lunedì 29 dicembre 2014

Burro Cacao Invernale in Stick

Ciao a Tutti,
dopo la recente nevicata sono arrivati i primi freddi, quale momento migliore per mostrarvi come realizzare un ottimo burro cacao adatto alla stagione invernale, che risulta abbastanza morbido anche alle basse temperature, anche se comunque non è morbidissimo come alcuni di quelli commerciali, io in particolare l'ho usato proprio in concomitanza della nevicata di due giorni fa, ed ha funzionato!
Io in questa ricetta ho trovato il rapporto perfetto di consistenza; è semplicissima quanto a ingredienti e realizzazione, ma mi ha fatto sudare parecchio per la formula. Questo è il motivo per cui vi sconsiglio di effettuare sostituzioni, e io stessa non ve ne indicherò, se non l’usare il Cioccolato Fondente al posto del Burro di Cacao, nel caso proprio non l’abbiate (ma attenzione, potrebbe colorare le labbra).

La ricetta che ho fatto non si sviluppa in centesimi, dato che difficilmente andremo a realizzare un etto di burro cacao, a meno che non ne dobbiate regalare parecchi, prepararli in anticipo non è consigliabile, potrebbero emergere i granulini dopo diversi sbalzi termici, se lo fate solo per voi fatene 2-3 al massimo.
Le mie dosi sono in grammi e riferite ad un totale di 10,6 g, che è circa il contenuto medio di due stick considerando anche le eventuali perdite di prodotto durante il travaso, ho provato a basare la ricetta su 10, ma in due casi la quantità di prodotto non è bastata per due stick interi, mentre in questo caso ho avuto un leggero surplus di prodotto (in ogni caso gli stick sono leggermente diversi, se col metodo della siringa non importa il diametro, alcuni sono leggermente più lunghi di altri)
In generale fare un solo stick alla volta non è molto conveniente, va bene solamente se dovete fare dei tentativi
Ricetta:

Cera d’Api 3
Burro di Cacao 3,4
Tocoferolo 1
Olio di Ricino 0,6
Olio di Avocado 1
Olio di Riso 1,6

Aroma Cherry 2 gtt

Allora cominciamo:
per prima cosa andremo a pesare la Cera d’Api, e la inseriremo nel nostro becher, successivamente aggiungeremo anche gli oli e il Tocoferolo.
A questo punto possiamo cominciare il bagnomaria caldo.
La Cera d’Api necessita di almeno 70°C abbondanti per sciogliersi, ma più probabilmente anche 80°C (dipende anche dalla qualità della cera).
È importante, come sempre, non introdurre subito il burro, per non rovinarlo. Anche se il Burro di Cacao è meno delicato del Burro di Karité, per sicurezza io faccio sempre sciogliere prima la cera, e lascio raffreddare il mix in modo che il burro non superi i 70°C.
A questo punto potete tranquillamente aggiungere il Burro di Cacao e mescolare fino a completo scioglimento.
Quando il nostro burrocacao è completamente fuso e omogeneo, possiamo aggiungere l’aroma. Io in questo caso ho scelto Cherry di Glamour Cosmetics.
Le indicazioni d’uso indicano piccole percentuali d’utilizzo, ma lavorando con piccole quantità la soluzione è inserire una goccia per ogni stick, quindi due in questo caso.
In effetti basta e avanza.
A questo punto, non ci resta che versare e lasciar solidificare il nostro prodotto.
Se non siete fornite di stick per burrocacao appositi, che non siano forati sul fondo, potete risolvere usando il metodo della siringa.
Le normalissime siringhe da 5ml, acquistabili anche al supermercato, sono della dimensione perfetta per fare da stampo.
Basterà tagliare l’estremità con l’alloggiamento per l’ago e limare accuratamente la superficie di plastica tagliata, in modo che sia il più possibile a pari e che non tagli.
A questo punto potrete anche realizzare dei semplicissimi “portasiringhe” con una confezione di plastica per le uova.
Basterà fare dei tagli a X in corrispondenza di ogni sporgenza, e potrete comodamente realizzare fino a 6 stick di burrocacao (anche di più se avete quei contenitori da dozzina di uova!)
Le siringhe usate, potrete tranquillamente riutilizzarle dopo averle lavate. Potete anche lavarle in lavastoviglie dopo aver rimosso eventuali tracce evidenti di burrocacao.
Comunque siamo allo stampo. Sia che versiate il prodotto nelle siringhe, sia che lo versiate nei contenitori appositi, è importante fare attenzione.
Il burrocacao si raffredda subito, e se non sarete abbastanza veloci non riuscirete a versarlo completamente perché si solidificherà nel becher.
Già dopo pochi secondi vedrete il prodotto appannarsi e diventare sempre più opaco.
A questo punto potete anche mettere gli stampi in frigo per mezza giornata, o in freezer me 20-30 minuti.
In ogni caso fate attenzione che per almeno il primo quarto del tempo gli stampi non si rovescino.
Se usate i contenitori per burrocacao la soluzione migliore è il freezer, dato che, nonostante l’assenza di buchi, potrebbe esserci una leggera perdita di prodotto nella parte scorrevole dello stick. A me è capitato con gli stick che ho riciclato, non con gli stick nuovi (quelli di aroma zone).
Nel caso usiate la siringa invece è indifferente, basta che lasciate le siringhe in modo che non si rovescino.
Nel caso degli stick riciclati il vostro prodotto sarà già pronto una volta trascorso il tempo indicato, anche se vi consiglio di aspettare il giorno dopo per farlo scorrere nello stick, per sicurezza.
Nel caso invece delle siringhe, andremo a posizionare lo stick nell’alloggiamento del tubo a scorrimento.
A me viene comoda questa procedura: ruoto il tubetto in modo che l’alloggiamento sia il più fuori possibile, poi vado a posizionare la siringa aderendo sul tubetto, e tenendo morbido il tubetto schiaccio delicatamente e lentamente lo stantuffo della siringa, fino a quando non sento il tubetto ruotare (segnale che lo stick ha toccato il fondo dell’alloggiamento), a quel punto continuo a premere delicatamente lo stantuffo, fino a quando lo stick non sarà arrivato al fondo (il tubetto non ruoterà più).
A questo punto potrebbe capitare che lo stick sia troppo lungo, e che non ci stia tutto.
La soluzione è semplice, con un coltello (meglio se freddo), andrete a tagliare il prodotto in eccesso.
Se ve ne avanza molto, e da molti stick, potreste anche raccoglierlo in una jarrina, e usarlo come prodotto di riserva, ma basterà segnarvi bene il livello della siringa, così la prossima volta aprirete meno lo stantuffo, avendo il prodotto della lunghezza perfetta.
Come vedete io ho dovuto tagliare, essendo la prima volta con l’uso della siringa.

Ecco qua, il vostro burrocacao è pronto, spero lo facciate!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi e Biodizionario.it inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

venerdì 26 dicembre 2014

I detergenti, cosa devono contenere?

Ciao a Tutti,
spero abbiate passato un sereno Sol Invictus, Natale, o quello che avete scelto di festeggiare! Torno anche io oggi, e dopo avervi parlato del meccanismo di funzionamento dei tensioattivi e del sapone, e qui dei più comuni tensioattivi presenti in commercio, ora voglio parlarvi di cosa serve oltre alla scelta dei tensioattivi per formulare un detergente.

I tensioattivi, sotto forma di materia prima, sono molto diversi fra loro, la maggior parte infatti sono commercializzati liquidi, ma se sono liquidi, e non solidi è perché sono diluiti, l'effettiva percentuale di tensioattivo "vero" è indicata nella scheda tecnica, e su quella bisogna basarsi nella formulazione.
Ci sono invece altri tensioattivi commercializzati solidi, e in quel caso la procedura d'utilizzo è spesso totalmente diversa, di solito si tratta di tensioattivo puro o quasi, quindi le dosi d'utilizzo si riducono drasticamente (almeno per i più comuni di cui vi ho parlato).

Un detergente è formulato su più livelli, e contiene più tensioattivi che agiscono su aspetti diversi della sua funzione e del suo aspetto:
Tensioattivo Primario: è il vero e proprio “lavante”, di solito un anionico o un non ionico, in molti casi senza un tensioattivo secondario renderebbe il prodotto troppo sgrassante e anche poco piacevole da usare.
Tensioattivo Secondario: è un tensioattivo che serve a tamponare l'eccesso di forza lavante del primo, ma può servire anche come addensante.
Tensioattivi/o Terziari/o: sono tensioattivi di contorno che di solito agiscono sull'aspetto del prodotto o sulla sua schiuma, ma vengono aggiunti in piccole quantità.
Una volta scelti i tensioattivi (con le loro compatibilità e caratteristiche), non è finito, bisogna valutare in che quantità vanno inseriti, e in questo caso entra in gioco la SAL (= Sostanza Attiva Lavante), ovvero la percentuale effettiva di tensioattivo presente nel detergente.
La SAL dipende sia dal tipo di detergente, sia dal tipo di tensioattivi scelti; questo perché ognuno di essi ha un'aggressività e una forza lavante diversa, e il loro stesso abbinamento influisce sull'azione detergente finale del prodotto.
Inoltre vanno anche considerate le aggiunte di ingredienti che non sono tensioattivi, ma che vanno a tamponare in diverso modo l'aggressività di questi ultimi.
Insomma, nella formulazione di un detergente bisogna anche tenere conto della sua funzione: deve avere la giusta capacità lavante, e ogni zona del nostro corpo ha necessità differenti. E nonostante tutto anche le persone stesse hanno esigenze diverse, quindi è importante fare le giuste valutazioni prima di cominciare, e definire il giusto grado di SAL che vogliamo inserire.

Indicativamente la SAL totale ottimale si suddivide in questo modo:

Prodotti viso 10%
Detergenti intimi 10-12%
Shampoo 10-15%
Bagnodoccia 18-20%
Bagnoschiuma 20-25%

Ogni tensioattivo ha una SAL sua specifica, indicata in scheda tecnica, quindi per la formulazione di un detergente bisogna calcolare la SAL totale facendo questo calcolo:

SAL1*percentuale1+SAL2*percentuale2+SAL3*percentuale3
__________________________________________________________________

              100


Chiaramente in base al mix di tensioattivi scelti decideremo se optare per una SAL leggermente più alta, o leggermente più bassa di questi valori di riferimento.

In ogni caso, il lavoro di formulazione non è finito, infatti non si può pensare di usare un prodotto che contenga solo acqua e tensioattivi, quelli sono i detersivi, e vanno bene per lavare superfici ben meno delicate della nostra pelle.
Per ottenere un ottimo detergente cosmetico servono altri ingredienti: alcuni sono necessari per realizzare specifici prodotti adatti a zone specifiche del nostro corpo, come i prodotti per capelli, altre sono invece delle aggiunte facoltative, che però portano a realizzare prodotti meno aggressivi e più o meno piacevoli da utilizzare a livello di consistenza e sensazione sulla pelle.

Iniziamo con il parlare di sostanze che proteggono la nostra pelle dall'azione dei tensioattivi:

1) Surgrassanti: possono essere delle aggiunte oleose semplici (Olio di Mandorle, Olio di Argan, Burro di Karité ecc…), ma che non sempre vengono ben tollerate da tutti i tensioattivi (e da tutte le formule), oppure delle sostanze specifiche: in un caso abbiamo a che fare, con un surgrassante specifico: il Lamesoft PO65 (Coco-Glucoside & Glyceryl Oleate).
Si tratta infatti di una pasta densa che agisce da ammorbidente, che contiene un po' di emolliente (il Gliceril Oleato), ben emulsionato in una quantità più abbondante di tensioattivo (il glucoside), e che di conseguenza va conteggiato nella SAL.
In un altro caso abbiamo invece i Perlanti, ovvero diverse formule di Glycol Distearate mischiato a diversi tensioattivi; in tutti i casi rendono il detergente perlato, ma anche enormemente più delicato, dato che questa molecola non è altro che una cera, e quindi surgrassa, anche se in modo diverso dal Lamesoft PO65.

2) Proteine e Amminoacidi: sono dei filmanti, che proteggono dall'azione sgrassante dei tensioattivi semplicemente formando uno strato protettivo durante il lavaggio. Nei prodotti per capelli hanno anche un effetto volumizzante per i capelli, in quanto tendono ad accumularsi sul fusto del capello, aumentandone leggermente la dimensione. Nel caso delle Proteine Quaternizzate si ha una doppia azione, in quanto sono proteine che contengono un ammonio quaternario, che funge da condizionante per i capelli, ovvero hanno un'azione oltre che protettiva, anche districante e ammorbidente nei confronti dei capelli. Di negativo hanno l'importante impatto sull'ambiente, controindicazione valida per tutti i quaternari e altri condizionanti per capelli, ad esclusione dell'Esterquat, che in base a come viene sintetizzato, può anche essere a pallino verde. In generale tutte le proteine o gli amminoacidi si usano a piccole percentuali: 1-2%, altrimenti possono rendere il prodotto finale troppo appiccicoso, leggermente maleodorante (se ad esempio non si può abbondare in fragranze per non smontare il detergente), e pure più appetitoso per muffe e batteri.

3) Condizionanti veri e propri: ne esistono di diversi, a partire dall'Esterquat, che vi ho appena nominato, il più ecosostenibile, ma anche il meno efficace a parità di formula, per arrivare agli ammoni quaternari, che vengono usati a piccole quantità, ma che risultano assolutamente poco gradevoli per la fauna ittica.
A seconda del produttore, l'Esterquat può avere diversi inci: Dicocoylethylhydroxyethylmonium Methosulfate, Distearoylethyl Hydroxyethylmonium Methosulfate, Dipalmitoylethyl Hydroxyethylmonium Methosulfate, mentre i condizionanti più comuni, ma anche più efficaci sono i Behetrimonium e Cetrimonium Chloride, l'Hydroxypropyl Guar, il Guar Hydroxypropyltrimonium Chloride, l'Hydroxypropyl Guar Hydroxypropyltrimonium Chloride e i quaternium e polyquaternium, che però hanno formule estremamente diverse a seconda del numero indicato in formula. Sono tutti a pallino rosso, ma alcuni sono assolutamente funzionali (es. Polyquaternium-7), altri sono siliconi (es. Quaternium-80), e quindi hanno solo un effetto fasullo, questi ultimi li evito negli spignatti, ma anche nei prodotti commerciali. Purtroppo non si può capire com'è la molecola dal nome inci, bisogna cercare il nome completo della molecola e cercare di capire se è siliconico o meno, si tratta di molecole totalmente diverse fra loro, che hanno in comune la presenza di un ammonio quaternario o più.

4) Umettanti: possono essere usati Alcoli o Zuccheri, nel primo caso, Glicerina o Sorbitolo, nel secondo il più usato è il Fruttosio, ma esistono anche formule col Miele (Mel), che comunque è costituito in gran parte da Fruttosio, come vi ho spiegato qui.
Alcune formule particolari con questi umettanti permettono l'omissione del conservante, perché agiscono da sequestranti, non lasciando acqua libera per la vita dei microorganismi, ma non dirò oltre, se non avete esperienza affidatevi a ricette pronte e collaudate, meglio se da più persone. Lavarsi con un prodotto ammuffito o pieno di batteri non è carino.

5) Addensanti: servono a rendere il prodotto più denso, soprattutto nel caso di detergenti senza SLES/SLS (che invece addensano facilmente). Da una parte ci sono i polimeri naturali, i più comuni la Gomma Xantana e l'Idrossietilcellulosa, purtroppo non ottimali perché ad esempio sono incompatibili con alcuni ingredienti, tra cui i districanti cationici, dall'altra gli addensanti sintetici come il Tinovis GTC e il Carbopol Aqua. Quest'ultimo ha anche la funzione di tenere una frazione oleosa nel detergente, che altrimenti si separerebbe. Nel caso degli Shampoo i anche il Gel di Semi di Lino può essere una buona alternativa, sicuramente meglio della Gomma Xantana, che in alcuni casi non regge oppure opacizza.

A questo punto, dopo avervi parlato di vari aspetti dei detergenti, non posso che augurarvi buona formulazione, ma anche solo buono spignatto se preferite limitarvi a ricette pronte, non c'è niente di male! Spesso lo faccio anche io come vedete da alcune ricette che vi ho proposto citando la fonte!
Alla prossima e Buon 2015!

Rasmus

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domenica 21 dicembre 2014

Prodotti commerciali che ho usato tra Ottobre e Dicembre

Ciao a Tutti,
torno a parlarvi di qualche prodotto che ho utilizzato negli ultimi tempi.
In particolare tra ottobre e fine dicembre
Comincio a parlarvi dei due dentifrici che ho usato negli ultimi tempi, due diverse formule della stessa marca:

Pasta del Capitano – Dentifricio Protezione Placca e Carie (Confezione blu):

Aqua, Glycerin, Hydrated Silica, Zinc Coco-Sulfate, Cellulose Gum, Aroma, Sodium Monofluorophosphate, Sodium Saccharin, Tetrasodium Pyrophosphate, Sodium Carbonate, Sodium Fluoride, Eugenol, Geraniol, Limonene, CI 77891

100 ml
1-2 €

La uso ogni tanto, per qualche giorno a casa dei miei, non è un prodotto che uso con particolare regolarità.
Però posso dirvi che lo considero un prodotto commerciale assolutamente buono: fa una schiuma piuttosto delicata, intermedia tra quella di dentifrici delicati come Esselunga Gabbiano o Equilibra, e quella dei classici dentifrici commerciali a base di SLS (assolutamente da evitare nei dentifrici, sul Forum di Lola si fa riferimento ad una possibile correlazione con l'arretramento gengivale).
Insomma non è spiacevole, anche se preferisco prodotti meno schiumogeni, e chiaramente la fascia di prezzo è ben più bassa di quella del dentifricio dell'Equilibra per esempio.
L'inci prevede appunto lo Zinco Coco Solfato, un tensioattivo simile al Sodium Coco-Sulfate, quest'ultimo è praticamente paragonabile allo SLS, la differenza dovrebbe stare in una minore aggressività, cosa visibile dal minore effetto schiumogeno.
Per il resto è quasi totalmente green.
La Saccarina è indicata rossa perché potenzialmente può portare più facilmente a carie rispetto ad altri dolcificanti, ma è contenuta in molti dentifrici, quindi penso dipenda molto dalla sensibilità individuale alle carie. Io ne ho avuta una sola nella vita, nonostante abbia usato dentifrici che la contenevano. Se soffrite spesso di carie provate a verificare se evitando questo ingrediente il problema si riduce.

Pasta del Capitano – Dentifricio Igiene Completa – La Ricetta Originale:

Sorbitol, Aqua, Hydrated Silica, Polysorbate-60, Aroma, Zinc Coco-Sulfate, Cellulose Gum, CI 77891, Sodium Monofluorophosphate, Sodium Saccharin, Sodium Carbonate, Eugenol, Cinnamal, Geraniol, Limonene, CI 45430, CI 47005

100 ml
1-2 €

In questo caso l'inci è leggermente diverso, abbiamo come umettante di base il Sorbitolo al posto della Glicerina, un Polisorbato in aggiunta al tensioattivo di base, uguale a quello contenuto nella versione  “Protezione Placca e Carie”, e niente chelante, oltre all'aggiunta di due coloranti a pallino rosso.
A livello di inci direi che il primo è sicuramente preferibile, ma di poco, mentre a livello funzionale sono praticamente indistinguibili, se non che il rosa mi fa leggermente impressione durante l'utilizzo.

Dove – Beauty Cream Bar:

Sodium Lauroyl Isethionate, Stearic Acid, Sodium Palmitate, Aqua, Lauric Acid, Sodium Isethionate, Sodium Stearate, Cocamidopropyl Betaine, Sodium Palm Kernelate, Parfum, Glycerin, Sodium Chloride, Zinc Oxide, Tetrasodium EDTA, Tetrasodium Etidronate, Alumina, Alpha-Isomethyl Ionone, Benzyl Alcohol, Butylphenyl Methylpropional, Citronellol, Coumarin, Hexyl Cinnamal, Limonene, Linalool, CI 77891

100 g
1 € circa (anche pacchi multipli con costi ridotti)

È quella che abbiamo usato per anni, mia mamma è rimasta fissata con questa saponetta più o meno da quando ricordo.
Non so quanto la formula sia stata modificata negli anni, vi commento quella che leggo sulla confezione dell'ultima saponetta che ho trovato in casa qualche tempo fa.
Innanzitutto questo prodotto non è vero e proprio sapone. Contiene sapone (Sodium Palmitate, Sodium Stearate e Sodium Palm Kernelate), ma è un Syndet, perché contiene anche tensioattivi sintetici, oltre a acidi grassi liberi, ed è riscontrabile anche vedendo il pH 6, cosa impossibile per un normale sapone.
Non è un prodotto particolarmente aggressivo, trovo che sia davvero più delicato del classico sapone industriale, sia guardando solo l'inci, ma anche per esperienza diretta.
Quando lavavo molto spesso le mani durante la giornata con questo sapone, non le avevo distrutte come quando le lavavo con le classiche saponette industriali a base di sapone da Olio di Palma e Cocco, probabilmente senza nessuno sconto di soda.
In questo caso l'unico neo di questa formula è l'uso di EDTA, che potrebbe benissimo essere evitato a favore del solo Etidronato.
Per il resto è un ottimo prodotto di fascia a larga diffusione, e costa anche poco (soprattutto prendendo i multipack che spesso fanno in alcuni supermercati); va segnalato però, che a differenza delle classiche saponette (industriali, ma di vero sapone), tende ad esaurirsi più in fretta.

Dove – Supreme Creamoil Fine Silk:

Sodium Lauroyl Isethionate, Stearic Acid, Sodium Palmitate, Aqua, Lauric Acid, Sodium Isethionate, Sodium Stearate, Cocamidopropyl Betaine, Sodium Palm Kernelate, Parfum, Glycerin, Helianthus Annuus Seed Oil, Sodium Chloride, Zinc Oxide, Tetrasodium EDTA, Tetrasodium Etidronate, Alumina, Benzyl Alcohol, Benzyl Salicylate, Butylphenyl Methylpropional, Citronellol, Coumarin, Eugenol, Geraniol, Hexyl Cinnamal, Limonene, Linalool, CI 77891

100 g
1 € circa (anche pacchi multipli con costi ridotti)

L'inci non è molto diverso da quello classico, anzi, l'unica vera differenza è l'aggiunta di una piccola quantità di Olio di Girasole in formula.
Sinceramente non trovo che la differenza a livello d'uso sia rilevante, ma è un prodotto che uso solamente per le mani quando sono a casa dei miei genitori.
Magari risulta più rilevante per chi usa questi detergenti solidi anche per l'igiene del corpo o del viso (in quest'ultimo caso io eviterei per usare prodotti ben più delicati e specifici), a questo punto, a parità di prezzo, vi consiglio questo secondo prodotto, semplicemente perché dovrebbe essere leggermente più delicato, ma probabilmente la differenza è percepibile solamente dalle persone molto sensibili.

Manila – Crema Mani Pelli Normali:

Aqua, Glycerin, Stearic Acid, Isopropyl Palmitate, Cetearyl Alcohol, Sodium Cetearyl Sulfate, Propylene Glycol, Dimethicone, Parfum, Allantoin, Phenoxyethanol, Tetrasodium EDTA, Imidazolidinyl Urea, Methylparaben, Propylparaben, Ethylparaben, Butylparaben, BHT, Citral, Benzyl Salicylate, Limonene, Linalool

100 ml
1,50 € circa

Questa è una particolare crema mani che abbiamo provato per la prima volta tantissimi anni fa, in montagna, da noi non veniva commercializzata.
Mia mamma l'ha trovata per caso nel negozietto Carrefour sotto casa qualche mese fa, prima la portavamo a casa dalla Valle d'Aosta perché da noi non l'avevamo mai vista.
Nonostante l'inci non sia perfetto, mia mamma ha sempre apprezzato tantissimo questa crema perché è tutt'ora l'unica crema mani che allo stesso tempo le ripara le mani, senza lasciargliele unte/appiccicose/sudate, ed è stata contenta di averla trovata negli ultimi mesi, perché è da tanto che non siamo più stati in montagna.
L'inci è piuttosto semplice, non è totalmente green, ma è efficace: nutre con grassi tendenti all'asciutto, “isola” con un pochino di silicone, e ha un tocco asciutto e setoso anche grazie alla piccola quantità di Propylene Glycol, e ha un po' di Allantoina come idratante.
Di negativo ha un mix di conservanti non bellissimi, dato il cessore di formaldeide, ma proprio perché sono tanti, saranno tutti in piccolissime quantità, e la presenza di chelante e antiossidante non ecobio, ma visto il prezzo e la funzionalità del prodotto posso dirvi che ne vale la pena, soprattutto se non avete la possibilità di acquistare creme mani per quanto ecobio, ma di fascia di prezzo più alta.

Omia Laboratories – Maschera Capelli Erboristica Aloe Vera:

Aqua, Aloe Barbadensis Leaf Juice, Myristyl Alcohol, Cetrimonium Chloride, Oleyl Alcohol, PCA, Persea Gratissima Oil, Oryza Sativa Bran Oil, Glycerin, Polyquaternium-6, Phenoxyethanol, Sodium Benzoate, Citric Acid, Tetrasodium Glutamate Diacetate, Parfum 

250 ml
3,65-5,00 €

Come vedete non è un prodotto 100% ecobio, ma ha quello che serve: alcoli che fungono da emollienti, ma molto secchi, condizionante (anche se a pallino rosso) efficace in posizione abbastanza alta, olietti e idratanti.
Abbiamo poi infine il Polyquaternium-6, un condizionante non siliconico simile al suo collega Polyquaternium-7, più conosciuto e diffuso.
Si tratta di un balsamo piuttosto denso, usato dopo lo shampoo (io uso questi due) districa piuttosto bene e nel mio caso non lascia i capelli unti, ma morbidi e non appesantiti.
Essendo piuttosto ricco lo sconsiglio a chi ha i capelli particolarmente grassi, o comunque per l'uso quotidiano. Io lo alterno al Balsamo Splend'Or al Cocco perché usato tutti i giorni di lavaggio si, tende un pochino a ungere eccessivamente i capelli, per me, che ho i capelli leggermente grassi e la cute secca, va bene usato circa una volta ogni 4-5 giorni, insomma lavando i capelli un giorno si e un giorno no va bene usato ad un lavaggio su due, direi non di più. E in ogni caso quando uso questa maschera e non il balsamo più leggero tendo ad avere i capelli che si sporcano prima. Lavando i capelli un giorno si e uno no, a me non cambia la vita, ma se li lavate più spesso potrebbe essere fastidioso.
Lo sto usando da circa due mesi.

Bottega Verde – Karité d'Africa – Crema Mani al Burro di Karité:

Aqua, Glycerin, Stearic Acid, Caprylic/Capric Tryglyceride, Butyrospermum Parkii Butter, Dimethicone, Cetyl Palmitate, Cetearyl Alcohol, Soybean Glycerides, Butyrospermum Parkii Butter Extract, Hydrogenated Palm Glycerides, Benzyl Alcohol, Butyrospermum Parkii Butter Unsaponifiables, Parfum, Sodium Cetyl Sulfate, Potassium Cetyl Phosphate, Citric Acid, Potassium Sorbate, Disodium EDTA, Dehydroacetic Acid, Hexyl Cinnamal, Lecithin, Limonene, Coumarin, Tocopherol, Ascorbyl Palmitate

75 ml
9,99 €

L'inci non è perfetto, ma il silicone sulle mani si tollera anche, visto che fa da buon isolante nei confronti del lavaggio in eccesso, e l'EDTA troppi danni non ne fa, insomma l'inci direi che va anche bene considerata la destinazione d’uso: abbiamo una cascata di grassi niente male, un Insaponificabile e infine un goccino di vitamine.
I conservanti sono buoni, non c'è un'eccesso di allergeni de profumo e anche gli emulsionanti usati sono buoni.
Non ci sono gelificanti, questo potrebbe essere dovuto all'uso di molti fattori di consistenza lipofili (abbiamo già Acido Stearico al terzo posto in inci, seguito poi da burro, Cetil Palmitato, Gliceridi di Palma che probabilmente sono anche loro solidi a temperatura ambiente ecc…).
Il prodotto contiene tensioattivi, non dei veri e propri emulsionanti, ma non ci sono problemi, sono stati usati in bassa percentuale e sono totalmente tamponati dai grassi.
La crema è abbastanza densa, anche se non estremamente soda. Va massaggiata un pochino per farla assorbire, e su di me lascia una leggera patina di unto e un profumo persistente.

L'Erbolario – Accordo Viola – Crema Vellutante Mani: 

Aqua, Glycerin, Dicaprylyl Ether, Polyglyceryl-3 Dicitrate/Stearate, Coco-Caprylate/Caprate, Cetyl Alcohol, Gossiypium Herbaceum Seed Oil, Olea Europaea Oil Unsaponifiables, Viola Odorata Extract, Viola Tricolor Extract, Glycine Soja Extract, Ceramide 3, Hydrolyzed Jojoba Esters, Tocopherol, Rosmarinus Officinalis Extract, Brassica Campestris Oleifera Oil, Helianthus Annuus Seed Oil, Xanthan Gum, Citric Acid, Parfum, Alpha-Isomethyl Ionone, Benzyl Alcohol, Citronellol, Geraniol, Dehydroacetic Acid, Potassium Sorbate, Sodium Benzoate

75 ml
10,00 € circa

L'inci in questo caso è completamente verde, abbiamo una bella cascata di grassi, alcuni anche pregiati, emulsionante ecobio, tanti estratti vegetali, un Insaponificabile, una Ceramide, Tocoferolo e gelificazione ecobio.
La formula mi piace molto, anche se il prezzo mi sembra un po' alto.
La crema ha una consistenza intermedia tra una crema densa da vasetto e una fluida, è leggera e spalmabile, ma fa una leggera scia bianca, dovuta forse all'applicazione abbondante.
Ha un profumo fiorito molto gradevole, è persistente, ma non fastidioso, non saprei dire se sa davvero di violetta, non ho un naso molto allenato.

Euphidra Amido Mio – FisioClean Emulsione Detergente:

Aqua, Decyl Glucoside, Glycerin, Butyrospermum Parkii Butter, Sodium Cocoamphoacetate, Cetearyl Alcohol, Ethylhexyl Stearate, Cyclomethicone, Prunus Amygdalus Dulcis Seed Oil, Steareth-2, Steareth-21, Dimethylimidazolidinone Rice Starch, Tocopheryl Acetate, Phenoxyethanol, Lactic Acid, Oryza Sativa, Panthenol, Sodium Benzoate, Sodium Dehydroacetate, Xanthan Gum, BHA, Disodium EDTA, Parfum, Alpha-Isomethyl Ionone, Linalool

200 ml
5 € circa

Questo inci parte molto bene, con una scelta ottimale di tensioattivi delicati ed emollienti adatti, però peggiora tutto con un silicone, con due emulsionanti etossilati e un antiossidante sconsigliabile. Essendo un prodotto a risciacquo l'ho comunque utilizzato, dato che si è trattato di un campioncino è valsa la pena provarlo, proprio per la comodità di portarmi la bustina in aereo, ma sinceramente, dato l'inci, non ve lo consiglio “a lungo termine”.
Si tratta comunque di un prodotto Rinse-Off, su cui mi pongo meno problemi di inci, ma data anche la fascia di prezzo del prodotto non ne varrebbe la pena l'acquisto a mio parere. Si possono trovare inci migliori a prezzi più bassi.
Diversa la questione nel caso abbiate problemi dermatologici specifici, come una pelle estremamente reattiva, dove spesso è controproducente usare prodotti green, che contengono una dose di allergeni e potenziali irritanti maggiore. In questo caso è sempre meglio seguire le indicazioni degli specialisti, che di solito orientano sempre verso prodotti non green.
Per quanto riguarda il prodotto, si tratta di una specie di crema-gel all'apparenza, più che un vero e proprio latte detergente, strucca in modo più che accettabile un trucco non particolarmente strong (ombretto, eyeliner e mascara, ma non uno smokey, o trucco waterproof per farvi capire), ma dopo una lunga manipolazione dell'area oculare (circa 1 minuto abbondante per occhio, a dita, senza salviettine, carta o dischetti di cotone).

Dr Theiss - Arnica Gel Forte:

Aqua, Alcohol Denat., Propylene Glycol, Polisorbate-20, Arnica Montana, Carbomer, Sodium Hydroxide, Parfum, Limonene, Linalool

75 ml
10 € circa

Il prodotto non ha un perfetto inci, valutandolo tramite la logica del biodizionario, ma bisogna assolutamente considerare che il prodotto non potrebbe essere diverso.
Innanzitutto è assolutamente lodevole che l’agente tampone sia la Soda Caustica e non la ben più usata Trietanolammina, inoltre non ci si può aspettare da un prodotto che deve veicolare un estratto vegetale l'assenza di alcol.
L'alcol (sarebbe giusto stato meglio usare quello non denaturato) e il Propylene Glycol servono per permettere una maggiore penetrazione dell’Estratto di Arnica.
Insomma, non è un prodotto da usare con leggerezza, va usato solamente quando serve.
Io l'ho usato per vedere se potevo risolvere qualche fastidio alla zona del trapezio, perché facendo alcuni esercizi probabilmente faccio qualche errore, nonostante sia seguita al corso, e quindi sforzo dove non dovrei.
Non volevo usare farmaci, almeno finché non rimane come ultima spiaggia…quindi ho provato con questo prodotto, lo aveva preso in farmacia mia mamma tempo fa, quando ha avuto lei qualche doloretto.
Si tratta effettivamente di un gel piacevole da spalmare, non appiccicoso e che non lascia tracce sui vestiti, potrei dire che è stato efficace, anche se non come un farmaco.

E anche per questa volta vi ho detto tutto!
Alla prossima

Rasmus

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giovedì 18 dicembre 2014

Impacco Cute Secca Miele e Limone

Ciao a Tutti,
questa volta vi darò la ricetta di un impacco nutriente per la cute (non penso sia adatto anche alle lunghezze e alle punte dei capelli).
È appositamente elaborato per la forfora secca, sicuramente non è adatto a quella grassa.
La ricetta l'ho dovuta sperimentare 2 volte, inizialmente (più di un anno fa, quando non avevo molta esperienza e avevo pochi ingredienti) avevo provato a emulsionare l'impacco con un pochino di lecitina del supermercato polverizzata, ma il risultato è stato catastrofico, non fatelo MAI!
Tenendo in posa l'impacco per anche un paio d'ore, la Lecitina s'è seccata, nonostante il domopack...e mi sono trovata tutta la testa impiastricciata! Sono riuscita a levare tutto solo con pettine, 2 shampoo aggressivi e tanto, tanto balsamo (che ho scoperto essere il più efficace, in specifico ho usato lo splend'or al cocco).
Ho immaginato subito che la responsabile fosse la Lecitina, in effetti è fantastica per i prodotti per la pelle, ma assolutamente controindicata per i prodotti per capelli.
In attesa di studiare a sufficienza gli ingredienti per i prodotti per capelli (avendo i capelli molto corti non me ne sono mai interessata molto) e una volta acquistati altri ingredienti, ho dirottato quindi sul Capryl Caprylyl Glucoside, essendo un tensioattivo adatto anche per emulsionare a freddo ho deciso di provare.
Questa seconda prova è stata perfetta, e ho riprodotto la ricetta facendo solo piccole modifiche, 4-5 volte nell’ultimo anno.
Inizialmente avevo scelto Olio di Cocco e un pochino di Olio di Oliva per nutrire un pochino la cute, ma senza ingrassarla troppo, ma questa ricetta, essendo da fare al momento, può essere riprodotta anche con altri oli a vostra scelta.
Come vedete ho provato anche ad usare l’Olio di Macadamia.
Per il resto il prodotto contiene Gel d'Aloe arricchito da Amido come lenitivo, e Miele come idratante e addolcente.
Il resto degli ingredienti sono aggiunte che ho fatto assolutamente opzionali per quanto riguarda l'effetto ricercato (antiforfora), potete tranquillamente saltarli se non li avete, sono solo un di più.
Ovviamente vi servirà un tensioattivo adatto ad emulsionare a freddo, o un altro emulsionante a freddo adatto per l'uso sui capelli. Non avendo mai usato molto i tensioattivi posso solo consigliarvi di informarvi bene sulla compatibilità degli ingredienti, ma ovviamente non garantisco, non avendoli mai usati personalmente.
Vi ho dato la ricetta con le indicazioni sia di peso, sia con cucchiaini e gocce, dato che è comunque un prodotto estemporaneo, dove io stessa andrei tranquillamente ad occhio:

Ricetta:

Olio di Cocco – un cucchiaino/2g
Olio di Oliva – 4-5 gocce/0,2g
(potete in generale usare da 0,5g a 2,5g di olio o oli misti a vostra scelta, in base a quanto nutrimento serve ai vostri capelli, non considerate la cute in questo caso, la cute secca va idratata, non unta)
Capryl Caprylyl Glucoside 10 gocce/0,6g

Miele – 3 cucchiaini/45g
Glicerina – mezzo cucchiaino/1,2g
Gel d'Aloe – 2 cucchiaini e mezzo/11g (va bene anche Gel di Semi di Lino)
Amido – 1 cucchiaino e mezzo/9g
Ghassoul – 1 cucchiaino scarso/3g
Proteine del Grano Idrolizzate – mezzo cucchiaino/1,5g
Alghe – puntina di cucchiaino/0,2g

Olio Essenziale di Limone – 4gtt

il totale: 73,4g, per me è la dose perfetta, ovviamente andando quasi sempre ad occhio sarà variabile, se avete i capelli lunghi penso sia meglio abbondare, è probabile che si appiccichi maggiormente sulle lunghezze mentre procedete all'applicazione. Direi comunque che stare sui 70-80 dovrebbe essere l'ideale per tutti, ma ovviamente fate le vostre prove e correggete le proporzioni!

Procedimento:
è tutto molto semplice da realizzare, nel caso abbiate oli solidi come quello di Cocco, cominciate con scioglierlo.
Intanto potete pesare/dosare il Gel d’Aloe (o di Semi di Lino), aggiungendo l’amido. Ci vorrà un pochino perché si sciolga completamente, ma vedrete che piano piano otterrete una pappetta che sembra quasi yogurt.
A questa pappetta potete tranquillamente aggiungere in questo ordine: Glicerina, Proteine del Grano, Alghe, Miele e Ghassoul.
Una volta ottenuta una pappetta omogenea potete passare all’emulsione a freddo.
Nella ciotolina dove avete sciolto l’olio di Cocco, oppure in una ciotolina a parte lo stesso, andrete a pesare gli oli scelti, se non necessitano di essere scaldati.
A questi andremo a pesare/dosare anche il tensioattivo, in questo caso non abbiamo come obiettivo una solubilizzazione, quindi mescolando bene oli e tensioattivo non otterremo uno sbiancamento totale, anzi.
Questo miscuglio, una volta mescolato a sufficienza, lo travaseremo nella ciotola dove abbiamo inserito tutti gli ingredienti idrosolubili.
A questo punto potrete dare una sbattuta con le frustine elettriche (se avete quelle piccoline, altrimenti otterreste un impacco per metà superfici della cucina o del bagno), nel caso abbiate solo la classica frusta grande, o usate un paraschizzi e una ciotola delle giuste dimensioni, o vi attrezzate per farla in una ciotola grande per 2-3 persone.
Otterrete un’emulsione piuttosto appiccicosa, ma ha il vantaggio di non essere colante, aderisce bene a cute e capelli, e potrete tranquillamente tenere in posa il prodotto per 1-2h, meglio se con la pellicola, ma solo per non far seccare il prodotto.


A questo punto potete fare l’ultima aggiunta: le 4 gocce di Olio Essenziale di Limone.
Non usate questo OE, o altri di agrumi se avete in mente di prendere sole dopo la maschera, e fate attenzione, informatevi su ogni altro OE che deciderete di inserire al suo posto, io non conosco tutte le proprietà di tutti gli OE, quindi l’ideale è informarvi bene sul prodotto che avete in casa.

A questo punto il vostro impacco pre-shampoo nutriente è pronto. Non dovreste avere difficoltà a lavarlo via usando un prodotto medio-delicato (io uso lo shampoo Gabbiano Esselunga per capelli grassi, e non ho mai avuto problemi a lavare via il prodotto, magari se normalmente usate shampoo per bambini estremamente delicati per questa volta usate uno shampoo un pochino più lavante, altrimenti quei 2 grammi di olio non verranno via).

Spero che la ricetta vi sia piaciuta
Alla prossima

Rasmus

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domenica 14 dicembre 2014

Come fare un Burro Montato

Ciao a Tutti,
questa volta voglio parlarvi di come cominciare a realizzare qualche piccola ricetta, trovata su internet o anche vostra.
In particolare mi soffermerò su cos'è e come si realizza un Burro Montato.
Per definizione un burro montato è un prodotto anidro, a base di grassi solidi a temperatura ambiente, mischiati con una certa quantità di oli, tale da renderlo morbido al punto giusto.
Di solito si mira ad ottenere la consistenza di una crema molto densa e ricca, anche se chiaramente il prodotto risulterà molto più untuoso.

In base al tipo di grassi scelti, la consistenza finale del prodotto può variare notevolmente. Introducendo ad esempio Burro di Cacao o grassi idrogenati (es. Burro di Avocado, Burro di Albicocca ecc…) bisogna fare attenzione alle proporzioni, per non ottenere un mattone (o più che altro un balsamo solido, tipo questo che avevo formulato tempo fa).
Il fatto che il burro sia “montato”, si riferisce al metodo di preparazione, che come nel caso del Sapone Homemade Whipped, prevede l'incorporazione di aria nel prodotto, così da modificare la consistenza del prodotto, che aumenterà anche di volume. 
Il tradizionale burro montato risulta quindi particolarmente emolliente, ma può anche risultare eccessivamente untuoso per chi non ha pelli particolarmente secche, insomma può piacere o non piacere, dipende esclusivamente dal tipo di pelle.
Proprio per rendere il prodotto più adatto alle pelli non così secche, si può introdurre nel prodotto una piccola fase acquosa gelificata, in questo caso il prodotto potrà essere applicato anche a pelle asciutta, e risulterà meno unto, oltre che più morbido e “moussoso”.
La quota acquosa che può essere inserita non deve superare il 25%, e terrà più o meno in base alla consistenza del prodotto finale.
Questa quota acquosa può essere introdotta senza emulsionante solamente perché il prodotto risultante ha una consistenza tale da evitare che le goccine di grasso si ricongiungano fra loro separandosi dalla fase acquosa.

Ma ora veniamo alla lavorazione del prodotto.
Quando andate a realizzare una ricetta già pronta è semplice, le quantità di burri e oli sono già definite, quindi avrete solo il problema pratico di metterle insieme nel modo giusto.
Per prima cosa, i burri non andrebbero mai fusi, devono essere solamente ammorbiditi a bagnomaria, se non si superano i 60-65°C non andrete a rovinare il prodotto, ma quando avrete a che fare con burri ormai fusi sarà lunga ritornare al prodotto solido, potete eventualmente aiutarvi usando il congelatore per pochi minuti, fino a quando il burro comincia a solidificarsi sui bordi.
Insomma, l'ideale quindi è lavorare a temperature tra i 45° e i 50°C, in base ai burri prescelti.
In ogni caso la prima cosa da fare è cercare di ammorbidire i burri in modo il più possibile omogeneo, cercando appunto di non scioglierli.
Quando cercherete di mettere a bagnomaria un blocco unico di burro di Karité, è chiaro che la parte esterna tenderà a liquefarsi, mentre rimarranno blocchi solidi, nonostante i tentativi di spezzarli.
Ci vorrà molto tempo a fuoco molto basso e tanta pazienza nel mescolare e stemperare il prodotto per ottenere un buon burro montato.
Se non avrete omogeneizzato per bene il burro di base, otterrete un prodotto a granulini, poco piacevole da spalmare. Per quanto un burro montato sia una preparazione semplice, implica più che altro una lavorazione proporzionalmente lunga.

Una volta riuscita la prima operazione di base, basterà aggiungere gli altri ingredienti. Via libera a ogni genere di oli, a esteri, ad attivi liposolubili (es. Q10, Bisabololo, Oleoliti, Squalene, Tocoferolo, Aperoxid/Antiranz ecc...), che sceglierete in base all'obiettivo cosmetico di base che volete raggiungere, via libera a Dryflo e fragranze cosmetiche (sono quasi tutte liposolubili), e via libera, ma con moderazione all'uso degli Oli Essenziali (massimo 4 gocce ogni 100g di prodotto, e studiando bene effetto e possibili controindicazioni degli oli essenziali scelti).
Tutti questi ingredienti non creeranno problemi, potrete tranquillamente mescolarli bene al burro ammorbidito, non rischierete separazioni, dato che si tratta di ingredienti lipofili.
Per quanto riguarda invece aggiunte idrosolubili è importante che:
1) si tratti di prodotti ben gelificati, mai potrete aggiungere un liquido, non starà mai insieme i grassi, nonostante la solidificazione dovuta al raffreddamento del burro.
2) si tratti di ingredienti con la giusta percentuale di conservante (se inserite ingredienti non conservati nel prodotto, aggiungete un conservante, e integrate se inserite solo metà della fase acquosa coperta da conservante)
3) si tratti di aggiunte non superiori al 30% del prodotto, quando questo è morbido, ma bello solido. Più il prodotto è morbido (ad esempio la stessa ricetta, ma preparata durante un'estate molto calda), più il rischio separazione è alto, quindi è meglio che vi affidiate a ricette collaudate, o a provare le vostre formule preparando poco prodotto alla volta.
4) la miscelazione avvenga quando il burro di base è morbido, ma non liquido, e che il prodotto venga mescolato fino a quando è stata raggiunta una sufficiente densità.

Seguite queste indicazioni sarete sicuri di realizzare un ottimo prodotto homemade, è uno dei prodotti più semplici dai quali partire se volete cominciare a spignattare, quindi vi consiglio di provare!
Questo è il burro montato che ho formulato io seguendo queste indicazioni

E anche oggi è tutto!
A presto!

Rasmus

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mercoledì 10 dicembre 2014

Tensioattivi: come funzionano e come sceglierli

Ciao a Tutti,
Dopo aver studiato un po' l'argomento, dato che non mi ci ero ancora messa, vi parlerò dei tensioattivi.
Ho finalmente fatto il primo ordine di tensioattivi, e ora posso cominciare a parlarvi un po' almeno della teoria base dei detergenti.
Vi ho già parlato qui del funzionamento di base del sapone e degli altri tensioattivi sintetici, ma qui voglio parlarvi soprattutto di come scegliere i tensioattivi, sia quando si valuta un inci, sia quando si pensa ad uno spignatto.
In generale i detergenti devono contenere, non un tensioattivo, ma minimo due, per migliorare poi con l'aumentare dei diversi tensioattivi (chiaramente inseriti con criterio, non a caso solo per fare numero).
Proprio perché i tensioattivi sono diversi, i detergenti sono più efficaci e più funzionali quando contengono tensioattivi che svolgono funzioni diverse.
In generale comunque hanno una stessa proprietà alla base: avendo una testa idrofila e una coda idrofoba tendono ad abbassare la tensione superficiale dell'acqua distruggendo o sostituendo i legami deboli fra i ponti di idrogeno.
Questa disposizione delle molecole risulta nelle differenti funzioni che i vari tensioattivi svolgono (ognuno in modo leggermente diverso):

Infatti in un detergente i tensioattivi possono svolgere diverse funzioni:


  • Lavante/Detergente – è il minimo giustamente, ovvero le molecole di tensioattivo tendono a circondare le molecole di grasso presenti, sia quelle che corrispondono effettivamente allo sporco da lavare, ma anche al grasso naturale della pelle, non possono fare distinzioni. È il motivo per cui dobbiamo scegliere un tensioattivo sufficientemente delicato, inserirlo alle giuste percentuali e tamponarlo. Quest'azione è la conseguenza di 4 altre funzioni, oltre che a fattori esterni al prodotto detergente:
  1. Emulsionante – ovvero i tensioattivi favoriscono la realizzazione di emulsioni (dispersioni finissime di un liquido in un altro in cui è insolubile), perché abbassando la tensione superficiale tra i due liquidi permettono che si estenda la superficie di contatto tra le due fasi e di conseguenza la formazione di goccioline di un liquido disperse nell'altro.
  2. Bagnante – ovvero i tensioattivi agiscono diminuendo la tensione superficiale del liquido, quindi diminuisce la coesione fra le molecole di acqua, e questo comporta che l'adesività delle molecole di acqua rivolte verso al solido disperso, può uguagliare o superare la coesione fra molecole d'acqua. La conseguenza finale è che le particelle di solido insoluto vengono completamente circondate dal liquido e quindi “bagnate” completamente, rispetto alla dispersione in sola acqua.
  3. Schiumogena – ovvero le molecole di tensioattivo tendono a disporsi sulla superficie del liquido, con le code idrofobe verso l'esterno, questo, come ho già detto comporta un forte abbassamento della tensione superficiale, in quanto le code apolari non sviluppano i legami idrogeno che legano tra loro le molecole d'acqua. La formazione di schiuma è un fenomeno che dipende proprio da questa ridotta tensione superficiale, che rende la superficie meno “elastica”, di conseguenza aumenta la superficie libera del liquido, che ingloba ed intrappola aria. La formazione di schiuma dipende molto anche dall'agitazione meccanica, infatti tendono a dissolversi quando il prodotto non viene sollecitato meccanicamente. La schiuma contribuisce all'azione detergente, circondando le molecole di sporco grasso, ma è importante che il livello schiumogeno non sia ne troppo basso, ma nemmeno troppo elevato. 
  4. Distaccante – ovvero il tensioattivo tende ad insinuarsi attraverso i residui di sporco, circondandolo e formando le note micelle. Quest'azione è dovuta sia alla tendenza bagnante, ma anche alla forza repulsiva tra le teste polari, che quindi tendono ad allontanarsi il più possibile fra loro, data la loro carica.

Ci sono poi altre funzioni aggiuntive che possono essere svolte da un tensioattivo:


  • Solubilizzante – ovvero la capacità del tensioattivo di circondare completamente piccole quantità di olio che vengono completamente disperse nel prodotto, che quindi rimane trasparente
  • Filmogena-Sostantivante – azione protettiva nei confronti dell'eccessivo sgrassamento, azione di solito svolta da alcuni particolari tensioattivi molto delicati, e che spesso contengono una frazione proteica.
  • Condizionante – azione districante sui capelli e ammorbidente su cute e capelli, azione svolta dai tensioattivi cationici.
  • Disinfettante – azione svolta da alcuni tensioattivi, che hanno proprietà batteriostatiche.

Altri fattori che concorrono all'azione detergente propria del tensioattivo sono:

  • Azione Meccanica – non è così strano, è un fatto verificabile anche in azioni quotidiane come il lavare i piatti, dove a volte serve una grattata con il lato ruvido della spugna per rimuovere quello che il detersivo da solo non riesce a rimuovere, l'azione meccanica va a favorire l'azione distaccante del tensioattivo, oltre all'agire sulla schiumogenesi.
  • Azione Termica – anche in questo caso è un fattore verificabile in un'altra azione quotidiana, in questo caso il bucato. È noto che ad alte temperature le macchie (a parte eccezioni particolari) risultano meno resistenti, e il detersivo funziona più facilmente. In questo caso è sempre grazie ad un'ulteriore diminuzione della tensione superficiale dell'acqua, dovuta in questo caso ad un maggiore movimento delle molecole acquose, che quindi formano ponti ad idrogeno meno stabili.
Queste due azioni sono utili, perché permettono di usare un detergente più delicato di quanto effettivamente è necessario.
Infatti come ho detto, i tensioattivi non possono differenziare il grasso derivante da sporco, e quello derivante dallo strato protettivo della pelle, quindi l'uso troppo assiduo di detergenti, oppure l'utilizzo di detergenti troppo sgrassanti può causare irritazioni nel breve termine e dermatiti a lungo terminei, per l'indebolimento della funzione barriera dovuto all'eccessiva rimozione di grasso.
A questo punto, è possibile utilizzare un altro meccanismo di detergenza: la Detersione per Affinità.
Ovvero si sfrutta l'azione solvente, ovvero il meccanismo per il quale  lo sporco grasso tende naturalmente a sciogliersi insieme ai grassi che compongono il prodotto detergente, senza nessuna formazione vera e propria di micelle, ma con un'azione contemporanea emolliente e non sgrassante.
Questo è un tipo di detersione che ad esempio funziona molto bene per la rimozione del make-up, che nella maggior parte dei casi ha una base grassa e cerosa. In questo modo il makeup può essere rimosso senza aggredire e seccare troppo la pelle, bilanciando azione sgrassante dei tensioattivi con l'azione meccanica.
Un prodotto struccante ad esempio può agire in entrambi i modi, ad esempio un latte detergente permette di sfruttare sia l'affinità: ovvero il trucco a base grassa viene emulsionato all'interno della crema detergente, sia la funzione detergente vera e propria, includendo quindi una parte di detersione “classica”, meno aggressiva, nel prodotto, che così riesce a rimuovere più facilmente anche il trucco ceroso.
Nella formulazione di un detergente, è quindi importante sapere a che scopo sarà usato, e renderlo delicato e lavante al punto giusto.

Ma eccovi una panoramica sui tensioattivi più usati negli spignatti e nei prodotti commerciali a tendenza green o non (da evitare):

Sodium Lauryl Sulfate (SLS): Anionico, è uno dei tensioattivi più aggressivi che siano stati usati in cosmesi e tende ad essere molto schiumogeno.
Ormai solo la Lush tende ad usarlo da solo, e qualche marca commerciale lo usa abbinato allo SLES negli shampoo, e il risultato sono diversi problemi della cute, tra cui la rimozione del sintomo "forfora", ma senza la risoluzione del problema alla base: secchezza e cute troppo "sgrassata".
Non molto diverso, anzi, pure più aggressivo secondo alcune fonti, è il parente Ammonium Lauryl Sulfate (ASL), che ora va molto di moda nei prodotti commerciali che si reclamizzano green solo per quello che riguarda provenienza o biodegradabilità delle sostanze usate, e che vogliono vantarsi di non contenere SLS/SLES.
Questo però significa che poi non badano alla formulazione dermocompatibile, dato che potrebbero appoggiarsi ad altri tensioattivi.
In ogni caso non ha senso reclamizzare senza SLS/SLES, e poi usare ALS, è quasi la stessa cosa, anzi, potrebbe persino essere più aggressivo se non viene aggiunto un'adeguato apporto di surgrassante.

Sodium Lauryl Sulfoacetate (SLSA): Anionico, è una versione più delicata dell'SLS, si trova sempre in polvere, non è aggressivo, ma ha un buon potere schiumogeno e lavante. Non è comunissimo nei prodotti commerciali, e non è neanche diffusissimo come materia prima per gli spignatti rispetto ad altri, proprio perché è poco usato le indicazioni d'uso non sono abbondanti come per altri tensioattivi.

Sodium Laureth Sulfate (SLES): Anionico, è il tensioattivo più usato a livello commerciale, sia per il fatto che è molto economico, sia per il fatto che fa abbastanza schiuma e si addensa facilmente con l'aggiunta di economicissimo Cloruro di Sodio, inoltre non ha un odore particolarmente appestante o altri svantaggi pratici.
Viene molto usato anche nelle preparazioni casalinghe data la sua semplicità di utilizzo.
Non è delicato, anzi, è piuttosto aggressivo, anche se meno dell'SLS, la componente etossilata (indicata dal suffisso -eth) lo rende meno sgrassante.
In ogni caso perché il prodotto risultante non sia adatto alle automobili, ma alla pelle umana, in formula deve esserci un tensioattivo anfotero che ne tamponi l'aggressività.
Di solito a livello commerciale in particolare viene usata la Cocamidopropyl Betaine.
Il pallino giallo assegnato dal biodizionario è motivato dalla presenza petrolifera (la parte etossilata), ma lo stesso Fabrizio Zago ha dichiarato che ha un impatto ambientale sicuramente più basso di altri tensioattivi, anzi, la definisce “sostanza facilmente biodegradabile in ambiente aerobico, non si accumula nei fanghi, si degrada benissimo anche in ambiente anaerobico, costa pochissimo e spesso è di derivazione vegetale”, e purtroppo è stata ingiustamente demonizzata a lungo, a favore di tensioattivi assolutamente peggiori.

Sodium Coceth/Myreth Sulfate: Anionici, sono praticamente SLES, ma al posto di acido Laurico viene usato Olio di Cocco (prevalenti Laurico e Miristirico) o acido Miristirico, il potere lavante, irritante e le indicazioni d'uso sono paragonabili al comune SLES.

Sodium Pareth Sulfate: Anionici, vengono indicate diverse lunghezze di catene di carbonio di derivazione petrolchimica (C10-15, C12-15 ecc…), al posto degli acidi grassi vegetali o dell'olio vegetale, vengono usate frazioni di oli minerali a con catene di atomi di carbonio di differente lunghezza. Da evitare per una questione prettamente ambientale, ma l'aggressività è simile a quella degli altri solfati etossilati e la formula deve essere ugualmente bilanciata da una betaina, anzi, in alcuni prodotti commerciali vengono prodotti lotti con questo tensioattivo o lo SLES indifferentemente, seguendo la stessa formula (in inci vengono indicati i diversi lotti e il tensioattivo corrispondente con degli asterischi).

Magnesium Laureth Sulfate: Anionico, è un parente dello SLES, ma al posto di essere un sale sodico, è un sale di Magnesio, essendo quest'ultimo leggermente meno basico del Sodio, il risultato è un tensioattivo leggermente meno aggressivo, ma con le stesse caratteristiche dello SLES. Può essere preferibile alle classiche formule SLES+Betaina perché normalmente viene accoppiato al Disodium Laureth Sulfosuccinate, meno aggressivo della classica Cocamidopropyl Betaine.

Sodium Coco-Sulfate (SCS): Anionico, praticamente equivalente all'SLS, al posto di essere un solfato ottenuto da puro acido Laurico (C12), viene ottenuto da Olio di Cocco, la cui componente di acidi grassi è comunque prevalentemente di Laurico (comunque dovrebbero essere presenti catene da C8 a C18), che rendono la capacità sgrassante e irritante praticamente equivalenti a quelle del più comune SLS. Viene preferito all'SLS semplicemente per motivi di marketing: in primo luogo per poter dire che il prodotto venduto è senza SLS e SLES, in secondo luogo per dare la garanzia di usare un prodotto d'origine vegetale (l'SLS può essere prodotto a partire da derivati petroliferi), cosa sicuramente lodevole, se non fosse al 90% motivata da fini commerciali. Insomma siamo sempre lì: per poter definire il prodotto privo di petrolati oltre che di SLS/SLES.
Le informazioni in merito le potete trovare qui.

Cocamidopropyl Betaine: Anfotero, è il tensioattivo tampone (per il fatto che si tratta di una sostanza anfotera) più comunemente usato nei prodotti commerciali dato il basso costo, ma viene spesso usata anche negli spignatti.
Da sola è un prodotto aggressivo tanto quanto SLS/SLES, ma il motivo per cui viene sempre usata in aggiunta a loro (o ad altri tensioattivi primari anionici) è perché si tamponano a vicenda, l'ideale è proprio inserire tanta betaina quanto SLES. Unita allo SLES aiuta ad ottenere un prodotto denso, invece come tensioattivo primario non c'è modo di addensarla se non con un gelificante.
Viene indicata come a pallino giallo perché contenente una piccola parte ad origine petrolifera, con un discreto impatto ambientale.

Altre Betaine come la Coco-Betaine, Lauramidopropyl Betaine, Olivamidopropyl Betaine, Babassuamidopropyl Betaine: anfoteri, sono sempre tensioattivi abbastanza simili alla Cocamidopropyl Betaine, ma con diversi nomi in base alla materia prima d'origine, e diverso livello di aggressività/delicatezza.
Hanno la stessa funzione di tensioattivi secondari e vanno a tamponare l'aggressività dei tensioattivi anionici, di solito però sono a pallino verde, e di conseguenza spesso anche più costose e quindi anche meno usate nei prodotti commerciali.

Cocamidopropyl Hydroxysultaine: Anfotero, ha una buona azione schiumogena, non è un ingrediente particolarmente delicato, deve essere inserito in una buona formula, e non in eccesso, perché può essere allergizzante. Non so se sia facilmente reperibile come materia prima, l'ho visto solamente in alcuni prodotti commerciali insieme a molti altri tensioattivi.

(Di)Sodium Cocoampho(di)acetate: Anfoteri, sono tensioattivi secondari molto usati negli shampoo ecobio ben formulati, proprio per l'essere Anfoteri possono sostituire le betaine come tensioattivi secondari che vanno a tamponare lo SLES. Agiscono anche come blandi condizionanti, in modo da poter ridurre i condizionanti non biodegradabili (quasi tutti sono a pallino da giallo a rosso), quindi possono essere una buona aggiunta negli shampoo per chi ha i capelli crespi e grossi, ma sconsigliati per chi li ha fini e grassi, in quanto non sono molto lavanti e bagnanti.
Proprio perché agiscono come condizionanti, tendono ad essere piuttosto delicati e ammorbidenti nei detergenti non per capelli. Sono tra i pochi tensioattivi a non bruciare gli occhi, quindi sono ottimi tensioattivi per struccanti e detergenti viso.

Sodium Lauroyl Sarcosinate: Anionico, è uno tra i migliori tensioattivi da ricercare nei prodotti commerciali. È delicato e lavante il giusto (chiaramente se ben inserito nella formula), fa una schiuma buona soprattutto aggiunto alle betaine, mentre da solo non rende allo stesso modo, e sua caratteristica è che si addensa con l'acido (a pH 5, quando è usato come tensioattivo primario) e non con l'aggiunta di sale come i solfati. Essendo abbastanza delicato non è un ottimo tensioattivo primario per gli shampoo,  che non devono lasciare il capello unto, inoltre regge molto poco gli oli. Non si tratta di un tensioattivo estremamente delicato, ma sicuramente è più delicato degli anionici più comuni, SLES e altri solfati etossilati.

Sodium Lauroyl Glutamate: Anionico, contiene una frazione di amminoacidi, che tende a ridurre l'aggressività del tensioattivo tanto da renderlo adatto anche ai prodotti rivolti all'età pediatrica, anche se non è tra i delicatissimi. Ce ne sono di più adatti a neonati e pelli estremamente delicate o che vengono lavate molto spesso, ma sicuramente l'inserimento in formula di questo tensioattivo è indice di un prodotto non eccessivamente sgrassante.

Lauryl Glucoside: Non Ionico, si tratta di un prodotto particolare, a differenza della maggior parte dei tensioattivi è sottoforma di una pasta bianca, che tende ad ammorbidirsi con le alte temperature, e per questo va riscaldato per poterlo utilizzare negli spignatti.
Si tratta di un tensioattivo abbastanza delicato, e proprio per la sua viscosità, aiuta ad addensare i detergenti. È un ottimo schiumogeno, ma resta molto delicato sulla cute. Agisce come un Anfotero, riducendo l'aggressività dei tensioattivi primari Anionici e data la sua delicatezza è adatto alle formulazioni per bambini.

Decyl Glucoside: Non Ionico, fa una buona schiuma e lava abbastanza bene, ma ha il grosso svantaggio di liquefare i detergenti. È leggermente meno delicato del Lauryl Glucoside.

Coco-Glucoside: Non Ionico, non è irritante e sensibilizzante, ed essendo un tensioattivo delicato è adatto anche ai prodotti per l'infanzia e alle pelli particolarmente sensibili. Va bene sia come tensioattivo primario, che secondario. Il prodotto è liquido, ma viscoso e torbido, ma allo stesso tempo non addensa, bisogna usare un addensante esterno o usarlo insieme all'accoppiata SLES-Betaina, così da ottenere un detergente addensato col sale.

Caprylyl/Capryl Glucoside: Non Ionico, tra i glucosidi ha la particolarità di essere un solubilizzante, quindi da solo non è delicatissimo. Ma in formula riduce l'aggressività e l'indice di irritazione cutanea degli altri tensioattivi, inoltre fa una buona schiuma, paragonabile a quella dei tensioattivi Anionici, e anche con una stabilità della stessa anche superiore. Ha quindi una buona azione lavante, ma ha lo svantaggio di liquefare i detergenti.

Alchilpoliglucosidi come Disodium Cocopolyglucose Citrate, Disodium Cocopolyglucose Tartrate e Disodium Cocopolyglucose Sulfosuccinate: Anionici, sono tensioattivi molto delicati (approvati da ECOCERT) adatti specialmente ai bambini e alle pelli molto sensibili, perché hanno ridotto potere aggressivo sulla membrana oculare, e fanno una schiuma morbida. Sono di colore giallo, hanno un odore marcato e nessuna capacità addensante. Danno il loro meglio come tensioattivi addolcenti secondari, a meno di non apprezzare un detergente liquido e leggermente maleodorante.

Sodium Babassuoyl/Cocoyl/Lauroyl Isethionate: Si tratta di tensioattivi venduti solitamente in forma solida. (il Sodium Cocoyl Isethionate esiste anche in soluzione acquosa). In base a quello che si prevede di realizzare, è utile scegliere una delle due forme. Sciogliere del tutto il tensioattivo in forma solida potrebbe essere difficoltoso, e viceversa col prodotto diluito sarà ben difficile realizzare un detergente solido.
In ogni caso l'SCI tende a ricristallizzare in acqua. È infatti uno dei principali costituenti dei Syndet, o di alcuni dentifrici, difficile trovarlo altrove.
In generale sono tutti tensioattivi solidi, scarsamente solubili in acqua e difficili da usare, ve li consiglio solamente dopo aver acquisito una certa esperienza (che io stessa non ho).

Ecco, penso di avervi parlato un po' di tutti i tensioattivi più usati, almeno quelli su cui ho trovato sufficienti informazioni.
Ovviamente di tensioattivi ne esistono davvero tantissimi, e spesso è davvero difficile saperne qualcosa.
Comunque studiando ho fatto la mia scelta, prendendomi i tensioattivi più semplici da utilizzare, sapendo anche vagamente su che ricette orientarmi.
Ho scelto questi:
Sodium Laureth Sulfate, Cocamidopropyl Betaine, Sodium Lauroyl Sarcosinate, Caprylyl/Capryl Glucoside, Decyl Glucoside e Disodium Cocoamphoacetate.

Ora ho scritto già molto, rimando ad un prossimo post come utilizzarli al meglio!
Anche per oggi è tutto!
Alla prossima

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, Il Forum di Natura è Bellezza, Nononsensecosmethic.org e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione