, Glyceryl Stearate, Sodium Lauroyl Glutamate, Stearic Acid, Parfum, Xanthan Gum, Sodium Polyacrylate, Tocopherol, Citric Acid, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Ethylhexylglycerin, Hexyl Cinnamal, Citronellol, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool, Cinnamyl Alcohol, Limonene, Geraniol

250 ml
3,90-5,90 €

In questo caso la formulazione è abbastanza simile al prodotto precedente, la cascata di grassi e gli emulsionanti hanno molti punti in comune.
In questo caso però, abbiamo una gelificazione mista, e compare il primo ingrediente a pallino rosso. Io considero il Poliacrilato assolutamente valido, e per questo immagino che la crema sia leggermente più fresca ed evanescente rispetto alla precedente, nonostante siano per molti versi simili.
Anche in questo caso è un peccato che non abbiano aggiunto una piccola quantità di Glicerina, assolutamente irrilevante economicamente, ma almeno il prezzo comincia ad essere accettabile.

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Crema Mani Intensiva:

Aqua, Cetyl Alcohol, Glycerin, Cetearyl Alcohol, Glyceryl Stearate, Butyrospermum Parkii Butter, Ethylhexyl Stearate, Coco-Caprylate, Sodium Cetearyl Sulfate, Helianthus Annuus Seed Oil, Parfum, Tocopherol, Citric Acid, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Ethylhexylglycerin, Hexyl Cinnamal, Citronellol, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool, Cinnamyl Alcohol, Limonene

75ml
3,75-5,95 €

Qui finalmente viene inserito un ingrediente igroscopico: la Glicerina, così da veicolare l'idratazione sulla cute e mantenerla.
Per il resto gli ingredienti sono molto simili a quelli che si sono già visti nelle formule precedenti.
Penso si tratti di una crema mani moderatamente untuosa, e non particolarmente evanescente, non ha particolari ingredienti “barriera” o rigeneranti, ma penso possa andare bene come semplice prodotto emolliente.
Anche qui vale sempre la regola dell'acquisto durante le offerte, il prodotto non vale il prezzo pieno indicato, nonostante sia quasi totalmente a pallino verde!

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Crema Viso 24h:

Aqua, Aloe Barbadensis Gel, Caprylic/Capric Triglyceride, Cetyl Alcohol, Coco-Caprylate, Butyrospermum Parkii Butter, Cetearyl Alcohol, Glyceryl Stearate Citrate, Propylheptyl Caprylate, Glyceryl Caprylate, Glycerin, Helianthus Annuus Seed Oil, Citrullus Lanatus Fruit Extract, Citrulline, Sodium Hyaluronate, Sodium Polyacrylate, Xanthan Gum, Parfum, Tocopherol, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Lactic Acid, Hexyl Cinnamal, Ethylhexylglycerin,  Citronellol, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool, Cinnamyl Alcohol, Limonene

50 ml
11,20-12,95 €

Questa crema viso ha una cascata di grassi piuttosto simile a quella delle altre creme della marca, e anche il mix emulsionante è simile, ma non identico.
Questa infatti è una delle creme viso che un po' si discosta dalle altre.
Gli attivi stessi sono stati cambiati: Estratto di Cocomero, Citrullina, al posto del mix antiage già pronto Pepha Tight 3 e dei soliti insaponificabili. In comune rimangono solo Sodio Ialuronato e Tocoferolo.

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Latte e Tonico 2 in 1:

Aqua, Rosa Centifolia Flower Water, Cetearyl Alcohol, Caprylic/Capric Triglyceride, Ethylhexyl Stearate, Coco-Caprylate, Sodium Lauroyl Glutamate, Butyrospermum Parkii Extract, Helianthus Annuus Seed Oil, Glyceryl Stearate, Sodium Lauroyl Glutamate, Stearic Acid, Parfum, Xanthan Gum, Sodium Polyacrylate, Tocopherol, Citric Acid, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Ethylhexylglycerin, Hexyl Cinnamal, Citronellol, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool, Cinnamyl Alcohol, Limonene

250 ml
4,90-6,95 €


Come al solito sorrido un po' quando vedo la definizione “Latte e Tonico 2in1”, non capisco come possa un prodotto con una fase grassa...considerarsi anche un tonico.
Per quanto mi riguarda le funzioni del tonico sono: 1) astringente, ovvero un prodotto acquoso che contiene solo questa sostanza e quindi viene usato solo a questo scopo 2) un tonico con “attivi” come potrebbe essere un banale tonico con semplice aggiunta di Vit.C fatto al momento o arricchito da ingredienti idratanti, purificanti ecc...
Ma in tutti i casi si tratta di un prodotto Leave-In.
Un latte detergente mai lo sarà. Quindi valutiamolo per quello che è: una formulazione assolutamente buona per un prodotto detergente, ma non sgrassante come può essere un normale “sapone liquido” o detergente specifico. In questo caso viene spacciato anche per tonico per il semplice contenuto di Acqua di Rose.
Sull'efficacia come detergente o struccante non posso garantire, ma è sicuramente un prodotto ben formulato sulla carta, e quasi del tutto verde. In offerta raggiunge anche un buon rapporto qualità/prezzo.

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Bagno Crema:

Aqua, Glycerin, Sodium Coco-Sulfate, Cocamidopropyl Betaine, Coco-Glucoside, Sodium Lauroyl Sarcosinate, Decyl Glucoside, Behenamidopropyl Dimethylamine, Butyrospermum Parkii Butter, Lactic Acid, Glycol Distearate, Parfum, Sodium Chloride, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Ethylhexylglycerin, Hexyl Cinnamal, Citronellol

500 ml
3,90-6,95 €

Vi ho già detto più volte come la penso sul Sodium Coco-Sulfate, non è diverso dall'SLS, ma qui si può pensare che sia ben bilanciato sia dalla betaina, che dalle aggiunte di un surgrassante: il Burro di Karité, e al Glycol Distearate
Inoltre sono presenti tanti tensioattivi diversi e tutti in quantità inferiori alla Glicerina.
Si può davvero pensare che sia un prodotto davvero delicato, anche se la verifica è assolutamente necessaria.
Se lo trovate in offerta vale assolutamente la pena di provarlo!

Phytorelax Laboratoires – Karitè – Doccia Crema 2in:

Aqua, Glycerin, Sodium Coco-Sulfate, Cocamidopropyl Betaine, Coco-Glucoside, Sodium Lauroyl Sarcosinate, Decyl Glucoside, Behenamidopropyl Dimethylamine, Butyrospermum Parkii Butter, Lactic Acid, Glycol Distearate, Parfum, Sodium Chloride, Phenoxyethanol, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid, Ethylhexylglycerin, Hexyl Cinnamal, Citronellol

250 ml
3,90-5,95 €

Questo prodotto ha esattamente lo stesso inci del precedente, nonostante sia venduto sotto un nome diverso, e il formato ridotto.
Non posso garantire che sia identico poi nella pratica, potrebbero anche essere stati usati gli ingredienti a diverse percentuali, nonostante l'inci sia rimasto invariato.
In ogni caso, vista l'abissale differenza di prezzo, io opterei in ogni caso per il primo prodotto.

Anche per oggi è tutto!
A presto!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Biodizionario.it, Promiseland.it e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

giovedì 12 febbraio 2015

Deodorante all'Urea, deodorante adatto ai periodi freddi

Ciao a Tutti,
scusate l'assenza di quest'ultima settimana, ma l'influenza di quest'anno mi ha proprio stroncato! Mai passata una settimana in queste condizioni!
Ma adesso che sto meglio, vi farò vedere come realizzare un semplice deodorante spray a base di Urea come principio attivo.
La ricetta è stata originariamente elaborata da Anto sul forum di Promiseland, dato che ho notato di avere tutti gli ingredienti, ho deciso di provare a farlo, dato che sono una fan dei deodoranti spray.
Penso non ci siano controindicazioni anche a realizzare un deodorante in gel, gelificando con Xantana, ma non ho mai provato.
Si tratta comunque di un deodorante alcolico, se avete problemi con questo ingrediente potete provare senza, e vedere se funziona ugualmente, altrimenti non fatelo. Probabilmente non è adatto a voi.

Prima di postare la ricetta però vi dico cosa ne penso:
Non è un deodorante estremamente efficace, per quanto mi riguarda funziona benissimo solo come deodorante invernale, ma non tutta la giornata, e solo se uso abiti non sintetici, ma proprio la questione "deodoranti" è una questione altamente soggettiva. Se avete gli ingredienti, e cercate un prodotto "riposa-ascelle", secondo me può valer la pena di tentare.
Spesso si è costretti ad usare antitraspiranti o Bicarbonato durante la stagione estiva, e per prevenire eventuali irritazioni la cosa migliore è sospenderne l'utilizzo almeno quando non serve. Io questo l'ho usato da inizio dicembre ad ora, metà febbraio, e non mi ha dato problemi, anche se appunto, non è un prodotto efficace "sotto sforzo".

Ricetta:

Acqua/Idrolato 82,5
Alcol Etilico 10
Glicerina 5
Tetrasodio Etidronato 30% 1
Urea 1
Euxyl PE 9010 0,5
OE Opzionale 1-3gtt
Acido Lattico q.b.

La realizzazione è molto semplice, nonostante gli ingredienti non siano fra i più comuni, infatti non ci ho messo neanche 20 minuti a prepararlo, compreso il tirar fuori il materiale e risistemare il piano di lavoro quando avevo finito.
Allora, per prima cosa basta inserire gli ingredienti in questo ordine: Acqua/Idrolato, Alcol, Glicerina, Tetrasodio Etidronato.
A questo punto dobbiamo aggiustare il pH della soluzione, dato che il  Tetrasodio Etidronato avrà alzato di molto il pH, e l'Urea sopra a pH 5,5-6 libera Ammoniaca.
Aggiustiamo il pH con l'Acido Lattico, fino ad arrivare a 5.
A questo punto possiamo inserire l'Urea, e rimisurare il pH, verificando che non sia salito, nel caso riaggiustiamo.
Sarà sufficiente, ora, aggiungere il conservante e l'eventuale OE.
Potete scegliere voi quale inserire, anche se l'ideale è mettere qualcosa che stia bene insieme all'Idrolato che avete scelto, e insieme anche proprietà antibatteriche.
Io ho scelto Tea Tree e Limone, 1 goccia del primo, e 2 del secondo.
Per sicurezza, verificate il pH dopo qualche ora, e anche il giorno dopo, se è salito vuol dire che qualcosa non ha funzionato come doveva, e potrebbe essere da buttare.
In ogni caso è consigliabile snasarlo con regolarità, dato che l'Urea ha la brutta abitudine di liberare facilmente Ammoniaca, nel caso ne sentiate l'odore buttatelo. Ormai anche riabbassando il pH non sarà possibile salvarlo.

Non ci sono sostituzioni possibili, non sono a conoscenza di eventuali incompatibilità di altri conservanti, quindi non mi sento di “autorizzarvi” a provare il Cosgard o qualcos'altro (sicuramente niente di liposolubile, qui non abbiamo grassi, ne solubilizzante).
L'idrolato è stato inserito come base profumante, quindi potete decidere voi quale usare, non creerà problemi usare Acqua di Rose, o anche una parte di Acqua di Amamelide, che potrebbe coadiuvare l'azione deodorante del prodotto con un leggero effetto astringente, ma proverò per la prossima volta, e non a breve, dato che ne ho ancora usato molto poco in questi 3 mesi scarsi!

Ecco, anche per oggi è tutto!
A presto!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

sabato 7 febbraio 2015

La Storia del Cosmetico: dall'origine della civiltà al tardo medioevo

Ciao a Tutti,
questa volta voglio parlarvi di un argomento piuttosto particolare, voglio fare qualche accenno di storia della cosmesi.

Innanzitutto, definiamo cosa vuol dire Cosmetico: la parola deriva dal greco κόσμος (kósmos) che significa "ordine", da cui kósmesis: mettere in ordine, abbellire.
Viene convenzionalmente classificata in funzione dei diversi ambiti applicativi:
  • Cosmetica, per la cura del corpo, viso, capelli
  • Cosmesi decorativa o Trucco (Make-up)
  • Detergenza e Igiene personale
  • Profumeria

Vi ho già parlato della storia del sapone, dove vi ho parlato delle prime testimonianze archeologiche riguardo la diffusione del Sapone di Aleppo, che risalgono al 2500 A.C. a Babilonia, ma l'origine della cosmesi è ben precedente. Infatti la prima rappresentazione di figure umane con il viso e il corpo dipinti viene datata prima ancora della civiltà Egizia, prima quindi del 5000 A.C.
Durante quest'era è riconoscibile nelle rappresentazioni anche la presenza di tatuaggi.
Ma la prima prova archeologica concreta dell'uso dei cosmetici è stata indivdiduata nell' Antico Egitto attorno al 5000 A.C., infatti sono stati rinvenuti contenitori all'interno di alcune tombe.
I residui analizzati indicavano la presenza di composti a base di Piombo e Olio di Oliva, ed è certo che fossero utilizzati profumi in forma solida, probabilmente a base di resine vegetali, che venivano applicate in cima alla testa, durante i ricevimenti.
Inoltre è fatto ben noto, nelle raffigurazioni egizie, come fosse già diffuso il cosmetico decorativo, in questo caso dell'uso del Kajal per definire il contorno dell'occhio.
Inoltre erano in uso diverse tecniche cosmetiche: 

  • La depilazione tramite una pasta depilatoria a base di calce, Amido e arsenico, e tramite la prima “ceretta” a base di Zucchero e Cera d'Api.
  • L'uso di succhi ricchi di Acido Citrico per lavare i capelli e diversi oli come nutrienti dopo il lavaggio o per stimolare la crescita dei capelli, come l'Olio di Mandorle, di Rosmarino o di Ricino.
  • Colorazione dei capelli, tramite l'Hennè (Lawsonia Inermis), colorante più usato nella storia, per ottenere un colore rosso-aranciato, mescolato però a sangue di bue e/o girini schiacciati per ottenere diverse tonalità di rosso, oppure l'Indaco (Indigofera Tinctoria), per ottenere il colore nero.

Risale invece a molto più avanti la prima prova storica dell'uso del sapone in Egitto: 1550 A.C., dove si apprende di un metodo per ottenere sapone mescolando grasso animale, oli vegetali e un minerale chiamato “Trona”, fonte di Soda (si tratta infatti di un carbonato acido di sodio biidrato)

È stato invece durante l'impero Babilonese, che si è diffuso il primo sapone. Prima di questa scoperta venivano sfruttate le proprietà di alcune Argille o Piante Saponifere.
Nel primo caso un esempio di argilla con queste proprietà è il Ghassoul, diffuso nella cultura marocchina più recente, nel secondo caso si parla in particolare di piante ricche di Saponine, sostanze che hanno un'azione detergente più blanda del vero e proprio sapone, ma riescono ad avere una certa azione detergente.
All'inizio l'uso del sapone era più che altro diffuso per la pulizia dei tessuti, dato che la saponificazione di sego e scarti animali tendeva a generare prodotti maleodoranti, e l'utilizzo della liscivia come base generava prodotti tendenzialmente caustici, data la mancanza dei calcoli sulla saponificazione che si sono potuti sviluppare in epoche successive.
In ogni caso è difficile comprendere esattamente quando si è diffuso il sapone vero e proprio ad uso cosmetico, si tratta di un prodotto piuttosto biodegradabile, per cui non rimangono facilmente tracce attraverso i secoli, la prima testimonianza attendibile risale comunque al 2800 A.C., mentre risale al 2200 A.C. la prima “ricetta” sumera di un sapone composto di Acqua, alcali e Olio di Cassia.
Sempre da una zona mediorientale, sono noti i leggendari bagni nutrienti di Birra della regina Seramide (IX sec A.C) in Assiria.
Attorno alla sua figura si pensa che si fosse sviluppato un ramo di cosmesi fitoterapica.
Comunque, in tutte le popolazioni mediorientali (Egizi, Medi, Fenici, Ebrei) si sono sviluppate nei diversi periodi storici, diverse tecniche cosmetiche, probabilmente favorite dalla reperibilità degli ingredienti primari quali vegetali e minerali.
Erano molto diffusi presso tutti questi popoli gli oli profumati e le tinture, ma con l'aumento degli spostamenti tra Palestina e Siria, si diffuse anche l'uso dell'Antimonio (Solfuro di Antimonio o Stibnite) usato sia come medicamento, sia per truccare gli occhi.

Prima del contatto tra Oriente e Occidente, avvenuto con la diffusione della civiltà greco-romana, si notano i riferimenti biblici riguardo l'uso di ungersi e profumarsi della popolazione ebraica, soprattutto come segno di benvenuto da parte del padrone di casa nei confronti di un ospite.
Inoltre, durante il regno di Re Davide, era in uso un particolare stratagemma cosmetico, l'uso di piccole particelle d'oro cosparse tra i capelli lunghi e sciolti sulle spalle.
Qui le traduzioni diventano ambigue, soprattutto nei riferimenti biblici, e le parole usate non sono sempre indicative di un riferimento certo. Ad esempio con la parola “sapone” è stato tradotto un termine generico “borith”, che in ebraico indica anche la liscivia.

Successivamente, anche nella Grecia Antica si possono riscontrare usi e costumi a livello di cosmesi: le donne della Magna Grecia usavano fare il Bagno alla Lavanda, e successivamente si facevano massaggiare con oli e unguenti profumati.
Per quanto riguarda invece la cura dei capelli, facevano largo uso di essenze aromatiche a base di fiori e spezie (in particolare Incenso e Mirra), e utilizzavano molto l'Olio di Oliva, unguenti e Cera d'Api come nutrienti.
Dato che la maggior parte della popolazione greca aveva i capelli neri, e che l'ideale estetico era quello nordico, associato ad un modello di perfezione divina, si è diffusa la decolorazione e colorazione dei capelli tramite Acqua di Potassio (bicarbonato di potassio mescolato con acqua di acido carbonico) e fiori di Zafferano.

Il periodo dell'antichità classica è stato anche il periodo di contatto tra Oriente e Occidente, epoca in cui comincia a diffondersi l'uso dei rimedi cosmetici mediorientali anche fra Greci e Romani, complice anche la diffusione delle Terme, non solo luogo di cura del corpo, ma anche ritrovo sociale.
Inizialmente non era conosciuto il sapone, quindi per la detersione venivano piuttosto usate la Pietra Pomice, anche unita a Olio di Oliva, la Creta polverizzata finemente, la polvere di Equiseto o la farina di Fave (Lomentum), e dopo il bagno era uso massaggiare il corpo con Olio di Oliva o unguenti profumati da varie essenze: Rosa, Gelsomino, Nardo ecc...
Le dame di ceto sociale elevato potevano anche scegliere di lavarsi con Latte d'Asina, che è un po' il “prototipo” di un latte detergente moderno.
Nella Roma Imperiale, l'aspetto fisico assunse una certa importanza, quindi si diffusero diversi metodi per correggere i difetti del corpo, oltre ad una maggiore attenzione per la pulizia e l'igiene:
Si diffusero nei artificiali, si diffuse l'uso di tinture per capelli per coprire l'ingrigimento: i coloranti erano realizzati con formule diverse, mescolando l'Henné con altre erbe per capelli rossicci, fiori di Zafferano per capelli biondi, e una ricetta di Plinio il Vecchio per tingere i capelli di colore nero: "Applicare una sanguisughe che hanno marcio nel vino rosso per 40 giorni, e, con il succo ottenuto, colorare i capelli". Per decolorare veniva usata l'Acqua di Potassio, come avveniva per i Greci, ma anche il Perossido di Idrogeno o la Candeggina.

Questa è anche l'epoca in cui si è diffuso l'uso della Biacca, o Bianco di Piombo, un pigmento usato successivamente anche per la pittura.
Si tratta del primo colorante coprente sviluppato, prima dei pigmenti moderni (Bianco di Zinco e Bianco di Titanio), veniva usato dalle donne romane e greche inserito in una “crema” chiamata Nivea Cerussa, che donava freschezza alle guance, ma con un residuo radioattivo.
La Biacca non era l'unico belletto, si potevano trovare anche:
  • Polvere di Ematite, come cipria
  • Polvere di Minio, Succo di More, Cocciniglia come pigmenti labbra
  • Polvere di Croco, Malachite o Azzurrite come pigmenti occhi
  • Inchiostro di Seppia, Noccioli di Datteri Bruciati come pigmento nero per scurire ciglia e sopracciglia
Oltre a questo si diffusero anche le Paste Depilatorie, a base di olio, pece, resina e sostanze caustiche, in grado di eliminare i peli superflui.

Tutti questi prodotti cosmetici, comprese anche le maschere di bellezza notturne venivano preparati freschi da schiave specializzate, chiamate Cosmetae.
È stato questo il periodo storico in cui si pensa siano state elaborate le prime creme, che chiaramente avevano ben poco in comune con quelle moderne, si tratta infatti di “Cold Cream”, ovvero unguenti con una piccola percentuale di acqua.
Il nome deriva dall'effetto rinfrescante del prodotto, rispetto all'uso di un unguento, unico prodotto conservabile in precedenza.
La ricetta base della Cold Cream, elaborata da Galeno, prevedeva la fusione di Cera d'Api in Olio, e l'aggiunta di Acqua di Rose fino ad un quinto del prodotto, ed è stata la ricetta base per le creme mantenuta fino al 1600.

Successivamente, con la caduta dell'impero romano, l'arte della cosmesi andò evolvendosi con il crescente contatto con i popoli orientali, in particolare, successivamente alle crociate, vennero importate in Europa le tecniche di saponificazione arabe.
Infatti gli Arabi, già nell'800 D.C., potevano vantare un'arte saponifera di lunga tradizione, il famoso Sapone d'Aleppo, ottenuto con un'elaborata lavorazione di Olio di Oliva e Olio di Alloro.
Si conosce poco sull'uso del sapone durante il periodo successivo alla caduta di Roma, ma è sicuro che fossero esistiti dei fabbricanti di sapone in Europa a partire dal basso medioevo.
In precedenza è sicuro che qualcosa di simile venisse prodotto, ma a partire da grasso di maiale o bue e cenere di legna (contenente sali alcalini simili alla Potassa).
L'Italia fu forse la prima a produrre i saponi solidi, delicati e adatti all'igiene personale che assomigliano tanto all'originale Sapone di Aleppo, ma che vengono denominati Sapone di Marsiglia.
I centri più importanti furono Venezia, Genova e Savona (da notare l'assonanza con il termine francese "savon", sapone), aree caratterizzate anche dalla disponibilità di piante dalle cui ceneri si può ottenere soda, e di Olio di Oliva, grasso molto più adatto alla produzione di un sapone adatto alla detersione umana, rispetto ai precedenti saponi ottenuti da scarti di grasso animale.
Il resto della cosmesi restò a lungo condannato, per l'avvento della cristianità, che condannava ogni attenzione all'esteriorità, a fronte di un maggiore impegno nello sviluppo della moralità.
Solamente durante il basso medioevo si riscoprirono le diverse tecniche cosmetiche dalle tinture ai belletti, fino ad arrivare a trattamenti molto particolari. Questi trattamenti permettevano grandi manifestaziioni di vanità presso le grandi corti europee.
Furono riscoperti i metodi per imbiondire i capelli, per rendere liscia e bianca la pelle, Antimonio e Nerofumo per annerire sopracciglia e ciglia, nei finti, Minio e Zafferano per i rossetti adatti a colorire guance e labbra, Salvia per profumare l'alito, Biacca per sbiancare la pelle, e in particolare la Scuola Medica Salernitana permise la diffusione di alcuni metodi cosmetici tramite un famoso scritto di Trotula de Ruggiero (1050-1097): “De Ornatu Mulierum”, opera molto letta in questo periodo e nei secoli successivi, diffusa tramite almeno 100 manoscritti in tutta Europa.
In particolare, in questo manoscritto sono rilevanti alcune ricette a base vegetale per curare i capelli, tingere i capelli, depilare il corpo.
Successivamente, è stato durante il Rinascimento che l'estetica assunse un nuovo ruolo nella società: 
Venivano usate Mandorle e Fave triturate per realizzare polveri cosmetiche, Allume per dare un colore rosato alle guance e infine anche impacchi di bellezza, realizzati con Limone, Aceto e Albume.
Imbellettarsi diventò una vera e propria consuetudine sociale, in ogni ceto sociale, anche se in modo differente.

A questo punto, dato che ho scritto davvero tanto, mi fermo, e rimando il periodo post-Rinascimentale ad un secondo post.

Spero vi interessi l'argomento, abbastanza da leggere anche la seconda puntata!
A presto!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione