lunedì 26 maggio 2014

La Saponificazione - Come funziona il Sapone?

Ciao a Tutti,
Poco fa avevo cominciato a parlarvi del sapone in questo post. Volevo continuare a parlarvene un po', focalizzandomi su altri aspetti.

Innanzitutto, come funziona il Sapone?


Il sapone è sostanzialmente un tensioattivo, ovvero le molecole di sapone hanno una testa idrofila ionizzata negativamente e una coda idrofobica.
L'effetto detergente della miscela di acqua e sapone è attribuito all'azione delle micelle, costituite dall'aggregarsi delle code lipofile del tensioattivo, che vanno a circondare le molecole di sporco grasso, idrofobo.

Dato che tutte le teste delle molecole di sapone sono caricate negativamente, tendono a respingersi tra loro, e questo mantiene le micelle in sospensione nell'acqua in modo che le teste siano il più distanti possibile, formando quindi una sfera.

L'aggiunta di sapone, quindi, come avviene con tutti i tensioattivi consente di raccogliere le sostanze grasse rendendole dispersibili nell'acqua.
Chiaro quindi che il sapone non ha nessuna utilità nel rimuovere sporco idrosolubile dal nostro corpo, in quel caso le micelle andrebbero ad agire sul nostro grasso cutaneo, e in assenza di sufficiente sebo da rimuovere, andranno ad aggredire lo strato lipidico protettivo della pelle.

L'azione lavante delle micelle, avviene nello stesso modo anche con i detergenti sintetici, che funzionano in modo paragonabile, ma con delle differenze: in primo luogo la produzione di tensioattivi diversi dai Sali Sodici degli Acidi Grassi è molto più complessa, quindi qualsiasi produzione casalinga di detergenti parte dai tensioattivi già prodotti da aziende chimiche e farmaceutiche, in secondo luogo i detergenti sintetici possono contenere diverse sottocategorie di tensioattivi, che quindi corrispondono a proprietà diverse.
Se i saponi, sono sempre anionici, ovvero hanno una testa caricata negativamente, i tensioattivi sintetici si possono così suddividere:

Tensioattivi Non Ionici: sono alcoli a lunga catena, come i glucosidi, o zuccheri esterificati con acidi grassi, e non posseggono una testa ionizzabile, anche se caratterizzata da una certa polarità. Sono molto utilizzati anche a livello alimentare e farmaceutico orale.

Tensioattivi Anionici: come appunto i saponi, o il Sodium Lauryl Sulfate, hanno una testa caricata negativamente e una coda lipofila.

Tensioattivi Cationici: sono sali costituiti da una catena lipofila di atomi di carbonio, ma posseggono una testa caricata positivamente: un gruppo ammonico quaternario. Oltre che detergenti, risultano essere anche disifettanti e/o condizionanti.

Tensioattivi Anfoteri: sono molecole che si comportano diversamente in reazione al pH della soluzione, possono quindi agire sia da acidi, che da basi, sono dette anche zwitterioni, ovvero possiedono una carica globale neutra, ma una dislocazione delle cariche non uniforme, che quindi comporta la presenza di duplice polarità. Fa parte di questi la Cocamidopropyl Betaine.

Tensioattivi Anfolitici: sono costituiti da una molecola di Glicerina di cui due ossidrili sono esterificati con acidi grassi, ed il terzo ossidrile è impegnato con acido fosforico legato a colina. Queste sostanze hanno elevata concentrazione critica micellare in quanto hanno struttura ramificata e sono notevolmente solubili in acqua.

Per quanto riguarda la pelle e la detersione, il pH fisiologico della pelle sana oscilla tra l'acido delle zone intime in età fertile, al neutro della pelle dei neonati.
La media dei saponi industriali prodotti a scopo cosmetico raggiunge il pH 11, piuttosto alto per la nostra pelle, che difficilmente supera il 6,5-7.
L'uso del sapone non deve preoccupare al punto di non usarlo del tutto, infatti la pelle possiede un mantello protettivo lipidico e acido, che ha la capacità di ripristinare il pH fisiologico in caso di contatto con sostanze piuttosto basiche.
Nonostante questo, un aumento del pH per lunghi periodi di tempo può, comunque compromettere questa capacità di mantenimento del pH fisiologico e le conseguenze principali sono una maggiore vulnerabilità alle infezioni; ma non è la norma, e non è neanche così facile che succeda, quindi il sapone non ha senso di essere evitato.
In ogni caso il sapone rimane sulla pelle per pochissimo tempo, poi viene lavato via, quindi la scelta di  un detergente sintetico piuttosto che un sapone naturale non deve essere motivata dal differente pH. Al contrario è esattamente il motivo per cui invece non è consigliato usare creme emulsionate col sapone (come fa la nota casa L@sh), che a differenza del semplice sapone, che viene risciacquato via dopo pochi secondi, rimangono a lungo sulla pelle.
In ogni caso, è vero, è assolutamente consigliato scegliere saponi con un pH più basso possibile. Ma perché avvengano le reazioni chimiche per la sintesi di un sapone stabile è comunque necessario un pH di almeno 7-8. Un sapone, nel momento in cui viene portato a pH più bassi con l'ausilio di un acido, tende a "smontarsi" e gli acidi grassi tendono a legarsi nuovamente alla Glicerina, quindi in sostanza non può esistere un vero sapone a pH neutro o acido.
I cosiddetti "Saponi Acidi"o anche chiamati "Saponi non Saponi", non sono, appunto, veri saponi, la loro produzione non avviene tramite la tradizionale reazione di saponificazione descritta nel precedente post sulla saponificazione, ma si tratta di Syndet ("synthetic detergent", detergenti sintetici). In sostanza hanno una composizione simile a quella dei detergenti liquidi come bagnoschiuma, docciacrema ecc... composta da tensioattivi prodotti in laboratorio, ma hanno una formulazione tale da conferir loro una consistenza solida, simile in apparenza alle classiche saponette.
Tali "saponi" hanno un pH che può arrivare anche a 5,5, simile a quello della pelle, che dovrebbe interferire meno con il mantello protettivo della pelle, ma la loro formulazione è ben più sintetica.
In ogni caso non è della pelle sana che bisogna preoccuparsi, un sapone fatto bene non la altera di certo. Questo tipo di prodotti è più che altro rivolto a categorie particolarmente sensibili, con quindi un'alterazione del mantello lipidico della pelle, dovuto ad una patologia o all'uso continuato di prodotti sbagliati.
A differenza dei saponi industriali, i saponi artigianali e autoprodotti permettono la realizzazione di saponette meno aggressive, e con un pH meno alcalino.
Infatti, per abbassare il pH, e nello stesso tempo rendere un sapone più delicato, basta un semplice accorgimento: Scontare la Soda.
Ovvero inserire una quota di Soda Caustica inferiore a quella che sarebbe necessaria a saponificare completamente tutti gli oli usati per la produzione del sapone.
Durante la produzione casalinga, è possibile calcolare una percentuale di Sconto Soda (di solito si sta sul 4-8%, in base agli oli scelti), che permetterà così la presenza di oli non saponificati, in questo modo non solo ci sarà meno tensioattivo assoluto, ma una parte di questa quantità sarà "occupata" dall'olio in eccesso, e non potrà sgrassare eccessivamente la pelle.
Una secondaria conseguenza sarà anche un pH più basso, dovuto appunto al minore uso di Soda Caustica, e di conseguenza anche di effettiva sostanza lavante all'interno della saponetta.
A livello industriale, è rarissimo vedere un processo simile allo Sconto della Soda, anzi, i pochi produttori di sapone che vanno ad agire in questo senso lo fanno utilizzando un metodo inverso: lo sconto si traduce piuttosto in un surgrassamento, ovvero, vengono usati i saponi puri, di solito ottenuti tramite "Salting-Out", procedimento che vi ho descritto in questo post, e questi saponi vengono addizionati di olio non saponificato, così da rendere l'effetto dello Sconto.

Spero che anche questo post sia stato interessante, ho sicuramente altri aspetti della saponificazione da affrontare, ma ve li proporrò man mano in post successivi, altrimenti più che un post finirei per scrivere un romanzo!
A presto

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Biodizionario.it, la fondazione Wikipedia e Galenotech.org, inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione, ma soprattutto le mie care Oterine, mie maestre personali di saponificazione

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