lunedì 2 novembre 2015

Qualche consiglio per non farsi fregare dal Marketing Cosmetico!

Ciao a Tutti,
qualche tempo fa avevo già parlato di qualche strategia per valutare i prodotti in commercio, senza farsi fregare dal marketing.

Continuo a parlarvene oggi, affrontando diversi aspetti.

1) i prodotti “riparatori” per capelli:
Il capello, altro non è che un accumulo di proteine, a differenza dell'epidermide, non vi è alcun “ciclo di vita” cellulare, quindi nessun cosmetico può vantare capacità rigeneranti, per il semplice fatto che si tratta di un semplice tessuto morto.
Il massimo che si può fare, è “tutelarlo” il più possibile, ma nessun prodotto per capelli risulta in grado di riparare i danni subiti, e la semplice applicazione di acqua può mettere a rischio l'integrità strutturale del capello, quindi evitare qualsiasi tipo di danni nella vita quotidiana è impossibile.
Quello che un prodotto cosmetico può fare è rendere meno visibile il danno, ma per esempio, nel caso delle doppie punte, non si va a rimarginare la spaccatura della fibra capillare, si va solo a chiuderla temporaneamente.
Anche la semplice applicazione di acqua fa aderire i lembi di fibra, facendo sì che il capello sembri integro, anche se per un breve periodo di tempo.
L'unico possibile effetto di un cosmetico è protettivo, ovvero un buon prodotto condizionante può effettivamente formare una pellicola sul capello, in grado di limitare le blande aggressioni meccaniche che possono intervenire durante le normali routine: detersione, styling, brushing ecc...
Questo effetto non è “sistemico”, ma solamente meccanico, il capello viene reso più scorrevole, e questo è possibile anche senza utilizzare prodotti con ingredienti all'ultima moda. Per molte chiome basta del semplice Gel ai Semi di Lino fatto in casa.
A questo proposito non posso che nominare la famosa moda del Cowash, che sicuramente non è altro che una pratica nociva in questo senso.
Se si vuole preservare il più possibile un tessuto morto, l'ultima cosa a cui penserei è di andarlo ad abradere meccanicamente.

2) i prodotti contenenti collagene/elastina:
è interessante come siano in commercio un sacco di prodotti antiage (spesso anche costosissimi), che vantano un consistente apporto di collagene o altre molecole, che, è vero, negli strati profondi della pelle svolgono un ruolo chiave, ma che risultano completamente inutili se apportati dall'esterno, dato che nulla penetra in profondità se non sotto i 500 Dalton.
Mi concentro in particolare sul Collagene, ma lo stesso vale anche per Elastina e Sodio Ialuronato, se non dichiaratamente a basso/bassissimo peso molecolare.
Tutte queste molecole non riusciranno mai a superare lo strato corneo della pelle, infatti si tratta di molecole molto pesanti e di grandi dimensioni, che non possono filtrare dai piccoli spazi che l'epidermide lascia scoperti.
La pelle infatti nasce come barriera biologica; che barriera sarebbe se potesse entrare tutto ciò che le spalmiamo sopra?
Ci sono un sacco di ingredienti in grado di arrivare dove serve, ma tra questi non le proteine o i polimeri di grandi dimensioni, come appunto le molecole che ho nominato.
L'unico modo per evitare l'invecchiamento “visivo” della pelle, che non è altro che dovuto ad una diminuzione della concentrazione di Collagene, Elastina, ma di tantissime altre molecole, nei tessuti  maturi, è agire dall'interno (se si esclude il chirurgo naturalmente!).
Ovvero apportare quanto più possibile sostanze antiossidanti e acqua ai tessuti, che non significa altro che seguire uno stile di vita il più possibile sano.
Infatti l'unico vero modo per apparire più giovani, sta nell'essere il più possibile sani, con tutte le possibili predisposizioni genetiche, che purtroppo non possono essere modificate.
Non esistono i miracoli, quindi diffidate da quei prodotti costosissimi che dichiarano di poterli fare.
Il massimo “miracolo” possibile a livello cosmetico è la realizzazione di una crema Soft-Focus Effect, ovvero di una crema che sfruttando alcune leggi dell'ottica, riesce a rendere meno visibili rughe, imperfezioni, discromie ecc...donando quindi un aspetto più uniforme, e quindi apparentemente più giovane.
Lo stesso vale per prodotti che vantano l'azione precisa e univoca volta alla stimolazione del metabolismo di queste stesse sostanze.
Sarebbe quello che ci si aspetta più che altro da un farmaco.

3) i prodotti a “rapido assorbimento”:
molti prodotti vengono reclamizzati per il loro presunto “rapido assorbimento”, magari nonostante vantino una spiccata azione emolliente e idratante.
Il modo principale per non farsi imbrogliare è banale: comprendere che quello che noi vediamo come un “assorbimento”, altro non è che l'evaporazione della frazione acquosa del prodotto.
In sostanza quello che dovremmo ricercare nel prodotto, non è il “rapido assorbimento”, ma quello che alla nostra pelle serve.
In sostanza è perfettamente inutile usare un cosmetico ad altissima percentuale acquosa se la pelle richiede una cospicua emollienza.
Non deve stupire se il prodotto, è vero, si assorbe in fretta, ma non risolve un problema dovuto al calo della barriera protettiva della pelle.
In sostanza quando una crema viene spalmata, quello che rimane è principalmente il contenuto salino ed idrofilo (se ad esempio vengono inseriti nel prodotto ingredienti simili ad un NMF ricostituito) e la fase grassa, cruciale nel determinare quanto untuosa rimarrà la pelle a seguito dell'applicazione.
Se con qualche accorgimento di formulazione è possibile rendere il più possibile “setosa” e non unta una crema con una buona emollienza, è anche impossibile rendere l'applicazione di un prodotto efficace, paragonabile alla pelle “asciutta”.
Un prodotto sensorialmente asciutto può essere spiegato dall'uso di emollienti ad alto spreading value, fattore che influisce meno sull'efficacia finale del prodotto, oppure dall'aggiunta di ingredienti volatili (cioè che tendono ad evaporare al contatto con la pelle), sia che si tratti di emollienti (come ad esempio alcuni siliconi), che di solventi (come ad esempio Alcol Etilico, Propylene Glycol ecc...).
Queste ultime due soluzioni, sottraggono però percentuale grassa utile. Rendono si il prodotto setoso e piacevole da spalmare, leggerissimo e inconsistente, ma non devono essere presenti a percentuali troppo alte, altrimenti vanno a limitare l'emollienza del prodotto, fino a renderlo inutile o peggio dannoso (cosa che succede ad esempio alle creme con alta percentuale alcolica), fino al punto da convincere il consumatore a riapplicare il prodotto, così da instaurare un circolo vizioso.
Molto meglio dare “tempo” ad una crema che “si sente” sulla pelle, piuttosto che cercare il prodotto “che sembra non esserci”, ma che poi risulta inefficace, quasi come l'applicazione del nulla.

4) i detergenti “idratanti”, “antiage”, snellenti ecc...
come avevo già scritto parlando del sapone, i detergenti non hanno altro ruolo che quello di lavare.
La pelle è già difficile che riesca ad assorbire tutti gli ingredienti attivi di un prodotto Leave-In, figuriamoci se si tratta di un prodotto che rimane sulla pelle pochi secondi prima di essere lavato via.
Qualsiasi prodotto Rinse-Off che vanta questo tipo di proprietà è assolutamente fuorviante. Non può fare nulla di ciò che promette, serve solo a detergere la pelle, come un qualsiasi prodotto lavante, quindi meglio risparmiare soldi, e comprare del semplicissimo detergente che abbia i giusti tensioattivi delicati, forse costerà qualcosa di più dei classici detergenti a base di SLES, ma sicuramente meno di detergenti delicati, ma anche pieni di “poesia”, che finirà dritta nello scarico.

5) gli oli “non unti” o “oli secchi”:
Tutti i veri e propri oli fanno principalmente una cosa: ungono. Anche quelli composti da emollienti più leggeri.
Diffidate da tutti i vari prodotti commerciali che vantano di essere oli (e quindi di svolgere il ruolo emolliente degli oli), ma non ungono, non possono apportare la stessa emollienza degli oli.
Il potere emolliente è dato dalla capacità occlusiva di un prodotto, in grado di ridurre la “Perspiratio Insensibilis”, se il prodotto tende ad essere volatile, come nel caso dei numerosi oli secchi a base di siliconi volatili (es. Cyclopentasiloxane), il potere occlusivo tende a venire meno, e inoltre il prodotto è pure poco ecosostenibile.
Se l'applicazione di un olio puro (trigliceride) soddisfa appieno nei risultati, ma tende a risultare spiacevole per la sensazione di unto, a mio parere la migliore soluzione a questo punto è puntare ai pochi prodotti a base di esteri/eteri, che comunque differiscono chimicamente dagli oli, ma effettivamente risultano essere dei buoni emollienti, anche se vengono percepiti meno untuosi grazie alla loro spandibilità (spreading value).
Nessuno di questi basterà a creare un prodotto “untozero”, ma sicuramente cambierà sicuramente la percezione cutanea rispetto ad esempio un Olio di Mandorle, al prezzo però, di un minore nutrimento della pelle.

Anche per oggi ho finito,
spero che il post vi sia piaciuto!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, Nononsensecosmethic.org, My-personaltrainer.it e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

2 commenti:

  1. il tuo post è molto interessante!
    ...le parole anti-age spesso ci fanno acquistare prodotti che non mantengono le promesse...
    ciao
    Sara

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    1. grazie, è esatto quello che dici, il problema è che nessun prodotto a risciacquo può mantenerle, proprio perché qualsiasi cosa contenga...finisce nello scarico :)

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