sabato 29 novembre 2014

Il Metodo della Saponificazione a Freddo

Ciao a Tutti,
dopo avervi parlato del sapone fatto in casa, della storia del sapone, e del meccanismo di funzionamento del sapone e dei detergenti in genere, passo finalmente alla pratica base della saponificazione.
Non mi dilungherò su ricette e su come “formulare” un sapone, vi ho parlato di un calcolatore ottimale per il sapone, e prossimamente pubblicherò qualche ricetta base per un sapone semplice, ma ora mi voglio concentrare sul procedimento che mi hanno insegnato le mie maestre di saponificazione: il metodo a freddo.
Ci sono numerosissimi modi di saponificare, tra cui il lunghissimo procedimento con cui si ottiene il sapone d'Aleppo, ma il più semplice da realizzare in casa è questo.

Prima di cominciare qualche indicazione di base:

  1. La Soda Caustica è pericolosa, va maneggiata attentamente, ma NON È IL MALE! Quindi non spaventatevi, la cosa migliore è prendere le giuste precauzioni, ma fare il tutto con calma e tranquillità
  2. La Soda Caustica è estremamente idrosolubile, quindi in ogni caso, la soluzione più efficace è sciacquare. Non servono detergenti, non servono solventi, qualsiasi problema con la soda si risolve (e soprattutto si previene) con l'acqua a portata di mano, una delle strategie migliori quindi, è lavorare con la soda direttamente nel lavandino.
  3. Attenzione alle ricette che trovate online, prima di mettervi a fare un sapone, informatevi bene sulla ricetta che state realizzando (se soprattutto sia davvero una ricetta per un sapone e non una ciofeca nel migliore dei casi, un prodotto pericoloso nel peggiore), e soprattutto valutate se siete effettivamente in grado di fare quella ricetta. Se siete alle prime armi piuttosto fate ricette estremamente semplici (non usate coloranti, non usate procedure complesse, fate dei semplici saponi bianchi-giallognoli, fate del sapone da bucato che non necessita profumazione o decorazione, usate fragranze o oli essenziali già testati da altre saponificatrici, alcuni di questi ammassano il sapone, e vi trovereste a dover buttare tutto)

Cosa dovete assolutamente avere per fare il sapone: 

  1. PROTEZIONI: iniziate con la protezione completa, “camice” (se non ne avete potete usare tute da lavoro, ma anche vecchi indumenti ecc…Insomma qualsiasi cosa che vi copra la pelle di torace e braccia, ma non vi scocci rovinare), occhiali protettivi (basta che siano grandi, anche se l'ideale sono le "mascherine" da lavoro, io ad esempio ne uso una da imbianchino), mascherina (le vendono in farmacia, prendete quelle con il filtrino, le potete riutilizzare), guanti di gomma (vanno bene quelli per lavare i piatti), poi con l'esperienza potrete anche ridurre il livello di protezione, ma prima cominciate così, è meglio che doversi fare un mese a cortisone per uno schizzo di sapone nell'occhio.
  2. Un minipimer ad uso esclusivo spintattatorio per evitare che i residui di fragranze e oli essenziali assorbiti dalle parti in plastica finiscano anche nel minestrone. Per saponi particolari come il Whipped vi serviranno anche le fruste, ma lasciamo queste ricette per quando saremo esperte
  3. Almeno un termometro, l'ideale sarebbe averne due, ma all'inizio ci accontentiamo. È necessario che legga le temperature dai 30° ai 100° C circa, quindi o si acquista online un termometro da laboratorio, o si usano quelli da cucina (quello dell'Ikea ad esempio va benissimo)
  4. Una bilancia digitale da cucina per pesare oli, soda e acqua, una bilancina di precisione almeno da 0,1g per pesare polveri decorative e fragranze/oli essenziali
  5. Un contenitore di vetro pirex o plastica (no metallo) per la soluzione di soda, meglio se con un manico, di solito si usano le caraffe da laboratorio in polipropilene oppure le tazze dosatrici in pirex, da cucina, idem per il cucchiaio/cucchiaino con cui si preleverà la soda, niente metallo, meglio plastica, piuttosto prendete una posata usa e getta che potete tranquillamente sciacquare e riutilizzare solo a quello scopo, la soda si lava via senza dover usare sapone o altri detergenti.
  6. Una pentola da cucina NON IN ALLUMINIO, per scaldare gli oli, un pentolino più piccolo può essere usato per sciogliere/scaldare a parte i grassi delicati, quelli che si preferisce inserire a nastro
  7. Diverse spatoline leccapentole ad esclusivo uso spignattatorio, per mescolare il sapone e per pulire la pentola
  8. Diversi stampi per fare il sapone: potete usare qualsiasi tipo di stampo di silicone per dolci o per ghiaccioli (ma che poi venga usato solamente per saponificare o spignattare), potete usare stampi in legno foderati di carta da forno, cartoni di tetrapack di latte/succo o tubi delle patatine, molto ben puliti in ogni angolo (per fare le versioni mini vanno benissimo alcune confezioni di yogurt da bere), o in casi estremi potete foderare con della carta da forno qualsiasi contenitore comodo come teglie o pirofile della giusta altezza. Per le prime volte ci si arrangia con quello che si ha, poi nel caso si decide anche il tipo di sapone che si vorrà fare, e di conseguenza anche il tipo di stampi
Una volta stesa la ricetta, per cui vi potete appoggiare a Soap Calc, soprattutto se siete alle prime armi, potete cominciare:
Vi consiglio, almeno per la prima volta, di inserire la quantità d'acqua standard che inserisce il calcolatore, 38%, è tanto per un sapone semplice senza lavorazioni, ma se siete inesperte e avete bisogno di più tempo è meglio, io stessa ho cominciato così, in questo modo potrete stare tranquille che il sapone non si addenserà troppo in fretta (a meno che non ammassi con le fragranze), e avrete tempo di fare tutto senza panico.
Di contro avrete un sapone più morbido, che ci metterà di più ad addensarsi negli stampi e che dovrà essere congelato per essere rimosso da quelli in silicone, ma almeno non rischierete di buttare via tutto già dopo il nastro.
Il mio primo sapone in effetti ha ammassato, probabilmente l'ho salvato solo perché avevo inserito molta acqua, e ho avuto tempo di lavorarlo a sufficienza.

Allora procediamo per gradi. Io utilizzerò il metodo a freddo, ovvero non farò scaldare nessun olio oltre i 45°C, in particolare, la variante specifica che uso, è quella di mescolare la soluzione di soda e gli oli quando entrambi avranno raggiunto quella temperatura.
La soluzione di soda svilupperà calore non appena butteremo le scaglie nell'acqua, di conseguenza dovremo aspettare che si raffreddi, al contrario, gli oli, di solito sono freddi.
Quindi, una volta preparata la ricetta e controllati i parametri (io mi sono fidata di quelli solo in parte, ho comunque chiesto a persone più competenti una conferma della ricetta, soprattutto dello sconto), si può cominciare.

La prima cosa da fare, è preparare la pentola con i grassi.
Sicuramente perché almeno si provvederà a preparare tutto ciò che è “innocuo” prima di bardarsi, e poi perché è meglio avere tutto pronto mentre si attende il raffreddamento della soluzione di soda.
Tanto gli oli ci mettono un attimo a passare dalla temperatura ambiente ai 45°C.

Importante: nel caso i grassi siano solidi, vanno sempre sciolti per intero, per evitare di inserire nel sapone solamente alcune frazioni del grasso.
Quindi prima metterete a bagnomaria il contenitore dove avete i grassi solidificati, li scioglierete del tutto (di solito stando sotto i 50°C si sciolgono tutti), e successivamente peserete la quantità di grasso dopo averlo ben mescolato, in modo da non ritrovarvi un olio frazionato.
Una volta pesati tutti i grassi, quelli sciolti e quelli che non avevano bisogno della procedura, abbiamo pronta la pentola, che possiamo mettere sul fornello spento pronta per essere scaldata solo quando serve.

Se decidete di fare un sapone inserendo delle piccole quantità di oli e burri pregiati (es. Karité, Avocado, Mango ecc...), potete scioglierli a parte e inserirli “a nastro”, ovvero subito dopo aver versato la soluzione di soda nella pentola degli oli principali.
Questo permette (molto limitatamente) di “rovinarli il meno possibile”. Il processo di saponificazione avviene comunque nelle ore successive, ma inserire alcuni oli dopo gli altri dovrebbe preservarli un pochino di più, dato che quando la soluzione di soda è stata del tutto versata è stata già in gran parte tamponata (uno schizzo di sapone raggiunto il nastro fa molti meno danni di uno schizzo di soluzione di soda caustica)

Prima di “bardarci” si può procedere all'ultima operazione che non necessita di protezione: potete infatti pesare l'acqua nella caraffa che avete a disposizione. Usando Soap Calc troverete questo valore calcolato direttamente da lui in ricetta.
Finita questa operazione, è importante utilizzare tutte le protezioni di cui ho parlato prima: indossate Mascherina, Protezione per gli occhi e soprattutto Guanti, andremo a pesare la Soda Caustica in scaglie/perline in un qualsiasi contenitore di plastica, io utilizzo questi di budini/yogurt, che comunque poi risciacquo accuratamente.
La Soda Caustica è fortemente igroscopica, ovvero tende ad inglobare l'umidità dell'aria, di conseguenza, non lasciatela mai nel contenitore all'aria aperta per più del tempo necessario per buttarla nell'acqua poco alla volta.
Quando la pesata è pronta, potete cominciare a versare poche scaglie alla volta nell'acqua, mai il contrario, mescolando accuratamente con l'altra mano. È importante che non si formino agglomerati di soda sul fondo del contenitore, poi si rischia di dover buttare via il sapone, perché potrebbe contenere agglomerati caustici.
Vedrete che la Soda non farà nessuna fatica a sciogliersi, e il contenitore si scalderà vigorosamente. Se fate molto sapone (oltre al mezzo kg di grassi), può essere utile, per velocizzare l'operazione e il raffreddamento, predisporre il contenitore in un catino di acqua fresca a bagnomaria fredda con anche dell'eventuale ghiaccio, o la stessa cosa anche direttamente nel lavello.
La prima volta vi consiglio però di lasciarla raffreddare al naturale, e di fare tutto con calma, anche se passerete molto tempo ad attendere.

Una volta pronta la soluzione di soda caustica potete sbardarvi in attesa che si raffreddi.
Potete intanto procedere alla preparazione della fase “decorativa” del sapone, limitandosi sempre a saponi molto basic.
In sostanza mi limito per ora al metodo per realizzare saponi monocolore, dove la polvere colorante (Mica o semplice Biossido di Titanio per ottenere un sapone il più possibile bianco), viene stemperata direttamente nella pentola degli oli, proprio in questa fase.
Potete anche scegliere una semplice fragranza per saponi, oppure buttarvi nel mixare degli Oli Essenziali (anche OE e fragranze, ma serve un certo naso).
Dovete solo fare attenzione ad alcune fragranze e Oli Essenziali perché tendono a far ammassare il sapone, ad esempio: OE di Cannella e OE di Chiodi di Garofano (ad esclusione di alcuni ricostituiti), in misura minore OE di Anice.
vi segnalo direttamente qui, sul Forum di Lola l'elenco delle fragranze sicure o non:
Dato che hanno sicuramente molta più esperienza di me.
In particolare io posso dirvi che Zucchero Filato e Vanillina di Glamour Cosmetics ammassano e Vanillina (come tutte le fragranze che sanno di vaniglia) rende il sapone marroncino!
Ora avete due soluzioni: se siete perfettamente sicuri sulla fragranza o mix di Oli Essenziali usati, potete anche inserirli successivamente nel sapone, a nastro (eventualmente direttamente nei grassi pregiati mischiati a parte).
Se invece sono Fragranze o Oli Essenziali dubbi, la cosa migliore è inserirli direttamente nell'olio, prima di versare la soluzione di soda, potrebbe non ammassare per nulla, mettendoli invece a nastro potrebbe rendervi il sapone un po' granuloso, come è capitato a me con il primo tentativo.

Prima che la soluzione di soda sia pronta, ricordatevi di predisporre il piano di lavoro: il minipimer deve poter arrivare comodamente alla pentola dei grassi (dotatevi nel caso di prolunghe), e le spatole devono essere a portata di mano.
A questo punto, una volta che la soluzione di soda è arrivata intorno ai 50°C, potrete cominciare a scaldare la pentola degli oli, sul fuoco più basso.
In base alla potenza del vostro fornello, considerate che gli oli si scaldano in frettissima, anche sul fornello più piccolo al minimo, quindi fate attenzione.
Ad un certo punto comunque avrete le due fasi a una temperatura adatta, non succede nulla se avete una fase a 44°C e l'altra a 46°C, non vi preoccupate.

Ora vanno rimesse per bene tutte le protezioni, e e si può iniziare con il versare poco alla volta la soda negli oli. Se la brocca permette di inserirla comodamente a filo è la situazione ideale.
All'inizio potete dare mescolate per 3-4 secondi, poi potete cominciare a usare il minipimer, già comodamente pronto.
In base al minipimer che avete dovete tener conto di due fattori fondamentali:
Se avete un minipimer “professionale” con velocità piuttosto basse, potete usare una velocità bassa-intermedia e poi aumentare leggermente, se invece avete un minipimer basic, con solo una o due velocità dovete considerare che saranno entrambe troppo forti per il sapone, quindi dovrete usare una tecnica differente: bisogna continuare a schiacciare e rilasciare il tasto della velocità più bassa, in modo da non mantenere mai il frullatore a massima velocità.
In entrambi i casi è importante cercare di raggiungere tutti i punti del prodotto, quindi è utile, mentre continuate a versare a filo la soluzione di soda, muovere il minipimer in tutte le direzioni: mescolando con movimenti rotatori, e alzando e abbassando il minipimer, ma sempre senza alzarlo troppo, per non rischiare schizzi (nonostante le protezioni).

Vi accorgerete che il sapone è pronto, ovvero ha raggiunto la fase “nastro” quando avrà raggiunto una consistenza cremosa, e comincerà a cambiare il modo in cui viene frullato dal minipimer.
È questo il momento in cui vanno introdotti i grassi “pregiati”, precedentemente scaldati a 45°C anche loro.
Dopo qualche altra frullata per incorporare il nastro, il sapone può essere versato negli stampi che abbiamo predisposto.
Per sicurezza, soprattutto all'inizio, è sempre meglio preparare qualche stampo in più, poi vi farete la mano e avrete molti meno problemi
In ogni caso si preparano gli stampi sempre in anticipo, per evitare che il sapone si addensi troppo in fretta.

Una volta versato il sapone negli stampi, dovrete attendere un tempo variabile prima di rimuoverlo dagli stampi.
Io per sicurezza, lo lascio anche 3-4 giorni se uso il 38% di acqua.
Usando gli stampi in silicone poi, è sempre consigliabile infilare lo stampo nel freezer una mezza giornata prima di andare a rimuovere il sapone, in questo modo eviterete possibili danni, forzando all'uscita un sapone troppo morbido, che quindi si spatascia o si spezza.
Molto più semplice quando si va a realizzare un sapone in stampi grandi, dove viene fatta qualche lavorazione particolare. Dato che lo stampo (di solito in legno) viene rivestito di carta forno, diventa piuttosto agevole tirarlo fuori dallo stampo quando è pronto.

Una volta versato il sapone negli stampi, si dovrà attendere, e in base alla ricetta specifica (soprattutto la quantità d'acqua), il sapone si addenserà e indurirà più o meno in fretta.
Di solito la consistenza è giusta quando il sapone non è più deformabile andando a toccarlo, ma in base anche allo stampo scelto, sarà più o meno veloce il processo.
Con tetrapack e tubi delle patatine penso ci siano meno problemi, perché si va a rompere il contenitore.
Quando si va a realizzare un grosso pezzo di sapone, per poi tagliarlo in saponette, bisogna anche verificare che il sapone sia sufficientemente duro per essere tagliato.
Una volta all'aria per qualche giorno, lo dovrebbe essere, ma se ad esempio il sapone vi ammassa un po', potrebbe essere già pronto anche dopo 36-48h.
Vanno sempre usati coltelli a lama liscia e va sempre bagnata la lama del coltello prima e dopo ogni taglio.
Se volete un sapone estremamente preciso nei tagli, vi consiglio di tenere da parte tutti gli eventuali scarti, possono essere utilizzati per realizzare lavorazioni particolari di saponi.
Il sapone fatto in casa dà il meglio se viene tenuto su un portasapone di legno, meglio se scanalato/bucherellato, in modo che l'acqua venga assorbita o scoli via.
Però una volta tagliato, il sapone deve stagionare, prima di essere utilizzato. In base alla quantità d'acqua inserita il tempo è variabile, di solito tra i 2 e i 4 mesi, poi potrete usarlo.
Vi accorgerete se è passato troppo poco tempo, perché il sapone tenderà a disfarsi e ad asciugare poco, anche nel portasapone più adatto.

Spero che il post vi sia interessato, e buona saponificazione!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione, ma soprattutto le mie personali maestre di saponificazione

mercoledì 26 novembre 2014

Urban Decay Naked Palette - come mi sono trovata

Ciao a Tutti,
non parlo di make-up molto spesso, ma prima o poi questo argomento doveva uscire.
Non sono particolarmente abile nel truccarmi e anche nella scelta dei colori, e non sono certo una MUA, ma in questo caso il prodotto di cui vi parlerò aiuterà tantissimo le ragazze che come me non sono particolarmente abili.
Si tratta infatti della fantastica Palette Naked di Urban Decay.



Vi scrivo innanzitutto gli inci con una breve descrizione dell’ombretto (mi sono basata sulla traduzione delle definizioni che ho trovato online in inglese, ma ho modificato qualcosa perché non mi sembravano realistiche rispetto alla mia percezione, quindi esperte di armocromia bastonatemi pure, è una cosa che sto ancora studiando dalle basi!):

Gunmetal:


Talc, Ethylhexyl Palmitate, Zinc Stearate, Polyethylene Terephthalate, Methylparaben, Acrylates Copolymer, Propylparaben

“Grigio metallizzato con sfumature bluastre piuttosto fredde”
Appare quasi come un duochrome, ha un finish Shimmer

Sidecar:


Polyethylene Terephthalate, Talc, Ethylhexyl Palmitate, Zinc Stearate, Acrylates Copolymer, Methylparaben, Propylparaben

“Marrone chiaro neutro con un sottotono rosato”
ha un finish Shimmer

Half Baked:


Ethylhexyl Palmitate, Talc, Zinc Stearate, Methylparaben, Propylparaben

“Colore dorato brillante”
ha un finish Sparkling

Sin, Smog, Toasted:


Talc, Ethylhexyl Palmitate, Zinc Stearate, Methylparaben, Propylparaben

Sin: “Rosa molto chiaro e piuttosto freddo”
ha un finish Shimmer
Smog: “Marrone bronzo chiaro con sottotoni dorati”
ha un finish Shimmer
Toasted: “Rosa antico brillante”
ha un finish Shimmer

Dark Horse, Hustle, Virgin:


Talc, Ethylhexyl Palmitate, Zinc Stearate, Phenoxyethanol, Sodium Dehydroacetate, Sorbic Acid

Dark Horse: “Marrone medio-scuro abbastanza freddo”
ha un finish Shimmer
Hustle: “Color Prugna leggermente desaturato con sfumature Cioccolato”
ha un finish Shimmer
Virgin: “Beige molto chiaro e illuminante”
ha un finish Satinato

Buck:


Talc, Zinc Stearate, Ethylhexyl Palmitate, Phenoxyethanol, Sodium Dehydroacetate, Sorbic Acid

“Marrone caldo con sottotoni leggermente aranciati”
ha un finish Matte

Naked:


Zinc Stearate, Dimethicone, Ethylhexyl Palmitate, Magnesium Carbonate, Phenoxyethanol, Sodium Dehydroacetate, Sorbic Acid

“Beige medio caldo, classico color carne”
ha un finish Matte

Creep:


Talc, Ethylhexyl Palmitate, Zinc Stearate, Phenoxyethanol, Sodium Dehydroacetate, Sorbic Acid, Tin Oxide

“Base Nero-Blu con riflessi color oro pallido”
ha un finish Sparkling







All Shades may contain:

Mica, CI 77891 (Titanium Dioxide), CI 77491/77492/77499 (Iron Oxides), CI 77007 (Ultramarines), CI 75470 (Carmine), CI 77742 (Manganese Violet), CI 77510 (Ferric Ferrocyanide),  CI 77288 (Chromium Oxide Green), CI 77289 (Chromium Hydroxide Green), CI 77163 (Bismuth Oxychloride), CI 77000 (Aluminum Powder), CI 77400 (Bronze Powder), CI 19140, CI 42090, Cyclopentasiloxane, C11-12 Isoparaffin, Paraffin, Polybutene, Simmondsia Chinensis Seed Oil, Hydrogenated Cottonseed Oil, Ceresin, Ozokerite, Microcrystalline Wax, Phenoxyethanol

45,00 € circa

è una palette che si trova solamente da Sephora in Italia, ne hanno fatte tre diverse edizioni, ma io nonostante tutto ho preferito ancora la prima per i colori presenti, e anche per la presenza del primer compreso nella palette:

Urban Decay Cosmetics - Eyeshadow Primer Potion Original:


Isododecane, Cyclopentasiloxane, Distardimonium Hectorite, Trimethylsiloxysilicate, Polyethylene, Trihydroxystearin, Triethylhexanoin, Isopropyl Lanolate, VP/Eicosene Copolymer, Dimethicone, PEG-40 Stearate, Propylene Carbonate, Phenoxyethanol, Sinthetic Beeswaxm Propylparaben, Methylparaben, Butylparaben, Ethylparaben, Isobutylparaben

May contain:

Mica, CI 77891 (Titanium Dioxide), CI 77491/77499 (Iron Oxides), CI 77163 (Bismuth Oxychloride)

la confezione originale separata dalla palette è di 11 ml a 16,90 €, quella contenuta nella palette è molto più piccola e ha un mini applicatore.

Dato che non sono esperta di armocromia, anzi, il mio intervento sarà incentrato più propriamente sull'efficacia del prodotto in relazione al suo inci.
Innazitutto qui si ha a che fare con colori tendenzialmente adatti un po’ a tutte, si scostano poco dal colore naturale della pelle, quindi è difficile che diano risultati visibilmente spiacevoli su determinate pelli e ottimi su altre come può succedere per un ombretto azzurro, verde o giallo. Quindi di solito sono colori abbastanza adatti un po’ a tutti i tipi di pelle, anche se magari non sono completamente armocromatici.
Chiaramente sono quasi tutti colori molto adatti a chi ama un trucco discreto, e non vuole colori molto appariscenti.

Gli inci in generale non sono perfetti, ma li considero tutti accettabili.
Valutando solamente l'inci i migliori sono: 
Virgin, Sin, Buck, Half Baked, Smog, Dark Horse, Toasted, Hustle e Creep, assolutamente perfetti se vogliamo, alla fine i rossi e gialli sono solo conservanti, in dosi sicuramente bassissime, e non realmente problematici nonostante il pallino giallo o rosso, che si riferisce più alla biodegradabilità della sostanza che ad una pericolosità.

Gli unici non proprio bellissimi sono Sidecar, Gunmetal e soprattutto Naked.
Nei primi due abbiamo uno ftalato, sicuramente sostanza non particolarmente dermoaffine, e che chiaramente evito in ogni altro tipo di preparazione, in Naked abbiamo anche un silicone, e di quelli non volatili, che di solito evito accuratamente se non è in piccolissime quantità e in prodotti corpo o mani.
A parte la mia non particolare preferenza per questo particolare colore, si tratta di una piccolissima quantità di prodotto, e che resta su un’area molto piccola della mia pelle.
Non si tratta di un prodotto ossidante, che eviterei sul contorno occhi, e non si tratta di una percentuale tale da occludere.
Gli altri ingredienti che potrebbero essere contenuti in tracce per cui potrei storcere il naso sono: Cyclopentasiloxane, C11-12 Isoparaffin, Paraffin, Polybutene, Ceresin, si tratta di ingredienti di origine petrolifera (tranne il primo che è un silicone), che eviterei accuratamente, ma che comunque sono indicati in fondo proprio perché se sono presenti, dovrebbero esserlo in tracce non completamente valutabili.
Inoltre nel caso degli ombretti esiste sempre la questione dell’efficacia e della funzionalità del prodotto.
Se sulla vostra pelle un pigmento minerale puro (come gli ombretti e gli altri prodotti di makeup in polvere libera di Nevecosmetics) resiste a lungo e senza bisogno di primer, è sicuramente la situazione migliore. Utilizzerete un prodotto il più possibile green e sano per la vostra pelle.
Io purtroppo non faccio parte di questo gruppo di persone.
Tendenzialmente posso evitare di usare il primer siliconico (questo della Urban Decay), solo e solamente se utilizzo ombretti compatti non ecobio (come appunto questi della Urban Decay, o gli altri che ho della Kiko, della Pupa o dell'Avon di cui vi parlerò), e solamente durante la stagione invernale se non sudo o prendo colpi di caldo.
In qualsiasi stagione i pigmenti minerali sulla mia pelle necessitano del primer per durare a sufficienza e non sbavare.
Inoltre anche le stesse sfumature mi vengono infinitamente meglio.
Durante la stagione calda è capitato che nemmeno il primer bastasse a mantenere il trucco per più di qualche ora usando solo i pigmenti minerali in polvere libera.

La questione dell'uso del primer non è sicuramente dovuta in particolare all'uso dei siliconi, servono come stabilizzanti delle polveri, le vere responsabili della tenuta, ma è anche difficile che esistano primer davvero efficaci e che non contengano ingredienti a pallino rosso.
L’uso o meno di un primer sta solamente a voi.
Qualche tempo fa è uscito il primer Nevecosmetics, assolutamente green, ma di cui non ho esperienza diretta (sicuramente se mi capiterà di ordinare proverò a chiedere esplicitamente il campioncino del primer opacizzante, e ve lo recensirò), ne esistono anche altri di ecobio, ma non essendo già esperta di makeup, non me la sento di spendere tanto per poi trovarmi un prodotto che non funziona. Se devo spendere preferirei andare su un prodotto che già ho testato personalmente, come appunto il primer della Urban Decay o eventualmente quello della Neve, se risulterà efficace dopo una prova diretta.
Va considerato anche l'aspetto del PAO, non so quanto primer usate voi, ma io ho a stento finito la confezione di primer allegata alla Naked Palette in poco più di un anno e mezzo…essendo un prodotto bello sintetico difficilmente andrà a male allo stesso modo di un prodotto green, che potrebbe quindi non arrivare a 6 mesi effettivi di durata, a differenza del mio, che non ha cambiato aspetto e odore anche se è andato ben oltre al PAO indicato. Mi scoccerebbe spendere per un prodotto che dopo 6 mesi mi irrancidisce di già.

Per quanto riguarda la funzionalità, non posso che dire che questa palette è fantastica.
Non solo trovo che la maggior parte dei colori sia molto adatta a me (soprattutto i rosa, in effetti quando è uscita la Naked 3 l’hanno scorso e ho visto che ha toni maggiormente rosati mi sono irritata, avevo da poco scelto la Naked originale al posto della Naked 2 perché la preferivo…ma non mi aspettavo l’arrivo imminente della terza), ma sono tutti ombretti che durano abbastanza, non si scoloriscono durante la giornata e non sbavano.
Anzi, si stendono molto bene sia con l'uso dei pennelli da trucco (io ne ho alcuni della Nevecosmetics, alcuni di Sephora e qualcuno qua e là regalato), sia con le dita.
Non so con gli sfumini, perché tendo a non usarli più da quando ho imparato ad usare i pennelli.

Tendenzialmente la uso per fare un trucco “simil-contouring”, dato che ho gli occhi piccoli, ovvero uso Hustle nella piega dell'occhio sfumandolo delicatamente fino all'ultimo terzo, all'esterno, sfumo con Toasted fino al primo terzo, all'interno e sfumo con Sin fino all'angolo interno dell’occhio, che riprendo appena con Virgin.
Uso Virgin anche sotto l’angolo esterno delle sopracciglia, così da illuminare lo sguardo.
Poi completo con una matita per occhi che ha un colore molto simile a Hustle sul bordo inferiore esterno dell’occhio (proprio sotto le ciglia), con una matita nera, facendo una riga sottilissima, sulla palpebra superiore, e con la matita Nevecosmetics Avorio all’interno dell’occhio, sia sopra, che sotto. E per ultimo il mascara.

Quando mi vesto in modo che siano più adatti i toni più verso il marrone-dorato, uso Dark Horse, Smog e Half Baked allo stesso modo di Hustle, Toasted e Sin, e al posto di Virgin uso un ombretto Kiko che mi è stato regalato, è un beige simile a Virgin, ma con sottotoni meno pallidi, più caldi e dorati.

Dato che non amo gli ombretti matte, Naked e Buck rimangono quasi inutilizzati, mentre uso poco frequentemente Gunmetal e Creep per fare lo smokey, insieme ad un ombretto combo bianco+nero della Pupa che ho da tempo immemore.
Uso molto poco anche Sidecar, perché ha un tono di fondo che sta a metà tra il caldo e dorato di Dark Horse, Smog e Half Baked, e il rosato di Hustle, Toasted e Sin, di solito lo uso in abbinamento ad una matitona color viola melanzana freddo che mi hanno regalato qualche anno fa, per sfumarla e schiarirla verso la fine della palpebra.

Spero che questa recensione non propriamente da make-up artist professionista vi sia comunque stata utile!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

sabato 22 novembre 2014

Buttare non conviene: come riciclare i prodotti con brutti inci, che irritano, che non funzionano ecc...

Ciao a Tutti,
visto che è un argomento che interessa molto a chi è recentemente passato all'ecobio, e si trova a dover cestinare metà dell'armadietto dei cosmetici...
vorrei parlarvi un po' di cosa fare di tutti quei prodotti che per un motivo o per l'altro non vogliamo o non possiamo più usare.
Innanzitutto vi ricordo che seguo la filosofia del cosmetico efficace, piuttosto che del cosmetico ecobio al 100%, in parte perché un cosmetico davvero ecobio al 100% non esiste, in parte perché un tale cosmetico avrebbe ben poco del cosmetico realmente efficace.
Forse può andare bene del semplice olio vegetale per le pelli secche e giovani, o forse un semplice Gel di Xantana per pelli giovani e normali, ma oltre non è possibile trovare un cosmetico che rispetti la natura al 99% (il 100% è impossibile, a partire dal contenitore, per finire alla raccolta e preparazione delle materie prime).

Inoltre buttare in toto cosmetici che possono avere una seconda vita non è assolutamente green.
Molti prodotti possono essere tranquillamente utilizzati con qualche piccolo accorgimento, e altri ancora possono essere riciclati ad altri usi.
Una regola fondamentale non va MAI dimenticata: ogni prodotto può comportare diverse conseguenze sugli oggetti su cui viene usato, quindi per ogni consiglio d'uso alternativo che vi do, non starò a ripeterlo, FATE UNA PICCOLA PROVA IN UN ANGOLO DELL'OGGETTO, perché non tutti i prodotti hanno sempre la stessa identica composizione

vi parlo di un po' tutte le categorie di cosmetici, partendo dai ricicli più semplici a quelli più difficili da valutare o da realizzare:

Oli cosmetici o alimentari rancidi:

Hanno un solo e semplice uso: rimozione della colla su vasetti/bottiglie/flaconi di vetro. Se alcune colle di etichette sono idrosolubili, la maggior parte sono lipofile.
Nel caso dei contenitori di plastica l'odore di rancido verrebbe assorbito dal flacone durante la posa, mentre con il vetro e il metallo non assorbiranno nessun odore, e potrete tranquillamente spalmare una dose generosa di olio sulla zona di colla residua senza rischiare che il barattolo poi puzzi.
Io di solito utilizzo uno spazzolino da denti vecchio, e poi lascio il flacone in posa per 12-24h, chiaramente dovete lasciarlo in un punto dove l'olio colato non dia problemi, come su un piatto di vetro/ceramica o sul fondo del lavello.
Questi sono quelli che mi ha regalato un'amica che non spignatta da un po', quello che era salvabile lo sto usando, mentre questi due oli erano già persi, e li tengo da parte da usare poco alla volta per levare le etichette da vetro e metallo.
Se avete grandi quantità di oli rancidi buttateli semplicemente, nelle isole ecologiche potete trovare il raccoglitore apposito per gli oli esausti, io di solito li raccolgo in vasetti di vetro brutti o bottiglie di plastica non facilmente riutilizzabili (tipo quelle del latte, da cui non si riesce a levare l'odore “formaggioso”), e quando arrivo a riempirli completamente li porto al centro di riciclaggio.

Deodoranti/profumi spray aggressivi o con ingredienti che volete evitare (es. gli antitraspiranti o l'alcol):

perché vi danno irritazioni (se funzionano usateli, non correte alcun rischio), potete usarli come deodoranti direttamente sui vestiti o sulle scarpe (non a contatto con la pelle) come profumi/deodoranti (gli antitraspiranti chiaramente non avranno effetto deodorante, mentre l'alcol potrebbe), oppure come deodoranti per ambienti o per il bagno.
Nel caso specifico dei deodoranti spray con Triclosan io opterei per l'uso al massimo come “insetticida” ad esempio all'esterno di finestre chiuse dove magari qualche animaletto sgradito ha fatto il nido o cose simili, insomma, magari tiene lontane formiche/vespe/zanzare/ragni/scarafaggi, ma sicuramente evitate di spruzzarlo dove poi ve lo respirereste!

Dentifrici troppo schiumogeni, che danno fastidio o pieni di PEG: 

possono essere utilizzati per pulire l'argento dalla patina di ossidazione.
Funzionano davvero bene e in modo delicato, senza rovinare gli oggetti, in questo caso posso parlare per esperienza personale diretta!

Balsami per capelli:

se non sono esageratamente siliconici, ma non vi ci trovate, contengono paraffina e/o etossilati, ungono troppo o seccano i capelli ecc… so che c'è chi li ricicla come ammorbidente per il bucato. Purtroppo non vi so dire una mia personale esperienza, dato che l'ammorbidente non lo uso proprio, ma so che chi li ricicla usa circa un dosatore da bucato di balsamo, e ottiene ottimi risultati.
Vi consiglio di provare prima con un bucato poco problematico (cotone, nessun capo delicato, nessun capo esageratamente costoso) per precauzione, anche se chiaramente non si tratta di niente che non possa semplicemente essere lavato via, quindi dubito che crei davvero problemi, se succede qualcosa probabilmente è dovuto ad altro.
In ogni caso attenzione se i balsami in questione sono troppo densi, potrebbe essere che non vengano “presi” dalla lavatrice. Se notate una viscosità troppo diversa da quella del vostro normale ammorbidente allungateli con un pochino d'acqua e mescolate bene prima di inserirli nella vaschetta.
Sai Cosa Ti Spalmi li indica anche adatti per fare una schiuma depilatoria e anche per lavare i mobili, sciolti in acqua.

Salviettine struccanti o intime con brutto inci: 

se non troppo orrido e aggressivo possono essere usate come salviettine per le mani, altrimenti per pulire piccoli oggetti o per spolverare (se non lasciano brutti residui schiumosi, provate e vedete, danni dubito che ne facciano)

Siliconi per capelli:

o anche i famosi “cristalli liquidi”, potete usarli per lucidare oggetti di metallo e legno, alcune superfici o alcuni prodotti potrebbero lasciare una patina sull'oggetto, non lo escludo, io per ora ho provato con almeno 4 tipi di cristalli liquidi e non ho notato questo effetto collaterale, quindi non è assolutamente detto.
In particolare questo è un campioncino che mi avevano regalato anni fa, mai usato per i capelli, ma è finito dritto per lucidare le parti in metallo dell'arredamento del mio bagno!
Funziona piuttosto bene, basta metterne poco e sfregare per bene con un panno in microfibra o uno straccio di cotone


Creme viso/corpo siliconiche:

Un utilizzo simile a quello che vi ho detto per i siliconi per capelli, se la maggior parte degli ingredienti sono siliconi, e non ci sono alte percentuali di oli, potete tranquillamente usarle sia per lucidare, che per “nutrire” oggetti in legno e pelle/similpelle. 
Vale anche per il metallo, con la differenza che alcune creme potrebbero lasciare residui di gelificante o altri ingredienti particolari, che sulle superfici in legno invece vengono assorbiti.Chiaramente ogni prodotto è diverso, e non è detto che troviate al primo colpo l'utilizzo ottimale.

Burro cacao a base petrolchimica: 

dato che non sono tossici, ma sono solo sconsigliati sulle labbra perché tendono a seccare ulteriormente le labbra, piuttosto che nutrirle, possono avere un uso differente.
Qui vi avevo recensito un particolare prodotto della Compeed, che dovrebbe proteggere i piedi dalle vesciche. Ecco, i burro cacao di questo tipo trovo che non abbiano niente da invidiare ad un prodotto del genere, l'effetto dovrebbe essere lo stesso.
Qualcuno sembra che li abbia usati anche come stick “detergenti” per pulire le scarpe prima di lucidarle con la vernice, probabilmente riescono a rimuovere bene lo sporco grasso per affinità, e nello stesso tempo a nutrire un po' la pelle.
Altra alternativa, più per spignattatori può essere quella di scioglierli per realizzare uno stick esfoliante per le labbra, aggiungendo qualcosa di scrubbante. In ogni caso è un prodotto di cui non bisogna abusare, perché le labbra sono una parte delicata, e un continuo scrub può essere troppo aggressivo.

Smalti contenenti formaldeide: 

non esistono alternative ecobio, quindi o smettete di utilizzarli proprio (e quindi usate quelli avanzati per fare fai da te decorativo per la casa, o per qualche giocattolo homemade per bambini), oppure non state a cercarne di migliori, valutate solo quelli senza formaldeide, anche se il resto saranno schifezze non tanto migliori. In generale, usare gli smalti contenenti formaldeide per decorazioni varie non penso renda tali oggetti problematici, a meno che proprio non vengano messi in bocca da qualche bambino piccolo, quindi decorare qualsiasi cosa che rimanga al suo posto non è certo un rischio, dato che il prodotto asciugherà.

Tonici a base alcolica (vanno bene anche alte quantità di Propylene/Hexylene/Butylene Glycol): 

se non contenenti siliconi, possono andare benissimo come solventi per pulire rapidamente i pennelli da trucco tra un lavaggio vero e proprio e l'altro.
L'alcol va benissimo per rimuovere i residui di polveri di ombretti e fondi minerali, senza bagnare del tutto il pennello come quando lo si lava sotto l'acqua con un detergente.

Acetone:

esistono prodotti per rimuovere lo smalto sicuramente più delicati, è vero, ma finire quel flaconcino per poi non comprarlo mi sembra ancora la soluzione migliore.
L'unica alternativa può essere quella di usarlo per ripulire un barattolino di smalto esaurito/seccato che volete riutilizzare per altro o come solvente per la colla che rimane sui flaconi, ma usatelo solo su vetro o metallo, la plastica si scioglierà esattamente come la colla dell'etichetta

Gel/cere per capelli sintetiche: 

io sinceramente, finché non sono zeppi di siliconi, continuerei ad usarli fino a finirli.
I Gel ecobio tendono a non essere funzionali come quelli sintetici, quindi potrebbe essere anche una delusione il passaggio all'ecobio.
Essendo di solito i gel prodotti a base di Acrilati, continuerei ad usarli, sinceramente non mi vengono in mente modi per riciclarli, se non usarli come protezione per la pelle durante la tinta (se la fate).
Anche le cere di solito si usano in piccole quantità sulle punte dei capelli, quindi difficilmente rovineranno un tessuto “morto”, a meno di usarne troppo o troppo spesso.
In tal caso è più utile cercare un'altra strategia cosmetica, che non puntare al prodotto più naturale, l'effetto “occludente” e disseccante sarebbe lo stesso, anche preparando una cera per capelli a base di cere vegetali e cere vegetali, cambierà solo l'effetto sull'ambiente, ma a meno che non ne usiate un vasetto alla settimana è cosa da poco.

Olio Johnson o altri oli a base di paraffina o esteri:

In questo caso si ha a che fare con oli minerali o derivati misti di oli vegetali e minerali che solitamente non irrancidiscono, in quanto sono saturi, e che comunque di solito sono pieni zeppi di fragranze.
Possono essere usati come prodotti a risciacquo per eliminare i residui di ceretta liposolubile dalle gambe o dalle ascelle (eviterei sul viso o in aree delicate, meglio un bell'olio alimentare)
In questo caso potete usare questi prodotti anche per eliminare le etichette dai contenitori in plastica, perché al massimo il contenitore assorbirà la fragranza dell'olio, ma andranno bene anche come lubrificanti per attrezzi da giardinaggio/fai da te, come emollienti per oggetti in pelle o legno, e inoltre, nel caso di oli perfettamente trasparenti si aprono un sacco di porte sul versante riciclo creativo.
Si possono realizzare infatti diversi oggetti ludici: dalla pasta di amido e paraffina (ricordatevi, la paraffina è assolutamente inerte, non è assolutamente pericolosa per la pelle, bisogna solo stare attenti al fatto che il prodotto realizzato non venga assolutamente ingerito, ma l'uso della pasta non comporta rischi), alla “palla con la neve/glitter”, l'indicazione di base che potete trovare a questo link è di usare acqua e glicerina, ma trovate indicazione in fondo che l'olio per bambini va bene ugualmente.
Ma non è l'unico link che ho trovato, anche qui se ne parla.
In ogni caso, se decidete di non utilizzare in nessun modo questi oli non vegetali, ricordate che la cosa migliore è portarli in discarica insieme agli altri scarti di oli alimentari (oli avanzati da conserve in vasetto o tonno all'olio, oli esausti della friggitrice ecc…), non buttateli nell'indifferenziato ancora nel loro flacone o peggio ancora nel gabinetto, questo si che comporta rischi ambientali non indifferenti!

Make up che per qualche motivo non potete usare: 

che sia per allergia, perché si tratta di prodotti vecchi o per inci che non vi piacciono possono essere riutilizzati come decorativi in diversi modi:
se fate il sapone, e non lo fate in modo particolarmente artistico (ad esempio non lo state facendo per regalarlo o come decorativo, ma solo per lavarvi con un prodotto più delicato di quelli in commercio), potete riciclare ombretti e polveri sbarluccicose varie come verrebbero usati miche e ossidi per colorarlo, i risultati non sono sempre perfetti e prevedibili, ma io che non sono una patita esagerata alcuni colori li proverei così.
Altrimenti possono diventare dei decorativi soprattutto per i bambini, ad esempio per rendere scintillante un disegno.
Gli ombretti compatti tendono a rimanere sufficientemente adesi alla carta ruvida da disegno, mentre altri tipi di colori potrebbero aver bisogno di essere addizionati a della colla. Sicuramente chi è più esperto di me su lavoretti per bambini saprà trovare il modo migliore per riutilizzarli.
In modo simile possono essere riciclati rossetti, eyeliner/matite per il trucco e altri prodotti cerosi (no ombretti in crema che contengono grandi quantità di acqua tali da essere simili ad una crema, in quel caso potrebbero non fissarsi e macchiare successivamente), possono diventare un ottimo prodotto per far disegnare i bambini per creare effetti particolari (non quelli piccoli che rischiano di ingerire il cosmetico, esistono i coloranti atossici appositi in questo caso).
I rossetti rossi che non si vogliono più usare per l'inci, su cui però si può fare un'eccezione per una volta, possono essere utilizzati insieme all'acqua sulla pelle per simulare il sangue necessario a rendere realistico un costume di halloween/carnevale, senza dover spendere soldi per il makeup specifico.
In generale i rossetti sono poco facilmente riciclabili, un'idea creativa però è quella della pasta modellabile (anche seguendo la ricetta con olio Jonhson e maizena), possono essere sciolti e modellati insieme alla pasta di sale per esempio. In questo caso troverete sicuramente indicazioni su internet!
Non usateli invece per colorare le candele. Il contenuto dei rossetti è stato testato per essere a contatto con la pelle, ma non per essere bruciato, potreste farvi un aerosol non particolarmente salutare.

Detergenti corpo/viso/mani troppo aggressivi: 

se non hanno enormi quantità di PEG/PPG/-eth ad alto numero (sopra il 50 es. PEG-200 Glyceryl Stearate, Steareth-50, Ceteareth-80, PPG-12-PEG-65 Lanolin Oil) potete “trattarli” in due modi:
Da indicazione del Forum di Lola potete allungarli con un pochino di olio vegetale a vostra scelta e utilizzarli come un normale bagnoschiuma/sapone liquido (non aggiungete troppo olio o poi non laveranno più abbastanza), mentre da indicazione del Forum di Sai Cosa Ti Spalmi potete allungarli con Miele o Sciroppo di Zucchero (su 200g di prodotto aggiungete 100g di Miele o di Sciroppo, che a sua volta sarà composto da 50g di Zucchero e 50g di Acqua).
Soprattutto in quest'ultimo caso finite in frettissima il prodotto, o rischierete che cammini da solo.

Detergenti corpo/viso/mani troppo aggressivi a base di PEG/PPG/-eth ad alto numero:

potete tranquillamente riciclarli come detergenti per la casa, vanno bene per lavare oggetti in plastica/metallo, o per lavare superfici (attenzione, alcuni prodotti contenenti proteine o zuccheri usati per pavimenti o superfici senza risciacquo possono appiccicare, fate una piccola prova prima di lavare tutta casa), sia pavimenti, che lavelli.
Potrebbero andare bene anche come detergente per bucato, assolutamente a mano, i detergenti cosmetici fanno molta schiuma, che potrebbe danneggiare IRRIMEDIABILMENTE la vostra lavatrice. Non Rischiate!
Infine un utilizzo “creativo”: se notate che il detergente è molto schiumoso (probabilmente è un buon indizio il fatto che contenga cocamidi), potrebbe diventare un'ottima base per far le bolle di sapone per i bambini (chiaramente bisogna fare un tentativo, non tutti i detergenti sono adatti a questo scopo).

Shampoo troppo aggressivi: 

se non hanno enormi quantità di PEG/PPG/-eth ad alto numero, potete usare la stessa strategia dei detergenti corpo/viso/mani, e usarli però come bagnoschiuma/sapone liquido. Non usateli in quel modo come Shampoo, potrebbero perdere capacità lavante e al contrario appiccicare i capelli, cosa che di solito non succede nel caso dei detergenti corpo/mani. Se al contrario vi succede anche nell'uso da bagnoschiuma/sapone liquido potrebbe essere che abbiate usato troppo olio. In tal caso buttate, non ha senso andare troppo avanti a sperimentare.
Invece potete sicuramente utilizzare una strategia più efficace per capire quanto olio aggiungere: dividete la quantità di prodotto a metà e provate ad aggiungere poco olio, poco alla volta fino a che non ottenete un prodotto che vi aggrada. Se doveste al contrario ottenere un prodotto untuoso o appiccicoso potete aggiungere altro detergente dalla frazione che avete lasciato da parte.
Quando avrete finito la prima metà vi sarete fatti un'idea di quanto olio serve.
Se non contengono siliconi, e sono solo troppo aggressivi potete usarli anche come detergenti per pennelli da trucco, questo è quello che ho riciclato io in questo modo: 
Indicazione di base, non state mai ad usare oli pregiati a questo scopo, nei detergenti non si ha nessun assorbimento di sostanze dal prodotto, dato che viene lavato via.
Piuttosto usate un olio vegetale che avete provato, ma non amate in cucina (es. Vinaccioli, Mais, Girasole, Riso, Soia, Olio d'Oliva di una marca che non vi piace, ecc…), gli oli alimentari sono i più economici e i più adatti.

Shampoo troppo aggressivi a base di PEG/PPG/-eth ad alto numero:

se sono troppo sgrassanti, e sono pure zeppi di petrolati o siliconi, li utilizzerei come detergenti “multiuso” puri, sia per pettini, spazzole o altri acce
ssori del bagno, per pulire parti dell'auto/moto/scooter, o diluiti per lavare i pavimenti.
Anche in questo caso potete provare a vedere se viene fuori un'ottima base per fare le bolle di sapone!

Latti detergenti e creme idratanti con pessimo inci:

In generale, funzionano in modo simile, quindi ne parlerò come di un'unica categoria di prodotti da riciclare.
Se non sono presenti quantità eccessive di siliconi o di sostanze che sulla pelle proprio non le vogliamo fare arrivare (es. brutti conservanti o antiossidanti, fragranze che ci creano allergie ecc...), dovrebbero funzionare benissimo come detergenti per macchie di trucco, di alcuni inchiostri, pastelli a cera e di grasso su tessuti (in questo caso, di solito funziona solo per le macchie fresche), su pelle/similpelle e superfici varie (io ad esempio ho usato un po' di carta e crema vecchissima della nivea per rimuovere dal pavimento i residui lasciati da un pezzetto di matita trucco spiaccicata sul pavimento, ho rimosso il grosso con le dita, ma per evitare di spalmare i residui in giro li ho diluiti per bene sulla crema, come se stessi “struccando” il pavimento).
Inoltre non sapete come possono essere utili questi prodotti quando vi metterete a spignattare decorativi, e vi troverete macchie di rossetti/eyeliner/ombretti in crema sparsi per mezzo tavolo/cucina/lavello/piano cottura ecc...ma anche per levare le macchie dagli stessi becher o bacchette che userete per spignattare.
Alcuni inchiostri di biro dovrebbero venire via dalla pelle/similpelle, ma dipende sempre da tanti fattori, sicuramente uno cruciale è quanto il segno è fresco, agendo subito penso si possa rimediare.

Creme viso/corpo non esageratamente siliconiche:

Se questo tipo di prodotti non sono tanto male, insomma sono solo comedogeni per la presenza di paraffina eccessivo olio vegetale, silicone in fondo all'inci, ma non sono inci particolarmente orrendi dal punto di vista funzionale, possono essere riciclati ad altri usi cosmetici che creino meno problemi: 
1) creme per zone poco problematiche del corpo: piedi, mani, gomiti, insomma aree dove notoriamente una crema non porterà a brufoli, o dove comunque non stiamo a ricercare prodotti pregiati.
2) crema depilatoria da usare con il rasoio. Non è un'operazione che io normalmente svolgo, quindi non vi so dire se ci sono particolari prodotti più o meno adatti allo scopo, penso l'unica sia provare. Se normalmente usate la crema depilatoria, sapete com'è a livello di consistenza e scorrevolezza, chiaramente se il prodotto che volete riciclare è completamente diverso rassegnatevi, usatelo in altro modo o buttatelo.
3) creme base per scrub e peeling: si va a realizzare un prodotto scrubbante, che quindi viene lavato via, e quindi non comporterà l'assorbimento di sostanze non proprio gradite sulla pelle, come brutti conservanti (es. gli Isothiazolinoni ora sono consentiti solamente sui prodotti rinse-off, ma un tempo lo erano anche per i prodotti leave-in, dato che questo aggiornamento della norma avrà senso, a questo punto si può pensare di modificare la destinazione d'uso di una vecchia crema corpo che si ha in casa, contenente questi conservanti), o paraffine e siliconi, comedogeni (può essere comedogena anche una semplice crema ecobio, quindi vale la stessa cosa, se una crema ecobio vi fa venire i brufoli, non usatela per forza a tutti i costi, potete riciclarla così, oppure, se è una crema viso usarla per il corpo, se è per il corpo usarla per le mani/piedi ecc…)
In questo caso la semplice crema verrà addizionata di qualsiasi prodotto granuloso vogliate usare (in base ovviamente all'effetto che volete ottenere).
Per rimedi estemporanei potete inserire tutto quello che volete: zucchero, farine, farina di cocco, semola, fondi di caffè freschi, mandorle/riso/ecc…passate al tritatutto (attenzione che il vostro tritatutto possa ad esempio tritare prodotti duri come il riso crudo!!!!Verificatelo sul libretto di istruzioni prima di romperlo!!!).
Gli unici ingredienti che possono creare problemi sono i sali: quindi sia il classico sale da cucina, ma anche il Bicarbonato di Sodio, perché smontano le creme contenenti gelificanti sintetici, se nell'inci della crema vedete ingredienti come Carbomer, Sodium Polyacrylate, e vari “Acrylates”, evitateli.
Se desiderate invece trasformare la crema in uno scrub senza problemi di conservazione, da usare quando serve, potete utilizzare tutto ciò che non dia problemi di conservazione: argille, talco, polveri di mallo o comunque da parti legnose di piante (es. la Polvere di Mallo di Noce che vende AromaZone) o infine Perle di Jojoba. Considerate comunque di limitarvi a 3-4 mesi di durata prevista, si tratta comunque di un'aggiunta di ingredienti non sterili, meglio non rischiare troppo.
4) crema detergente: se avete una crema che proprio non volete lasciare sulla vostra pelle, nemmeno sui piedi, ma che non è una schifezza totale da essere buttata, potete trasformarla in una specie di latte detergente aggiungendo del detergente (meglio se qualcosa che già sapete non essere irritante sugli occhi e sul viso). In base alla quantità, otterrete un'emulsione detergente più o meno lavante e di conseguenza che potrebbe anche essere struccante, e nello stesso tempo eviterete di lasciare la crema che non vi piace sulla pelle.
Attenzione ai detergenti contenenti sale insieme a creme gelificate in modo sintetico, potreste sfasciare il tutto!

Non sono invece riutilizzabili i vecchi solari.
C'è chi, per non buttare via niente, li riutilizza come normali creme idratanti, ma è una cosa che assolutamente sconsiglio!
I filtri solari dopo un anno e passa saranno già mezzi ossidati, e quindi non solo proteggeranno meno (motivo per cui non si andranno a riutilizzare come solari, al massimo potrebbero essere usati giusto una volta se si sa già che comprandone di nuovi rimarrebbero inutilizzati per 6-8 mesi, ma solo considerandoli a protezione ribassata, in questo caso non muore nessuno ed eviterete di doverne buttare una nuova confezione l'anno dopo), ma ossideranno la pelle inutilmente.
Unica eccezione in questo senso sono i solari a sola base di filtri minerali: Biossido di Titanio e Ossido di Zinco. In questo caso, se non sono presenti filtri biologici, a meno di non trovarvi con l'effetto cerone bianco sulla pelle, potrete usarli come creme, ma considerate che potrebbero non essere assolutamente idratanti vista l'alta quantità di polvere minerale contenuta. Se poi il prodotto non puzza/non si è separato, sono gli unici solari che possono essere tranquillamente riutilizzati come solari l'anno dopo.
Sull'uso dei solari classici (con filtri biologici insomma), ho qualche remora nell'uso come “ingrassanti” su varie superfici…ho il dubbio che i filtri possano comunque rovinare in qualche modo le superfici più delicate. Essendo sostanze di cui non so bene il comportamento, io eviterei!

Vi sconsiglio anche l'utilizzo di vari cosmetici (burro cacao, oli vari a base di paraffina, oli profumati, ma anche ombretti, rossetti e altri cosmetici) per la realizzazione di candele o comunque prodotti a combustione.
Niente di ciò che contengono è stato testato per questo uso, e potrebbero produrre sostanze nocive, nonostante non sia il monossido di carbonio il rischio peggiore.
Anche la stessa paraffina in realtà è sconsigliabile, per i possibili residui di policiclici aromatici, mentre risulta molto più sicura la più naturale Cera d'Api.

Non mi vengono in mente altri ricicli creativi di prodotti cosmetici, ma sicuramente su internet potete trovare indicazioni ulteriori, soprattutto sul lato creativo e di autoproduzione.

Anche per oggi ho finito! Spero che il post vi sia interessato!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

mercoledì 19 novembre 2014

Cremino Deodorante e Lenitivo al Bicarbonato

Ciao a Tutti,
quest'oggi voglio farvi vedere come realizzare un fantastico deodorante fatto in casa.
La versione più semplice di questo deodorante è costituita solamente da Bicarbonato di Sodio, Amido, Burro di Karitè, uno o due oli vegetali a scelta e qualche OE, potete trovare praticamente ovunque nel web una ricetta base, ma a fine post vi metterò la ricetta base semplificata.
Io comunque sono voluta andare oltre, e ho voluto preparare più di un Cremino Deodorante. La mia necessità era più che altro quella di un prodotto a base di Bicarbonato (l'unico ingrediente deodorante che su di me funziona a lungo), e che avesse una grossa quota emolliente e lenitiva, questo perché dall'inverno scorso mi sono trovata con una continua irritazione ascellare a seguito dell'uso massivo della semplice soluzione satura di Bicarbonato. 
Ho quindi aggiunto una grossa quota emolliente (Burri e Oli), Ossido di Zinco, Tocoferolo, Bisabololo, Miele ed Estratti CO2 a scopo lenitivo (Se non avete gli Estratti CO2 vanno bene anche gli oleoliti, sostituendoli alla quota di Olio EVO e in parte Cocco) e infine Olio di Cocco e OE di Tea Tree, Limone e Cipresso come ulteriori antibatterici (L'Olio di Cocco è ricco in Acido Laurico, che ha anche il secondario blando effetto antibatterico, c'è anche chi si trova bene ad usare solo Olio di Cocco come deodorante, a me non fa nulla, anzi, mi sembra di puzzare di più!).
Ho usato questo deodorante dalla fine dell'ultimo inverno a questo autunno e mi ci sono trovata molto bene, anche se durante l'estate l'ho lasciato in frigo, infatti, anche omettendo oleoliti e/o estratti CO2, è un deodorante che tende a rimanere visibile sull’ascella, quindi io lo uso solamente nei mesi da ottobre ad aprile circa. Durante la stagione calda tenetelo in frigo, non fategli prendere caldo, o potrebbe anche sciogliersi a sufficienza da separarsi.
L'unica vera precauzione ad usare questo prodotto è di non usarlo a contatto con i tessuti bianchi o molto chiari.
Gli estratti CO2 (come anche gli oleoliti delle stesse piante) contengono carotenoidi, che difficilmente riuscirete a levare dai tessuti chiari.
Non ho avuto nessun problema di macchie indelebili su tessuti che vanno dai colori accesi (arancione, fucsia, viola, blu) al nero, ma per sicurezza vostra vi consiglio di cominciare ad usarlo solo a contatto con capi già rovinati, per poi verificarne il comportamento.
Se preferite, potete comunque omettere gli estratti/oleoliti, soprattutto se non avete problemi di pelle delicata, sicuramente avrete un prodotto meno problematico dal punto di vista macchie.

Eccovi allora la ricetta:

Fase A1
Ossido di Zinco 5,5
Amido 13
Bicarbonato di Sodio 13

Fase A2
Cera di Soia 5
Burro di Karitè 25
Burro di Mango 5
Olio di Cocco 15
Tocoferolo 3

Fase B
Olio EVO 10
Bisabololo 0,5
Estratto CO2 Camomilla 0,1
Estratto CO2 Calendula 0,1
OE Tea Tree 3gtt 
OE Limone 3gtt
OE Cipresso 3gtt

Fase C
Miele 5

Procedimento:

La prima cosa da fare, perché è la fase dove l'attesa è più lunga, è preparare la fase B con gli estratti CO2, così che si sciolgano per tempo nell’Olio Evo e nel Bisabololo. Se invece userete gli oleoliti questa fase potete saltarla, e passare direttamente alla successiva.


A questo punto bisogna passare al macinacaffè le polveri che ho inserito in una fase A1 a sé stante.
Essendoci anche l'Ossido di Zinco fate attenzione, polverizzate a lungo, almeno un paio di minuti alternando qualche pausa, ma poi lasciate riposare le polveri prima di riaprire il macinacaffè (il Grinder, se lo avete, penso sia troppo piccolo per polverizzare questa quota di polveri).


Mentre aspettate che si depositino le polveri, potete cominciare a preparare la fase A2, scaldando prima la Cera fino a fusione insieme a Olio di Cocco e Tocoferolo (basterà superare di poco i 50°C).
Una volta fusi completamente lasciate raffreddare circa un minuto mescolando, poi potete inserire i burri, che devono si ammorbidirsi molto, ma è meglio non portare il mix a completa fusione, dato che creerebbe non pochi problemi.
L'ideale è stare sempre intorno ai 50°C.
A questo punto, se è passato sufficiente tempo, potete aprire il macinacaffè, e prendere le polveri stemperandole bene nel composto semisciolto che abbiamo ottenuto.
Vedrete che nonostante vada lavorato a lungo, la “polverosità” scomparirà, al limite aiutatevi tenendo la consistenza dei grassi più bassa, lavorando ancora a bagnomaria caldo (sempre controllando che la temperatura non si alzi troppo, se il composto si dovesse liquefare troppo potreste ottenere la separazione durante il raffreddamento).
L'obiettivo è avere sempre un composto cremoso, non pastoso, ma neanche da besciamella.
Per completare la dispersione delle polveri con i grassi potete dare una passata allo sbattitore.
Il minipimer lo sconsiglio, dovreste preparare davvero grandi quantità di cremino perché non ne rimanga metà sul frullatore.
Una volta che la dispersione è riuscita, potete inserire tutti gli altri ingredienti.
Prima il mix di Olio EVO, Bisabololo ed estratti CO2, che ammorbidirà ulteriormente il mix, così da permettervi di “emulsionare” il Miele con lo sbattitore. Potete anche aggiungere gli OE.

Una volta data un'ultima sbattuta siamo pronti a versare il prodotto negli stampini.
Potete usare dei vecchi stick per deodoranti, ma dovete capire bene come funziona il meccanismo prima di arrischiarvi.
Nel mio caso ho utilizzato un vecchio stick con il movimento a rotazione centrale, ma essendo il deodorante originale molto duro, riusciva a stare su un “appoggio” forato.
Io ho ricoperto questo appoggio ritagliando della carta stagnola da cucina a coprire i buchi e in questo modo ho potuto riutilizzare lo stick.
Mentre non ho idea se la stessa cosa sia fattibile anche con gli stick “ovali”, che hanno un meccanismo diverso.
In questo caso comunque ho avuto minime perdite al di sotto del “piatto” che si alza con la ghiera, e ho potuto usare tutto il prodotto, l'ultima parte l'ho usata direttamente pescandola con le dita, durante l'inizio dell'autunno, quando ancora faceva abbastanza caldo perché lo stick fosse morbido.
Una volta versato il prodotto è importante mantenerlo in movimento fino a quando non avrà raggiunto una consistenza più densa, ad esempio tipo maionese morbida, come quella fatta in casa.
A questo punto potremo prendere tutti gli stick e infilarli in freezer per 10-15 minuti e poi in frigo per qualche ora.
I miei stick sono venuti di una consistenza perfetta per il periodo invernale (18-19°C in casa), non duri come quelli commerciali, ma più morbidi e cremosi, infatti un pochino sbavano dal contenitore durante l'uso.
Se li preferite più duri potete anche risolvere tenendoli in frigo o fuori dalla finestra del bagno/camera (insomma la stanza dove vi deodorate), oppure ritoccando la ricetta; creare un cremino deodorante duro come quelli commerciali potrebbe anche essere possibile, ma implicherebbe una lavorazione estremamente rapida e difficoltosa, potete sicuramente provarci se volete.
Per quanto mi riguarda dubito che si avrebbe il tempo di stemperare bene le polveri nei burri senza tenerli al caldo (perché in sostanza dovremmo quasi azzerare il contenuto in oli che a temperatura ambiente sono liquidi come l'EVO e sostituirli completamente con Burro di Karité, o con Burro di Karité e Burro di Cacao), se in altre ricette è possibile, qui ho da inserire ingredienti termolabili, quindi questa non è la strada giusta.
Chiaramente potete provare e sperimentare voi stessi se la cosa vi può interessare, io tendenzialmente preferisco i prodotti facilmente spalmabili, dove basta una passata per “scioglierli“.

Gestione delle omissioni e sostituzioni:
Gli ingredienti non sono numerosi, ma sono quasi tutti assolutamente utili.
Potete fare a meno dell'Ossido di Zinco, che fa da assorbente e rende il prodotto meno giallo, ma dovrete aumentare Bicarbonato e Amido in equivalenti quantità.
Potete anche usare altri Oli Essenziali, basta che siano quelli indicati come antibatterici. I più adatti sono Tea Tree, Lavanda e Limone, anche Cipresso ha discreti effetti antibatterici, e potrebbe andare bene anche Menta (non esagerate con le quantità per l'effetto freddo). Io non ho messo Lavanda perché non mi piace l'odore, ma va discretamente bene.
In ogni caso meglio stare sotto le 10 gocce, se avete una pelle piuttosto reattiva mettetene anche la metà, o non metteteli proprio, l'azione antiodorante è esplicata già a sufficienza dal Bicarbonato, sono più che altro un'azione di profumazione e antibatterica aggiunta.

La Cera di Soia la potete sostituire con un altro grasso idrogenato (ho visto sicuramente Mandorla, Oliva, Avocado e Albicocca sui vari siti di materie prime), ma non con una vera e propria cera, sarebbe troppo dura e occlusiva. Altrimenti potete provare col Burro di Cacao, ma aumentate un pochino le dosi a scapito di Mango o Karité (potete anche usare uno solo di questi per l’intera quota di Mango e Karité), arriverei a 7 grammi.

L’Olio EVO potete sostituirlo con un altro olio medio, come Mandorla, Albicocca, Avocado, Soia ecc…ma anche usando un olio più leggero non farete danni: Riso, Girasole, Mais, Jojoba ecc…
Vi consiglio però di mantenere l'Olio di Cocco, che sotto i 21-22°C tende a solidificare, e da ulteriore consistenza prodotto durante la stagione invernale, ma ripesando in eccesso le quantità di burri potete anche pensare di sostituirlo (non vi consiglio di fare questi calcoli se siete ancora alle prime armi).

E anche oggi è tutto! 
Spero che la ricetta vi sia piaciuta!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione