Ciao a Tutti!
Torno a parlarvi di un argomento particolare, ovvero di alcune teorie di base sul colore, che chiunque dovrebbe toccare per comprendere l'Armocromia.
Non si tratta di teorie nate nel Make Up, ma è proprio perché si tratta di teorie ben più ampie, che hanno a che vedere con tutti gli aspetti dell'arte, che sono importanti.
Non sono teorie che hanno a che fare con delle semplici tecniche di Make Up, ma delle teorie che fondano l'arte pittorica, anche se sono state messe per iscritto nel 1961 da Johannes Itten, pittore e docente svizzero.
Non solo queste teorie sono state da lui elaborate, ma è stato proprio lui a gettare le basi per la definizione di Armocromia, anche se nel suo caso si trattava di un ambito artistico, al di fuori dell'ambito Beauty a cui ora si riferisce.
Si tratta infatti della Teoria dei Contrasti di Itten:
I nostri occhi sono biologicamente strutturati per avvertire i contrasti, la struttura neurologica che supporta la retina infatti fa si che siano proprio i gruppi di cellule che rilevano “disparità” ad emergere nell'insieme dei segnali che bombardano la corteggia visiva.
È proprio così che nel nostro cervello compaiono linee, forme, strutture, ombre, contorni ecc...
I nostri occhi sono estremamente allenati a percepire le differenze di colore, in modo totalmente inconscio, tanto che è difficile disegnare o dipingere in modo realistico proprio perché emerge la difficoltà nel riprodurre in modo perfettamente conscio elementi e strutture che la nostra corteggia visiva analizza in continuazione ogni giorno.
Questa teoria infatti si rifà alle variabili del colore che permettono la nostra normale visione, e che devono essere rispettate nel momento in cui si “crea” qualcosa con il colore, sia che si tratti di realizzare un dipinto, sia che si cerchi di rendere realistica una foto bilanciando i colori, sia che si tratti di ricostruire la realtà tramite un Trompe-l'œil, o si cerchi di scolpire e correggere il nostro viso con il MakeUp.
“Si parla di contrasto quando si avvertono differenze o intervalli evidenti tra due effetti cromatici posti a confronto. Se queste differenze sono assolute, si parla di contrasto di opposti o di contrasto di polarità. Grande-Piccolo, Bianco-Nero, Freddo-Caldo al loro massimo grado di opposizione sono contrasti di polarità...”
Questa teoria la ricordo ancora quando facevo artistica alle medie, mi ricordo la lezione sui colori complementari, quanto sembra più “Arancione” un Arancione che viene messo a fianco di un Viola? E Viceversa quanto sembra più “Viola” un Viola che viene messo a fianco di un Arancione?
Questo succede perché i nostri neuroni sono proprio allenati a percepire confronti continui, ci sono delle illusioni ottiche famose, dove viene mostrato lo stesso colore bordato da colori differenti, in alcuni casi lo percepiamo più chiaro, in altri più scuro, proprio perché i nostri occhi lo confrontano in modo “automatico”.
In realtà il cervello si può ingannare non solo nella vista, ma anche per altri sensi, ma quello che emerge sempre è come il nostro cervello, e quindi la nostra percezione, ragioni per confronti.
Viene quindi spontaneo mettere a nudo quelli che sono i meccanismi alla base di questi automatici confronti.
Itten ne ha descritti 7:
- Contrasto di Colori Puri
- Contrasto di Chiaroscuro
- Contrasto di Freddo e Caldo
- Contrasto di Complementari
- Contrasto di Simultaneità
- Contrasto di Qualità
- Contrasto di Quantità
1) Piuttosto semplice da spiegare, si tratta della semplice contrapposizione di colori non diluiti in bianco, nero o grigio, “l’accostamento di giallo, rosso e blu rappresenta il massimo grado di tensione tra colori puri. Per creare questo tipo di contrasto sono necessari necessari almeno tre colori nettamente distinti […] L’arancio, il verde il viola, hanno un carattere meno pronunciato del giallo, del rosso del blu. L’effetto dei colori terziari è anche più debole. Se si separano i colori con linee nere o bianche, e si acquista un risalto maggiore: la loro capacità di irradiazione di reciproca influenza è definitivamente bloccata, ogni colore acquista così un valore reale, concreto. Anche se l’accordo a tre di giallo, rosso blu possiede una forza assai superiore, tutti i colori puri, non compositi, si possono avvicinare i vertici contrasti.”
In sostanza si tratta dell'accostamento di colori a croma molto alto, quelli che nell'Armocromia sono i colori che fanno parte delle palette IB e PB.
Questo è un tipo di contrasto nato per saltare all'occhio, non passa inosservato, quindi è un contrasto che si presta bene in alcuni aspetti dell'arte (pensiamo alla pop-art, o ad alcuni ambiti dell'arte moderna), di sicuro è un tipo di contrasto cromatico che mal si adatta allo stile quotidiano.
Inutile dirlo che si tratta di un tipo di contrasto da evitare completamente nel trucco beauty, al massimo viene usato nel trucco moda, dove però tutto vuole mettere a fuoco quello che le modelle indossano, non le modelle stesse.
Chiaro quindi che non si tratta di un contrasto cromatico troppo sensato nemmeno per le stagioni ad alto croma, che possono permettersi alcuni di questi colori, ma certamente in modo attentamente studiato, altrimenti il risultato può essere caotico, piuttosto che armonico.
2) Anche questo piuttosto intuitivo, dovrebbe già essere piuttosto comprensibile quanto sia importante, in quello che vediamo, il ruolo della luce, e di conseguenza dell'ombra.
Basta vedere come chiaramente percepiamo un oggetto ben illuminato, con i giusti rapporti fra luce e ombra, e come invece fatichiamo a distinguerlo quando un'immagine è sovraesposta o quando è troppo buia.
Gli estremi in questo caso sono per forza di cose Bianco e Nero, ma ci sono tantissime gradazioni di grigio che vanno a diluire i possibili contrasti.
Tendenzialmente si parla di grigio puro quando si tratta di una miscela di esclusivi Bianco e Nero, dove quindi, non ci sono tracce di altri colori primari, in questo caso si ha di fronte un colore che risente tantissimo degli accostamenti, e può essere valorizzato e a sua volta valorizzare.
Il Grigio può essere “sporcato” in vari modi, e assumere quindi differenti temperature, in base ai colori puri che vengono aggiunti.
Nell'Ambito armocromatico è chiaro che solo le stagioni ad alto contrasto possono reggere questo tipo di contrasto cromatico (ad esempio le IP sono valorizzate al massimo dall'Optical), mentre più scompare profondità, e compare softness, più questo tipo di contrasto va stemperato o nel caso delle stagioni più chiare, del tutto evitato.
Proprio perché il chiaroscuro è una delle tecniche pittoriche più elementari (mi ricordo, si studiava persino alle medie, ad Artistica), è facile comprenderne il ruolo anche nel trucco, quello che è diventato noto anche alla maggior parte delle persone come “Contouring” altro non è che “Contouring&Highlighting”, ovvero la realizzazione vera e propria di chiaroscuri direttamente sul viso, per andarne a ricostruire i volumi, ve ne avevo parlato già un paio d'anni fa.
3) Qui la comprensione del concetto può cominciare a diventare più difficile, e può essere necessario affinare un pochino gli occhi, ma il nostro corpo, in realtà sa già come vanno le cose, riporto l'esperimento descritto da Itten stesso nel suo libro: “Eppure è stato possibile dimostrare che in due diversi laboratori, uno tinteggiato in verde-blu, l’altro è rosso-arancio, la sensibilità personale al freddo al caldo differiva di ben tre-quattro gradi. Nel locale verde-blu le persone sensibili sentivano freddo a una temperatura di 15° centigradi, in quello rosso-arancio a 11 12 gradi centigradi. Ciò dipende dal fatto, scientificamente accertato, che il verde-blu rallenta la circolazione sanguigna, mentre il rosso-arancio l’attiva”
Da questi esperimenti è nata la rappresentazione del disco cromatico, che va a spiegare i contrasti di temperatura fra colori:
I colori caldi sono quelli ad alta percentuale di giallo, i colori freddi sono quelli ad alta percentuale di blu, ma nonostante questa spiegazione “semplicistica”, la nostra percezione va oltre, e biologicamente è portata a conferire un determinato significato ai colori caldi e a quelli freddi.
I colori ricchi di giallo sono anche, per forza di cose, più chiari dei loro opposti, quelli ricchi di blu, e questo si riflette in quello che possiamo vedere con i nostri occhi: le ombre sono automaticamente molto più fredde delle luci, la luce del sole è calda, e dona colori ricchi di giallo alle zone illuminate, ma le zone che rimangono al buio sono nettamente bluastre.
Questo contrasto di temperatura quindi si collega nettamente con tutti gli altri per una resa del chiaro scuro davvero realistica.
I colori caldi, proprio perché rappresentano aree “illuminate” tendono visivamente a “uscire”, ed è quindi il motivo per cui, nel trucco, si usano prodotti caldi per dare “volume” a parti del viso che ne hanno poco, al contrario i colori freddi, che rappresentano ombre, “si ritirano”, ed è quindi il motivo per cui si usano prodotti freddi per sfinare, e allo stesso modo anche per indurire lineamenti troppo tondi e dolci.
Nell'abbigliamento funziona allo stesso modo, viene ad esempio consigliato il nero o il blu navy sulle parti del corpo che si vogliono ridurre otticamente (es. chi ha la forma del corpo a pera tenderà ad usarlo sulla parte inferiore, chi invece ha la forma del corpo a mela tenderà usarlo sulla parte superiore).
Ovviamente va ricordato che nell'Armocromia un'armonia deve sempre esserci, fondare tutto su un contrasto portato all'estremo, qualunque sia, compreso quello caldo/freddo, non può portare a nulla di armonico.
Va quindi considerato che è meglio “sgarrare” con una certa coerenza, piuttosto che mettere insieme elementi armocromatici, e contrastarli con elementi di temperatura opposta, anche se è chiaro, ci sarà sempre qualcosa di disarmonico nel momento in cui si vanno ad usare vestiti, prodotti di Make Up o accessori di temperatura calda su una stagione nettamente fredda e viceversa, ma è comunque meglio che non aggiungere ulteriore contrasto mischiando colori caldi e freddi, sia nel trucco, che nell'abbigliamento.
4) Dal punto di vista fisico, si definiscono complementari due luci colorate che, quando sovrapposte, generano luce bianca.
Mentre quando si ha a che fare con pigmenti, si parla di colori complementari quando, mischiandoli fra loro, si ottiene un grigio-nero neutro.
Le coppie di colori complementari sono molto particolari per la nostra percezione visiva, infatti se usati in contrapposizione raggiungono il loro massimo grado di luminosità, mentre mescolati o sovrapposti, si annullano completamente, spegnendosi completamente in un grigio.
Per ogni colore esiste un solo complementare, una piccola variazione nella composizione di colori primari può già annullare questa “esclusività”.
Nel disco cromatico è possibile verificare quali siano le giuste coppie di colori complementari.
Dato che la loro sovrapposizione determina un grigio neutro, è quindi chiaro che, nella coppia, “i colori hanno variabili opposte:
giallo - viola
giallo-arancio - blu-viola
arancio - blu
rosso-arancio - blu-verde
rosso - verde
rosso-viola - giallo-verde
Se scomponiamo queste coppie di complementari, costatiamo che in esse sono sempre contenuti i tre colori fondamentali, giallo, rosso e blu.
E cioè:
giallo : viola = giallo : rosso e blu
blu : arancio = blu : giallo e rosso
rosso : verde = rosso : giallo e blu”
Per lo stesso motivo per cui dalla sovrapposizione di due colori complementari si ottiene il grigio-nero neutro, si ottiene lo stesso risultato sovrapponendo i tre colori primari: Giallo, Rosso e Blu.
La cosa più affascinante è che risulta un effetto quasi “matematico”, isolando una qualsiasi lunghezza d'onda dallo spettro della luce visibile, la combinazione di tutte le lunghezze d'onda restanti forma il colore complementare!
Questa “matematica” dei colori si appoggia su una base fisiologica, ed è quella per cui la nostra percezione “vuole” il colore complementare di quello che è il colore bersaglio, se il complementare manca, se lo “rappresenta”, andando a modificare i colori circostanti.
Ma le proprietà dei colori complementari non finiscono qui, dato che possiedono anche altri valori oltre all'Hue, che sì, in armocromia è usato come valore per la temperatura, ma è anche quello che noi consideriamo il parametro fondamentale alla base della nostra visione (quello che chiameremmo volgarmente “colore”), quello che ci fa distinguere il Blu dal Giallo, Il Verde dal Viola ecc...
- Giallo-Viola sono due complementari che aggiungono contrasto di Chiaro-Scuro
- Rosso/Arancio-Blu/Verde rappresentano il maggior contrasto di temperatura
- Rosso-Verde sono invece complementari che risultano bilanciati per luminosità e lucentezza
Questa proprietà dei colori ha due corrispettivi nella scelta dei colori da utilizzare su viso, capelli e abbigliamento, da una parte si parla della sovrapposizione di due colori complementari, mentre dall'altra dell'accostamento di una coppia di colori complementari.
Va da sé che la prima proprietà non è applicabile nell'abbigliamento, dato che al massimo si possono indossare due colori complementari accostati, al massimo la seconda proprietà può essere funzionale nel caso si vogliano correggere i colori dei capi con coloranti naturali o con le tinture casalinghe, ma è comunque un procedimento che coinvolge troppe variabili per basarsi solo su questo punto.
In modo simile vale per i capelli, dato che le tinture difficilmente si “stratificano”, o meglio, lo fanno, ma seguendo regole diverse, dato che ogni capello ha una sua partenza e ogni tinta precedente ha una sua particolare composizione.
Nella scelta del colore dei capelli si sbaglia quasi sempre quando ci si discosta molto da quello naturale, mentre è molto facile andare sul sicuro restando sul proprio colore (o cercandolo il più possibile quando il proprio va ormai ricreato), questo perché la natura non gioca con le coppie di colori complementari... Una rossa naturale non avrà mai un incarnato olivastro, ed è la prova che verifica quanto stia male una tintura rossa su una carnagione olivastra.
Il nostro occhio cercherà il naturale complementare del rosso nella pelle, e percepirà come enormemente intensificato il verde naturalmente presente nella patina.
Per quanto riguarda invece il Make Up, è estremamente importante fare attenzione ad entrambe le proprietà dei colori complementari.
La prima proprietà risulta fondamentale quando si va a correggere un colore, va sempre considerato il rischio di ingrigire, proprio perché la pelle ha sempre un sottotono e un sovrattono, non è mai completamente “grigia”, quindi nel correggere un colore bisogna valutare di scostarsi un pochino dal vero e proprio colore complementare, ad esempio un verde troppo acceso e freddo può ingrigire i rossori oltre a spegnerli, soprattutto sulle carnagioni con patine giallo o verde (che non siano quindi completamente clear), è preferibile un verde meno freddo, e più olive, che quindi corregga senza ingrigire (ovviamente va valutato il colore giusto su ogni persona).
Al contrario, è importantissimo saper accostare nel modo migliore i colori complementari nel trucco, è quello che permette di esaltare i toni naturali, ma senza realizzare poi accostamenti cromatici che risultano sbilanciati per altri parametri.
Quando si parla di arte e quindi anche di trucco artistico è una cosa, ma quando si parla di un trucco valorizzante, si devono superare le regole “base”, e sapersi destreggiare su come gestire tutti i 7 contrasti nello stesso momento.
5) Questo contrasto è naturalmente ricollegato al precedente, se con il contrasto di simultaneità si rifà più specificatamente alla reazione fisiologica della nostra percezione, che percepito un colore senza il suo complementare, lo richiama e se lo rappresenta automaticamente affiancato, il contrasto di successione segue anche lui la stessa regola.
Ogni colore infatti produce simultaneamente il proprio contrario, quindi è il meccanismo per cui i colori caldi “ingrigiscono” gli incarnati freddi, i colori freddi tirano fuori le patine gialle o olive dagli incarnati dal sottotono caldo.
Basta che un colore si differenzi davvero di poco, da un altro, ma nel momento in cui la nostra percezione li vede entrambi immersi in un colore dominante, appariranno molto diversi, perché la minima differenza verrà aumentata, se uno dei due colori è più vicino al complementare, apparirà molto diverso dall'altro, che invece è più distante.
“L’effetto di simultaneità e straordinariamente importante per chiunque si occupa del colore. Goethe diceva: solo il contrasto simultaneo rende il colore idoneo a un impiego estetico.”
Questo fenomeno è particolarmente evidente nel caso delle errate tinture di capelli, quando non si scelgono i colori giusti, è facile che l'incarnato venga snaturato, dando un'aria stanca, malaticcia o innaturale.
In sostanza quello che avviene con il grigio nei quadratini, succede con la pelle, che quindi acquista sfumature del colore complementare accostato.
È forse il contrasto su cui poggia maggiormente l'armocromia, proprio perché va ad analizzare i colori di una persona, cercando i giusti colori da accostarle senza far emergere questo contrasto, che porta automaticamente a risultati poco armonici, e di conseguenza fa emergere anche i più piccoli difetti: leggere discromie diventano più evidenti, gli incarnati più soft vengono sovrastati da colori importanti, gli incarnati più profondi vengono invece mortificati da colori spenti ecc...
6) La Qualità Cromatica si rifà al grado di purezza di un colore, ovvero a quello che viene considerato, in fotografia/fotoritocco come “Saturazione”. In Armocromia si parla di “Croma”.
Un esempio di colori puri, quindi a Croma/Saturazione massima, sono quelli che si ottengono scomponendo nelle sue diverse lunghezze d'onda la luce bianca con il prisma.
Questo contrasto non è altro che la contrapposizione di colori ad alto croma (quindi saturi, equivalenti al colore puro non diluito in bianco, nero o grigio) con colori molto desaturati, o come diremmo in Armocromia “Soft”, ovvero colori diluiti in grigio.
Questo tipo di accostamenti di colore è un altro aspetto fondamentale su cui si basa l'Armocromia, qualsiasi colore non acceso, risulta ancora più grigio quando viene accostato ad un colore puro, questo è il principio base che determina quali sono i pochi fortunati a poter accostare al proprio viso colori a pieno croma senza apparire stanchi, slavati, mortificati.
Pochissime persone reggono questo tipo di colori continuando a spiccare e a mantenere un viso luminoso, sono infatti le stagioni brillanti, le due stagioni armocromatiche più rare da trovare.
Se tutte le altre hanno una piccola o alta componente di grigio, Primavera e Inverno Brillanti sono le uniche stagioni con colori “non diluiti”.
7) Questo è il contrasto secondo me più complesso da spiegare e quantificare, ma che concettualmente non trovo così complicato da immaginare.
Si tratta in sostanza del contrasto che regola l'armonia degli accostamenti di colori.
Dato che i diversi colori hanno, al di là del loro hue, un diverso grado di luminosità e intensità intrinseco, è comprensibile che si comportino diversamente quando vengono rapportati fra loro.
L'analisi approfondita su questo tema è stata fatta da Goethe, che ha stabilito una vera e propria scala metrica del valore di luminosità dei differenti colori.
Sicuramente è una scala che può dare solo misurazioni approssimative, dato che anche gli stessi produttori di coloranti non realizzano lo stesso identico pantone (pensate solamente ai bagni di colore della lana, chi sferruzza ne ha sicuramente esperienza, mai realizzare un maglione con 2 lotti differenti dello stesso prodotto, la lana non sarà mai identica!), figuriamoci approssimare solo per “macrocategoria”, parlando di soli colori primari.
Ma considerando un occhio allenato, secondo Goethe, i valori di luminosità dei colori sarebbero i seguenti:
Giallo : Arancione : Rosso : Viola : Blu : Verde = 9 : 8 : 6 : 3 : 4 : 6
E questi sarebbero i valori delle coppie complementari:
Giallo : Viola = 9 : 3 = 3 : 1 = ¾ : ¼
Arancione : Blu = 8 : 4 = 2 : 1 = 2/3 : 1/3
Rosso : Verde = 6 : 6 = 1 : 1 = ½ : ½
Questo significa che i rapporti di quantità vanno convertiti in base al grado di luminosità dei colori di cui si sta trattando.
Per esempio, il Giallo, essendo il colore più luminoso, deve essere inserito, in una composizione cromatica armonica, per un'area inferiore rispetto agli altri colori.
Parlando ad esempio di coppie complementari, il Giallo dovrà occupare una superficie 3 volte più piccola rispetto al Viola, quindi essere inserito solo per ¼ dell'area totale.
Ogni volta che si utilizzano più colori in contemporanea è importante tener presente questo contrasto, che dà un'idea di come bilanciare fra i diversi colori.
Anche per oggi è tutto!
Alla prossima!
Alla prossima!
Rasmus
Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia, inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione, un ulteriore ringraziamento a MakeUpPleasure e al blog Colorgammar.
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