Ciao a Tutti!
Torno a parlarvi di una nuova ricetta, visto che mi sono trovata molto bene con il mio Sapone Delicatissimo Viso una volta finito (ed effettivamente ci ho messo davvero tanto!) ho voluto rifarlo, ma ho deciso di variare un po' la ricetta, provando alcune piccole varianti.
In particolare questa volta ho voluto sperimentare la saponificazione con Alcale Misto, dato che ho finalmente a disposizione la Potassa, grazie alla collaborazione con Zenstore.
La ricetta mi soddisfa ugualmente, e ho notato poche differenze nella resa del sapone, è sempre ugualmente delicato, e la consistenza è cambiata davvero poco, cambia più con la stagionatura, che non con le piccole differenze nella formula.
Ricetta:
Procedimento:
Come sempre non starò a ripetermi con la procedura, potete trovare qui tutte le informazioni generali su sapone e saponificazione:
Quando parlo di ricette di sapone, parlo sempre del metodo a freddo, quindi come prima cosa inizio sciogliendo i grassi solidi: Cocco e Palma in primis, pesando poi la giusta quantità insieme all'Olio di Riso.
Una volta messi insieme questi ingredienti aggiunto gli emulsionanti, raggiungendo la necessaria temperatura perché si sciolgano.
Dato che gli emulsionanti per forza di cose rendono necessaria una temperatura superiore a quella della classica saponificazione a freddo, la cosa migliore è iniziare subito dai grassi, e lasciar quindi raffreddare la pentola dei grassi sotto i 71°C prima di inserire il Burro di Karité.
Dato che in questo caso va preparato un alcale misto, è importante calcolare bene le quantità, vanno pesati separatamente i due ingredienti, e inseriti nel solito modo nell'acqua.
Anche in questo caso è importante fare tutto quanto in sicurezza e con le giuste protezioni.
Una volta che le temperature sono scese, sia dei grassi, che dell'alcale, si possono fare le ulteriori aggiunte: ai grassi si può aggiungere il Karité, si scioglierà lentamente, ma non sarà necessario scaldare, basta inserirlo quando la pentola è intorno ai 45°-50°C.
Dato che ne ho inserito molto, non ho deciso di inserirlo a nastro, idem la fragranza, corro meno rischi buttandola nei grassi, e così ho fatto, insieme all'Oleoresina di Rosmarino.
Di solito per non sprecarne, di quest'ultima, la peso direttamente nel Karité, schiacciato a “coppa” nella ciotolina, così da inserirli insieme, senza perdere prodotto, che essendo viscoso, non si rimuove facilmente dai contenitori dove viene pesato.
Dato che da tempo avevo esaurito l'Etidronato, ho inserito in formula un po' di Acido Citrico, aumentando anche la quantità di Soda, così da formare il Sodio Citrato, un chelante sicuramente più blando, ma che almeno sarà meglio di niente (purtroppo l'Etidronato è da un po' che risulta out-of-stock in un sito da cui acquisto, e non ho avuto occasione per un po' di ordinare qualche altro chelante altrove.).
Quando finalmente grassi e Soda avranno entrambi 45°C di temperatura, si può proseguire.
In questo sapone non ho previsto “decorazione”, dato che mi serve per il viso, e lo voglio il più delicato possibile.
Come sempre per procedere alla saponificazione bisogna cominciare con il versare lentamente l'alcale nei grassi, muovendo bene il minipimer in tutte le direzioni, con piccole quantità come queste, comunque, non servono grandi manovre.
Il sapone raggiunge il nastro abbastanza in fretta, quindi non è necessario frullare a lungo, per far sì che negli stampini non rimangano molte bolle, consiglio di non attendere troppo e di versare il più in fretta possibile.
Come dicevo anche nell'ultima volta, la mossa più importante da fare è “sbattere” gli stampi, prima ancora di andare a stendere tutto il prodotto con la spatola, altrimenti la pasta sarà già troppo densa e non raggiungerà gli angoli.
Anche questa volta mi è venuta una pasta di sapone molto marroncina durante la lavorazione, ma il sapone, come l'altra volta, da indurito sarà solo leggermente ambrato, anzi, quasi più bianco dell''ultima volta.
Uno dei motivi per cui non ho aggiunto coloranti è che risulta rischioso aggiungere pigmenti minerali, che per definizione sono ossidanti, ad un prodotto così delicato, dato il surgrassamento.
Una volta messo negli stampi e livellato, il sapone deve solamente asciugare e rapprendersi per circa 24h (dipende molto dalla temperatura e dall'umidità della stanza), ma dipende molto anche dal tipo di stampo usato. Più gli stampini sono piccoli, come nel mio caso, prima si addenserà il sapone e sarà possibile toglierlo dagli stampi.
Purtroppo questo tipo di pasta di sapone, molto surgrassata, rimane molto morbida a lungo, anche nel lungo periodo, quindi vi consiglio stampini il più semplici possibile (nel mio caso avevo poca scelta, dovevo portarmi i saponcini in viaggio).
Ci vorrà una stagionatura di circa 2 mesi per poter usare il sapone, in questo caso è consigliabile non attendere troppo, dato che il sapone è molto delicato.
Non si tratta di un sapone per cui cercare l'indurimento, piuttosto un sapone che si sà, sarà morbido e cremoso all'uso.
Può piacere o non piacere, motivo per cui, se preferite i saponi duri e consistenti, questo non è il sapone giusto per voi, potrebbe solo farvi perdere tempo e materie prime.
Anche per oggi ho finito! Spero che vi piaccia anche questa insolita ricetta!
A presto!
Rasmus
Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione
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