mercoledì 27 maggio 2015

Marketing Cosmetico - qualche consiglio per non farsi "fregare"

Ciao a Tutti,
questa volta voglio affrontare un argomento particolare, vorrei parlarvi del Marketing Cosmetico. Ovvero di tante piccole strategie delle aziende cosmetiche per far passare alcuni ingredienti miracolosi, alcuni prodotti fenomenali, e alcuni prodotti particolari “indispensabili”.

Cominciamo parlando ad esempio del marchio “Bio”, guardate com'è facile distribuire un prodotto dichiarato al 95% di origine naturale (e nemmeno vegetale!), indicando anche che contiene Calendula biologica (chiaramente voluta l'associazione naturale-bio), nulla di falso, ma se andiamo a vedere bene la confezione, sul retro, scopriamo da una scritta in piccolo, che ha solo lo 0,003% di ingredienti biologici, ovvero l'Estratto di Calendula.
Non c'è nulla di dichiaratamente falso, ma visto che l'inci poi ci mostra Acqua, Glicerina e alcuni tensioattivi di origine naturale, ma anche PEG (anche ad alto numero), e un condizionante, che di sicuro non hanno un'origine naturale come viene intesa da chi si interessa all'ecobio, si capisce come è sempre bene fare attenzione all'etichetta.
Insomma...probabilmente si tratta di un prodotto talmente diluito...che si parla di semplicissima acqua, quando si va a dichiarare che il 95% del prodotto ha origine naturale!

Questo è solo un esempio, per farvi capire che non sempre quello che scrivono in grande sulla confezione è effettivamente “realistico”.
Quasi tutti i cosmetici hanno un'alta percentuale di acqua, quindi non fatevi ingannare da indicazioni come la percentuale di ingredienti naturali, senza andare a leggere l'inci. L'acqua è anche spesso contenuta nei tensioattivi in forma liquida, quindi è facile che superi l'85-90% in prodotti “delicati”, e che magari sono anche un pochino diluiti di proposito.

Ma veniamo ai più comuni tipi di marketing che possiamo trovare attorno ad un cosmetico:


1) un ingrediente specifico che viene passato come “miracoloso”, in particolar modo questo vale per gli oli vegetali esotici. Ogni 2-3 anni ne viene buttato sul mercato uno nuovo, e viene formulata una linea cosmetica per sfruttarne la “moda”.
In quanto oli, semplicemente ungono, quindi non ci si può aspettare molto di più. Anche fossero oli contenenti insaponificabili, questa frazione non supera mai il 10-15%, che comunque è una frazione che raggiunge solo il Burro di Karité Nilotica.
In molti di questi casi, non solo l'ingrediente presentato come “miracoloso” non lo è, ma è anche inserito in quantità omeopatiche, ovvero è come se non ci fosse.
Un esempio in questo senso è il Coenzima Q10, che in quantità efficaci rende la crema giallina, quante creme commerciali che vantano la presenza di Q10 (o Ubiquinone in inci) sono realmente gialle?
Qui di fianco vedete la polvere di Q10 sciolta in poco olio, inserita allo 0,1% nella formula. In sostanza la crema viene minimo color giallino chiaro, come vedete dalla mia ricetta in cui lo inserisco.
In altri casi, l'ingrediente “pubblicizzato” non è nemmeno compatibile nell'insieme della formula...tanto che è probabile che sia in quantità talmente irrisorie da non precipitare, o formare goccioline separate dalla fase continua.
Senza contare poi la peggiore scoperta: vengono raccontati mirabolanti effetti di un ingrediente specifico inserito...e scoprite che si tratta semplicemente di silicone, che più che dare l'illusoria sensazione (fasulla) di “liscio” e “setoso” non fa...

2) Naturale. Tutti gli aggettivi volti a definire un prodotto ecosostenibile, verde, ecobio ecc...possono essere usati senza che una normativa ne sanzioni l'abuso.
In sostanza un prodotto pieno di PEG e petrolati potrebbe essere considerato un “rimedio naturale a ...”, perché la legge lo permette, nonostante sia pieno di derivati petroliferi, che certo non sono di sola origine petrolchimica (il petrolio nella sua forma grezza in fondo non è stato creato dall'uomo, ma da fenomeni geologici).
Si tratta del semplice esempio che vi ho riportato all'inizio.

3) Altro claim che fa rizzare i capelli: “senza XXX” (come vedete usato anche nel caso specifico riportato):
I maggiori bersagli in questo senso sono lo SLES o l'SLS, i Parabeni, i filtri solari “chimici”, il Sapone (effettivamente c'è chi lo considera “dannoso”, perché basico, ma come vi ho già detto più volte parlandone, è solo una questione di Sconto di Soda), e infine quelli che considero “giusti”: Paraffina, Petrolati, Siliconi.
In questo caso vengono nominati i soliti Parabeni, che non hanno mai fatto nulla di male, ma hanno subito la bufala che è girata qualche anno fa, allo stesso modo, SLES e SLS non sono dannosi in sé, ma vanno adeguatamente inseriti nella formula del prodotto.
In ogni caso, quanti produttori mantengono le promesse? Magari il prodotto è davvero senza paraffina...ma contiene comunque PEG e PPG, che sono ugualmente di origine petrolifera e quindi inquinanti. Si tratta di cavilli, visto che si tratta di sostanze che hanno molto in comune.
Vi consiglio di fare sempre attenzione e di non fidarvi di quello che c'è scritto sull'etichetta frontale del prodotto, ma di leggervi sempre l'inci, e per bene, senza fidarvi per forza di programmi già pronti, che spesso fanno un sacco di errori, senza contare le imprecisioni di chi inserisce gli inci.

4) i mille giri di parole inconcludenti: non esiste dire che un prodotto “aiuta a...”, “combatte il...”, “riduce l'apparenza di...” ecc...sono solo giri di parole per “responsabilizzare” il prodotto rispetto a qualche effetto, che però, se c'è, è minimo.
un po' come avviene per i prodotti dimagranti, tutti riportano in fondo la “clausola universale”: “se assunto in un regime di alimentazione bilanciato e regolare attività fisica”. In sostanza come un prodotto dimagrante ti fa dimagrire solo se metti in atto dei reali cambiamenti al tuo stile di vita...esattamente un cosmetico farà il suo lavoro solamente se tu metti in atto altri cambiamenti.
In sostanza uno shampoo che liscia i capelli, probabilmente andrà bene per chi ha i capelli appena appena mossi o per chi li asciuga tirandoli col phon, in sostanza apporterà una minima modifica rispetto alla realtà (se già riesce a fare quella). 
Quando vedete questo genere di comunicazioni, leggete l'inci, spesso scoprirete che non ha nulla di speciale, ma la frase permette all'azienda di reclamizzarsi, senza promettere risultati che il prodotto non può dare.
A volte al posto di questi lunghi giri di parole ne usano solo una: “funziona!”, anche se in realtà non viene specificato nulla di quello che dovrebbe “funzionare”, di conseguenza cosa mai si potrebbe “contestare” al produttore? Non vengono presentati dati oggettivi, e di conseguenza tutto può essere.

Spero che anche questo post vi sia interessato!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Biodizionario.it, Promiseland.it e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

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